La festa della

Madonna della Salute

 

 

La festa della Madonna della Salute, che a Buja si celebra il 21 novembre rappresenta una delle fe­ste religiose popolari in assoluto più sentite; mi­gliaia sono le persone provenienti da ogni borgo, da altre città, se non addirittura, appositamente per la festa, da altre regioni, che prendono parte alla processione pomeridiana, con la Statua della Madonna portata a spalla.

La celebrazione trae origine dalla omonima sta­tua, denominata anche Madonna dei Fornaciai per­ché da questi costruita, per devozione alla Vergine Maria, e per invocare la protezione della salute, co­sì necessaria per quegli storici "mattonari" che do­vevano far fronte alle immani fatiche delle lunghe stagioni di lavoro.  Un vero  atto  di fede  che sublimava il loro duro "tirare avanti" in qual­siasi avversità e in ogni condizione per la neces­sità di quel lavoro, per il bene delle loro famiglie rimaste in Friuli.

L'avventura di questa statua muove i suoi primi passi dalla fornace bava­rese di Haidhausen che il Sig. Anton Grassi, cono­sciuto come il "re delle fornaci", aveva in pro­prietà.

Riguardo alla leggen­da per cui si attribuiva agli stessi fornaciai il me­rito di avere creato la statua della Vergine Maria, dandole sem­bianze, fattezze e addi­rittura la pittura, ad oggi si è decisamente più pro­pensi a credere che a plasmarla fosse stato il Prof. Josef Knabel, ami­co del Grassi e noto in tutta la Baviera per le statue sacre da lui mo­dellate. Realizzata quin­di dal Knabel fu portata nella fornace del Grassi per la cottura, dove -scrive Pietro Menis - "i fornaciai, abituati a modellare ben diversamente l'ar­gilla, dinnanzi a quelle forme perfette ed ispirate sen­tirono un fremito di commozione e di sgomento in­sieme, come di chi per un attimo sfiori il mistero!...". Essi,(4) "usarono tutte le accortezze perché la fattura riuscisse a perfezione e dopo una settimana il miracolo: una statua ricoperta di cenere rossiccia, simile ad un velo impalpabile esce dalla fornace senza macchia e senza screpolature, bella, perfetta. In seguito la sta­tua venne collocata al riparo sotto un "casone"e un pittore venne a dipingerla; al naturale, il viso soave, le mani affusolate e congiunte, di bianco i piedini cal­zati..."

Un vero miracolo.

E poi, chi fu a lanciare l'idea di portare quella statua in Italia?... Una statua da porsi sull'altare...? La tradizione orale ci ha tramandato il nome di due protagonisti: il "capucat" Giacomo Ganzitti e il "palîr" Sebastiano Rottaro di Sottocostoia ma certa­mente altri buiesi mattonari hanno contribuito alla realizzazione di tutta quell'impresa. Un'avventura che sul finire di quella straordinaria stagione di la­voro, in quel 1875 presentava una novità: accanto ai bagagli tradizionali dei fornaciai che facevano ritor­no a casa - c'era una cassa insolita, ben inchiodata e rilegata con filo di ferro, dove i fornaciai aveva po­sto, con mille cure, la loro Madonna di terracotta. Avrebbero voluto tenerla con loro sul treno, ma era

troppo voluminosa quel­la cassa e furono pertan­to costretti a farne la spe­dizione. E da qui, per i fornaciai, un lungo viaggio: da Haidausen a Kufstein (a confine tra la Germania e l'Austria), e poi Innsbruck, il Brenne­ro, la discesa lungo la Pusteria... Fortezza, S. Candido, Lienz, Spittai, Villacco: "cento kilometri dal focolare, dalle proprie famiglie"... Tarvisio "col carico delle robe e l'ansia nei cuori"; una tappa per la notte in qualche borgo e poi Pontebba, il Canal del Ferro... la meta: casa! La Statua della Madonna sarebbe arrivata da lì a poco.

"Avilla era divenuta da pochi anni "capoluogo del terzo Reparto civile del co­mune" e in quel tempo "si agitava per istituire una festa, una sagra che atti­rasse l'attenzione della folla" e quella statua giun­geva pertanto al momento opportuno.

Ma   sembra   che   il Pievano Venier non fosse d'accordo e che fosse ad­dirittura contrario a con­cedere l'ingresso del simulacro in chiesa, forse perché quel periodo storico richiedeva molta cautela e quin­di non poteva concedere alla leggera che un borgo, una corrente o una fazione istituisse una festa a pro­prio piacimento.

Si racconta pertanto che prima del suo ingresso in chiesa la statua dei fornaciai fosse stata ospitata in diverse famiglie delle borgate di Avilla e Sottocolle e fatta oggetto di devozione e preghiere. Fu proba­bilmente per questa dimostrazione sincera della co­munità che il parroco si convinse ad accogliere quel­la statua che il 21 novembre 1876, con la celebra­zione della prima messa, entrava ufficialmente in chiesa con il titolo di "Madonna della Salute".

 

 

 

Foto : La Statua della Madonna della Salute. (foto Egidio Tessaro)