Luglio 1990 |
Protagonista l'organo |
Chissà se Francesco Dacci quando, nel lontano 1769, costruì il bellissimo organo, pensò che il suo capolavoro avrebbe attraversato tante traversie, tanti momenti brutti ma anche tanti belli. Una parentesi sfavorevole è stata quella del terremoto che ha causato ingenti danni allo strumento: numerose parti sono state irrimediabilmente danneggiate ma, per fortuna, molte altre hanno potuto essere recuperate e restaurate. Ed è appunto grazie al miracoloso restauro operato da Gustavo e Francesco Zanin, che l'organo ha riacquistato l'antico aspetto esteriore e soprattutto l'originale timbro. In virtù di questa rinascita, l'organo della nostra nuova Chiesa è stato il protagonista, Domenica 3 giugno, di un riuscitissimo concerto, organizzato per l'inaugurazione del pregiatissimo strumento. Durante questa serata si è esibito il Coro "Guarneriano" dì S. Daniele del Friuli diretto dal M° Lino Falilone, e parallelamente all'organo il M° Michele Gaggia. Il programma, assai ricco e coinvolgente, comprendeva esecuzioni del M° Gaggia all'organo, e parti riservate al solo coro. Le musiche eseguite all'organo appartengono a compositori vissuti fra la seconda metà del 500 e la prima metà del 1700. I brani, propostici dal Coro Guarneriano, coprivano un lasso di tempo maggiore, infatti si va dal 1500 fino oltre la seconda metà del 1800. Il M° Gaggia, con la sua abilità e maestria, ha aperto il concerto con musiche di Gabrieli e Frescobaldi, che hanno creato subito l'atmosfera adatta alla occasione ed hanno coinvolto inferiormente il numeroso pubblico intervenuto. In seguito si è esibito il coro che, con brani di O. di Lasso, Liyubimov, Gounod, Liszt, ci ha regalato momenti intensi, grazie alla sua bravura e soprattutto alla magistrale direzione del M° Falilone. Successivamente si è nuovamente esibito all'organo, il M° Gaggia che ha eseguito musiche di Nivers e Buxtehude, cosicché l'attento pubblico ha potuto ascoltare vari esempi di forme musicali quali la fuga e il preludio. Come tocco finale il coro ci ha regalato una stupenda esecuzione della "Anima Christi"di J. Tomadini, magnificamente sostenuta dalle tre voci virili e dal tenore solista Mirco Colombino, e accompagnata da armonium ed arpa. Questo brano, così singolare ha creato un crescendo di emozione e sensazioni che sono, sicuramente, culminate durante l'esecuzione all'organo dell'ultimo brano in programma scritto da Couperin. Questa serata, stupendamente animata, oltre ad essere stata spunto di incontro culturale per tutta la comunità di Madonna può essere presa anche come momento di riflessione. L'organo, è un simbolo del tormento vissuto durante il periodo del terremoto e della successiva ricostruzione, come le nostre case e il nostro animo è stato semidistrutto, danneggiato e abbandonato, ma nonostante tutto è rinato con nuovo splendore come tutte le nostre case e tutti gli altri edifici. Ora tocca a noi ricostruire e riparare i danni subiti dal nostro animo sia nella intimità di ogni individuo e famiglia, sia nella globalità di tutta la comunità. L'organo deve quindi rimanere a testimonianza delle pene passate e superate e restare sempre come sprone nel prosieguo del lavoro di ricostruzione della nostra comunità. |