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BUJA

all’appuntamento con la Storia

di Mario Ragagnin

 

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L’ARTE  È  PER  LA  VITA

La presentazione del DVD “BUJE”, di Celso Gallina in collaborazione con Egidio Tessaro, nella Casa della Gioventù di Santo Stefano, è stata un avvenimento che rimarrà per molto tempo nella memoria dei cittadini bujesi.

Solitamente questo genere di incontri richiama  poche decine di persone; e gli organizzatori si lamentano che la maggioranza del pubblico è insensibile ai richiami  della cultura e dell'arte.

Invece l'evento del 26 ottobre 2006 ha dimostrato il contrario: la sala era piena.

Oggi si usa e si abusa del termine “cultura”. Ma è l’adesione dell'opinione pubblica che conferma la validità di questa attività umana creatrice di valori.

Anche se ci sono espressioni di vera cultura ancora non adeguatamente apprezzate da tutti, quelle che richiamano l'interesse della maggioranza dimostrano certamente di valere e di soddisfare ad esigenze estese e profonde della vita e dell'esistenza umana.

È vera cultura quella che aggrega ed attira le persone; non quella che pesa sul pubblico, usandolo da pedana di sostegno passiva e plaudente. E’ cultura quella che permette a tutti di intervenire.

È l'arte dell'organizzazione, la disponibilità verso gli altri, l'offerta di mezzi e strutture di espressione e comunicazione.

La cultura deve interessare tutti e servire a tutti. Deve essere creatrice di sintesi: la nostra essenza consiste nella capacità di collegare in unità realtà separate ed opposte, risolvendo le conflittualità esterne e colmando le insufficienze interne delle entità, individuali e collettive.

L'arte è per la vita. L'arte per l'arte era la fase in venuta, necessaria a creare il progetto nuovo, liberato dalla situazione esterna dipendente dai poteri.

La cultura deve, in ritorno, capovolgere i rapporti di potere.

 

SI  CAPOVOLGERÀ  IL  CONCETTO  DI  IDENTITÀ, DALLA  PASSIVA  DEL  PASSATO  ALL’ ATTIVA  DEL  FUTURO

Oggi i concetti ed i metodi derivano dalla situazione esterna imposta dai poteri. I quali utilizzano la creatività degli artisti per fregiarsi e nobilitarsi, usandoli da soprammobili.

Si capovolgerà il concetto di identità locale, dal passivo all'attivo, dal passato al futuro. La si intenderà come capacità e funzione di soluzione del mondo intero.

Chi intraprenderà questo orientamento, già da subito verrà riconosciuto come vera guida, leader e capo. E otterrà per via quanto gli occorrerà, mezzi strutturali e riconoscimenti. Ciò capovolgerà il principio del diritto: la sovranità verrà riconosciuta ad ogni persona che opererà per l’unità umana.

La storia ufficiale retorica scritta sui libri verrà integrata da quella popolare dei “Senza storia”.

Il messaggio della nostra identità consisterà nell’indirizzo operativo sul futuro.

Si metterà in evidenza la responsabilità e la funzione del singolo nella società. Ognuno riscoprirà la sua importanza, il proprio ruolo e la peculiare funzione che è chiamato a svolgere, anche per intervenire nella grande storia, quella di tutti.

Si scoprirà la responsabilità dei cultori dell'arte e l'impegno civile che essi devono proporsi.

I problemi attuali, della globalizzazione e della multiculturalità, richiamano gli operatori ad un impegno complessivo, in cui cultura e vita si integrino. L'armonia delle opere si irradierà alla vita.

La grande struttura sotterranea, che spingeva gli artisti a costruire armonie di relazioni nelle opere incorniciate, si esteriorizzerà nei rapporti umani e nella natura.

 

LA  NUOVA  METODOLOGIA  OPERATIVA  DAL  BASSO SOSTITUIRÀ  I  GRANDI  MESSAGGI   DALL’ALTO

Oggi le amministrazioni pubbliche, seguendo la visuale della situazione esistente, riconoscono come cultura solamente il passato, l'identità storica, e si fregiano di titoli nobiliari come “Città della medaglia, dell'arte, del Tiepolo, dei Longobardi, dell'astronomia, delle meridiane” eccetera.

Danno fastidio le idee presenti, il fermento della creatività dei contemporanei.

Questo è comprensibile. Siccome oggi ogni idea riesce ad imporsi solo con la forza, i detentori del potere temono di essere scavalcati. Solo i Passati non risultano temibili. E i viventi devono servire: da grafici, architetti, pubblicisti, decoratori, pifferai.

Ciò avviene per colpa un po' di tutti, dei vertici e delle basi.

D'ora in poi le azioni dei volontari non minacceranno più i capi; che anzi svolgeranno un necessario ruolo di sponda: l’economicismo sosterrà ai margini il nuovo procedimento.

L'autogestione dal basso darà forza alle basi: che diverranno mature e decisionali opinioni pubbliche; e che costringeranno le amministrazioni a fornire strutture, mezzi,  riconoscimenti, incentivi e patrocinio.

Siamo propriamente tutti artisti, nel senso di creativi. Soltanto non lo sappiamo. La solita vita ci limita e non ci permette di liberare la nostra fantasia.

Ora affermeremo un'altra realtà, un differente modo di essere fra gli uomini. L'uomo riscoprirà sé stesso, le sue nascoste potenzialità e la sua ricchezza interiore. I rapporti umani fine a sé, senza secondi fini né strumentalizzazioni, si riveleranno i veri valori.

Si intenderà la cultura come un patrimonio universale, a cui tutti contribuiranno per creare il grande universo umano. Si uniranno gli uomini di ogni tempo in un'armonia cosmica, che si rifletterà nel quotidiano e supererà le conflittualità degli individui, non più isolati e perciò in antagonismo.

Gli uomini sono parte di un tutto, che li accomuna alle radici. Talvolta i rami non si riconoscono fra loro, e lottano per avere più spazio e più sole. Ma è risalendo alle radici, all'unità dell'origine, che si raggiungerà il sole.

I grandi messaggi non verranno più dalle metropoli, che dettano mode e tendenze omologanti le masse. Ma si irradieranno dal basso, come indicazione operativa, a tutto l'ambiente circostante.

 

L’ARTE  DELL’ ORGANIZZAZIONE

A Buja ci sono tante associazioni, che coprono l'intera gamma delle attività umane. Tutte operano con impegno e convinzione, però esclusivamente in settori e campi unilaterali.

Sappiamo che questo è il limite dell'uomo: di riuscire a fare solo un passo alla volta. Ma ora che lo sappiamo, dobbiamo superare tale limite.

Unendo le associazioni tramite i rappresentanti di ognuna che conoscono altri o hanno comunanza di finalità e  interessi, integreremo i gruppi e permetteremo a  ognuno di realizzare i suoi particolari obiettivi; che altrimenti rimangono una lodevole intenzione e si riducono a enunciazioni di intenti.

Gli animatori dei gruppi, nel proprio campo e dal versante di cui sono esponenti, interverranno con il loro impegno e le idee affinché le associazioni coordinino le attività e  integrino in unità sostanziale i valori comportati da ciascuna.

Si formerà anche la Consulta delle Associazioni, dal basso: a cui l'Amministrazione comunale fornirà le strutture e i mezzi tecnici per operare.

L'attività dei circoli creerà una coscienza popolare, che favorirà gli incontri fra le diverse realtà religiose, sociali ed economiche.

C'è un'arte dell'organizzare, di importanza superiore all'arte tradizionale. È il tentativo di armonizzare il mondo, di riordinare questo mondo disordinato.

I due filoni, della cultura e della vita pratica, oggi viaggiano separati, mentre dovranno completarsi a vicenda. La vita di ogni giorno non deve credere di potere andare avanti senza l'arte e la cultura. Sarebbe senza testa.

La funzione di ogni gruppo all'interno della comunità è di organizzare incontri, offrire sedi e spazi alle iniziative individuali, aprire relazioni fra le persone e le associazioni,  favorire la partecipazione attiva di chiunque abbia qualcosa da dire e da fare, in modo che la comunità diventi un laboratorio di sperimentazione e un modello per le collettività circostanti.

Quelli che oggi sono problemi diverranno elementi di soluzione, a cominciare dagli immigrati, portatori di diverse culture e idee.

La reciprocità arricchisce. Non dovremo “tollerare” le diversità, ma accogliere come un'opportunità i punti di vista differenti, a cominciare da quelli religiosi.

Ci si collegherà con coloro che già cercano di dare vita agli incontri ecumenici, ma non hanno a monte la forza dell'opinione pubblica che li sorregge, e non hanno a valle l'inquadratura delle nuove strategie: del come trasformare le ideologie, oggi fattori esclusivamente di conflitti, in vie e forme di soluzione dei rapporti di potere, da cui le ideologie derivano e di cui sono i paraventi.

 

“BUJE  PORE  NUJE!”  SI  APRE  AD  ACCOGLIERE  IL  MONDO

La presentazione che Mirella Comino fa di questo DVD è un'ottima sintesi delle migliaia di voci e di ricordi contenuti in questo meraviglioso dischetto. Che è una piccola enciclopedia della storia di Buja, della vita e degli avvenimenti della nostra Comunità, in cui si rispecchiano le traversie e le fortune dell'intera umanità.

Mirella Comino espone magistralmente i vari aspetti e gli elementi dell'opera. Attrae l'interesse del lettore sulla panoramica degli eventi, felici e tristi, della nostra storia.

Evidenzia il fatto che nella raccolta figurano, oltre agli articoli di 25 anni di “Buje Pore Nuje!”, anche le pubblicazioni dei Bollettini Parrocchiali, del Tomât, di InformaBuja e del Premi Nadâl Furlan.

Questa ospitalità è tipica del comportamento di disponibilità aperto a tutti di Chei di Ursinins Pizzul.

La rivista “Buje Pore Nuje!” ci propone sempre qualcosa di nuovo del nostro passato e delle attività anche contemporanee. Invita alla collaborazione tutti coloro che hanno qualcosa da dire. Offre spazi e occasioni agli interventi di chiunque voglia esprimere e trasmettere messaggi e testimonianze. È un mezzo di comunicazione fra gruppi e persone.

L'Associazione di Ursinins Piccolo cura l'allestimento di prestigiose rassegne e mostre, valorizzando i nostri artisti; e sempre si distingue per le attività culturali programmate nei festeggiamenti.

“Buje Pore Nuje!” si apre al mondo, ci collega all'umanità nel tempo e nello spazio. Fa rivivere le vicende della guerra e ci riporta le esperienze degli emigranti, che hanno dimostrato il loro talento lavorando agli estremi capi della Terra, dalla costruzione della ferrovia transiberiana alla industrializzazione dell'America Latina.

La rivista fa, del borgo di Ursinins Piccolo, un microcosmo, un piccolo mondo che accoglie in sé le luci e i riflessi dell'intero pianeta.

 

   i  sin  ce  che  i  lassìn

Accanto agli altri personaggi evocati dalla memoria, sullo sfondo appare l'ombra di Monsignor  Saverio Beinat.

Egli ha operato per la Comunità di Buja intervenendo a trasformarla con le parole e le opere.

Coloro che hanno ripreso la sua massima “Noi siamo ciò che lasciamo”, oltre a rievocare la sua figura, che rivive in noi col suo messaggio universale, dimostrano di avere fatto proprio il suo pensiero.

Essi infatti intraprendono iniziative a favore della Comunità, e così si proiettano all'intera umanità.

È la concezione di vivere per un impegno, la percezione di avere  qualcosa da dover fare. Non siamo qua a usufruire passivamente di una misteriosa vita inutile, elargitaci solo perché “ce la godiamo”.

E’ una nuova visione del mondo: che dà un senso, un significato, alla vita e all'esistenza, e un orientamento alla nostra operatività.

Ci responsabilizza, a cercare il motivo e lo scopo del nostro “esserci qua”, e nello stesso tempo ci indica la via della soluzione.

È uno spiraglio, attraverso il quale si comincia ad intravedere un po' di luce, nel buio della nostra conoscenza attuale.

Noi realmente siamo, anche ora che crediamo di esistere solo materialmente e separatamente come individui, ciò che riusciremo a trasmettere della nostra vera e profonda essenza, che riflette una particolare angolazione dell’universo.

L’intervento che trasformerà l'insieme del reale, affinché esso si unifichi e si armonizzi in sé universalmente, è una forma di con-creazione, un modo di compartecipazione all'opera dell'Essere.

Gli animatori delle associazioni interpretano l'anima della collettività, nella quale si sentono  identificati e continuati. E lo faranno in modo da estendere a tutti  la possibilità di intervenire a loro volta, esprimendo liberamente e pienamente la propria essenza.

La sostanza diventa energia, la materia diventa funzione.

Ci immortaleremo nella forma che daremo al Tutto, esteriorizzando la nostra interiorità nella nuova modalità di essere di noi  e delle cose.

 

LA  VERA  OPERA  D’ ARTE SARÀ  QUELLA  CHE  RIORDINERÀ  IL  MONDO  IN  UNITÀ  E  IN  ARMONIA  UNIVERSALE

Di fronte all’opera che ora ci presentano, noi possiamo adeguatamente apprezzare l'attività di questi nostri concittadini, che meritano di essere meglio conosciuti e sostenuti dall'opinione pubblica.

Celso Gallina ha impiegato anni per creare questo gioiello informatico, che resterà un modello di valorizzazione della vita di ogni comunità.

Egidio Tessaro collabora anche con vari altri circoli culturali bujesi, di Madonna e di Tomba. La sua arte della fotografia riesce a rendere nella loro autenticità i momenti preziosi che ci sfiorano nella realtà quotidiana, ma che non riconosciamo perché siamo troppo assorbiti da preoccupazioni e da impegni.

La fotografia collega le altre arti fra loro e tutte quante alla vita dell'uomo. Documenta i momenti significativi della realtà quotidiana e li fa diventare storia e cultura.

Il rapporto fra locale e globale sembra difficile da realizzare oggi. Ma è questo il segreto anche del successo immediato, dei singoli membri  delle associazioni e in primo luogo degli animatori e dei promotori di esse.

Ermes Taboga ha illustrato dal punto di vista informatico i diversi elementi del DVD e ci ha spiegato, durante la serata, il procedimento tecnico per scaricarne il contenuto nei nostri computer. Egli tiene corsi di informatica nell'Università della Libera Età ed è un esempio di volontariato e di competenza professionale.

Il conduttore della serata è stato il poeta Gianni Cappelletti, che ha saputo commentare ogni passaggio con la sua vena espositiva e la fantasia che lo distingue.

Maurizio Piemonte ha portato il saluto e il ringraziamento del Circolo Culturale Laurenziano. Egli ha pubblicato recentemente un articolo fondamentale sull'Autonomismo Bujese, che sostiene il ruolo e il peso di Buja nel mondo politico e sociale della Regione.

Il cantautore Aldo Giavitto ha avuto occasione di rivelarsi alla Cittadinanza e di far conoscere le sue ultime composizioni musicali.

Il Sindaco Luca Marcuzzo ha portato il ringraziamento e il riconoscimento dell’Amministrazione comunale, a nome di tutta la Cittadinanza, agli autori dell’opera, Celso Gallina ed Egidio Tessaro, consegnando loro una pergamena e due medaglie a ricordo dell’evento.

Un ringraziamento particolare va rivolto agli Sponsor del DVD: Luigino Celotti (oreficeria) e Pel-Fa (carpenteria).

Ma tutto è avvenuto grazie al pubblico, che ha dato l'adesione morale e la spinta psicologica ai promotori dell’incontro perché si è sentito cointeressato e coinvolto.

Dobbiamo riconoscere che la nostra Comunità ha le sue radici nel più lontano passato, ma  si sta proiettando al futuro dell'umanità con un progetto che esprime la sua identità autentica ed essenza profonda.

 

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