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State ascoltando - Brano 2

L'altare di Francesco Contessi 
nella vecchia chiesa di Avilla (1843) 

di Gemma Minisini Monassi

 

FOTO

 

Riordinando delle vecchie carte di famiglia, ho trovato la copia di un contratto, redatto il 2 luglio 1842, tra alcuni capifamiglia di Avilla ed il signor Francesco Contessi di Gemona.

Il contratto si riferisce alla costruzione di quello che è stato fino al terremoto, l'altare maggiore della chiesa di Avilla dedicata a San Pietro Apostolo, ricostruita una prima volta nel 1838 sull'area di un chiesetta preesistente (citata già nel 1390 nel "Catapane" della Pieve, fol. 19 v. ).

Il documento mi è sembrato interessante; per questo ho pensato di proporlo integralmente ai lettori di "Buje Pore Nuje".

 

"Provincia del Friuli - Distretto di Gemona -

Comune di Buja - 21 luglio 1842, quarantadue

Contratto

 

Il suddetto signor Francesco Contessi per se, ed eredi si assume e si obbliga di fabbricare, erigere e collocare al suo posto nella veneranda Chiesa filiale di S. Pietro in Buja Contrada d'Avilla, un Altare che figuri ed apparisca di lucido marmo, giusto il Modello e Disegno esistente presso l'assuntore Contessi, diviso in due parti, contrassegnata la prima, cioè l'abbassamento con la lettera A e la seconda ch'è la pianta dell'Altare con la lettera B firmata detta modola dalle parti contraenti, il qual lavoro deve essere cominciato entro il corrente mese di giugno 1842 e portato al suo compimento entro il giorno 20 giugno 1843, ed incominciato il lavoro dev'essere proseguito, senza interuzione di sorte.

In compenso della fabbricazione, erezione e collocamento di questo Altare di finto, ma lucido marmo, essi consorti permettono e solidariamente si assumono li seguenti obblighi, cioè

1° si obbligano di pagare solidariamente a mani del Fabricatore Contessi Austriache L. 900.00 dico novecento estinguibili in cinque rate la prima con Austriache L. 100. 00 all'incominciar del lavoro. La seconda con Austriache L. 100 altri due mesi dopo la Prima. La terza con Austriache L. 100. 00 altri due mesi dopo della seconda, ossia quattro mesi dopo dell'incominciato lavoro. La quarta con Austriache L. 300. 00 terminato, eretto, collocato ed approvato che sia il lavoro del Altare. La quinta con Austriache L. 300. 00 sei mesi dopo colaudato il contratto; ben inteso che quando anche terminasse il lavoro prima del giorno 20 giugno 1843 il Contessi non potrà rispettare il pagamento della quarta rata, ma per questa dovrà aspettare l'esprivo del suddetto giorno 20 Giugno 1843 e per la quinta rata dovrà attendere la scadenza del giorno 20 dicembre pure 1843.
2do Sarà dovere delli suddetti consorti di somministrare all'Appaltatore Contessi l'occorrente calzina, sabbia, scajola, ossia gesso, ferramenta e l'opera di una giornaliera Persona ad uso di Manovale, durante il lavoro in Buja.
3ZO In caso che venissero ad insorgere questioni sulle perfezioni del lavoro, o qualunque altra differenza relativa all'Altare in discorso, in questo caso dovranno le parti riporsi intieramente alla decisione di due persone esperte, ed in caso di discrepanze fra queste due esse, moto proprio, scieglieranno e nomineranno una terza persona, la quale giudicherà e sentenzierà difinitivamente ed innappellabilmente la questione, rinunciando le parti ora per allora espressamente a qualunque siasi reclamo.
4to In aggiunta ai sopradescritti obblighi assuntisi, come sopra, il Contessi promette e s'impegna di assistere a sorvegliare al lavoro del soffitto e della cornice del coro di detta Chiesa di S. Pietro, e ciò senza pretesa di venire per tale conto compensato, ma s'intende compreso nella suddetta somma di Austriache L. 900. 00 che si
esborseranno pel'lavoro dell'Altare. -
Francesco Contessi del vivente Giovanni affermo
jo Leonardo Zonton qm. innocente affermo
Domenico qm. Pietro Barachino affermo
Miton Santo di giacomo affermo
Antonio qm. Gio: Batta Barachino affermo
jo Francesco Tessaro affermo
jo Antonio qm. Daniele Bortolotti affermo
jo Antonio Caligaro affermo
jo Giuseppe Taboga affermo
jo Gio: Batta di Matia Barachino affermo
jo Francesco Taboga affermo
jo Forte Giobalista affermo
Angelo qm. Domenico Gançiti afferno col segno
ordinario di croce +
Francesco del vivente Giacomo Tessaro afferma
col segno di croce +
Domenico qm. Antonio Fabro afferma col segno
di croce +
jo Mattia del fu Giovanni Monasso affermo
Mattia qm. Angelo Taboga affermo
Pietro qm. Gio Batta Barachino affermo".

Rispettati i termini del contratto sia da parte del Contessi, sia dagli abitanti di Avilla, nel 1843 la chiesa di San Pietro Apostolo potè finalmente avere il suo altare maggiore "di finto, ma lucido marmo"!..

Nella nicchia venne posta una statua in cera della Madonna che, seduta, teneva sulle ginocchia il Bambin Gesù. La statua venne rimossa nel 1876, quando Mons. Pietro Venier diede il permesso di sostituirla con la bella Immagine in terracotta che alcuni fornaciai di Buja avevano portato, al loro rientro dalla Baviera, nell'autunno dell'anno precedente.

La nicchia dell'altare, così come l'aveva costruita il Contessi, era però troppo piccola per ospitare la Madonna dei fornaciai, perciò fu necessario ampliarla.

Nel "Libro registro-resoconto" in cui Giovanni Monassi teneva l'amministrazione per conto della chiesa di San Pietro di Avilla, infatti si legge:

"1876 - In marzo pagato per la suaza e tendina

dell'arca della Madonna L. 70

Io detto consegno al muratore Pietro Moschetin per ingrandire l'arca L. 6

In maggio spese per il vetro dell'arca L. 50

Per ridurlo in lavoro L. 5

Pagato il marangone a fare la suaza L. 39

Pagato fattura al fabbro e ferro per la medesima L. 5

Per due vasi per la Madonna L. 4

TOTALE L. 179, 30"

Il 21 Novembre 1876, con una solenne processione, la nuova statua della Madonna venne trasportata da Santo Stefano ad Avilla e deposta nella nicchia dell'altare maggiore. Da allora è venerata col titolo di "Madonna della Salute"!.