Riscoprendo le opere d’arte d’arte La Sacra Famiglia di Carla Pauluzzi | |
Durante le ricerche per la mia tesi di laurea, dedicata alla chiesa della B.V. ad Melotum di Madonna di Buja, ho avuto modo di conoscere, anzi di scoprire, molti aspetti per me fino a quel momento sconosciuti circa l’aspetto storico artistico della chiesa di Madonna antecedente al 1976. I miei ricordi personali riguardo all’edificio sacro e alle opere d’arte in esso contenute erano, e sono tuttora, assai vaghi, e certamente falsati dalle sensazioni ed emozioni personali. Questa mia lacuna mnemonica e una grande curiosità mi hanno spinta, sia durante la stesura della tesi che in occasione della redazione di questo articolo, a dedicarmi anche allo studio delle opere d’arte conservate nella chiesa di Madonna al momento del sisma del ’76. Al momento del terremoto la nostra chiesa era imponente e grandiosa sia all’esterno che all’interno grazie anche alle preziose opere d’arte in essa contenute. Sull’altare maggiore, ricco di marmi e decori, troneggiava la bella e famosa statua lignea, opera di Domenico da Tolmezzo, dedicata alla Madonna con Bambino, mentre il soffitto era decorato dai tre affreschi, opera del pittore osoppano Domenico Fabris. Non vanno certo dimenticati la seicentesca pala d’altare di Eugenio Pini dedicata a S.Valentino che benedice gli infermi e le due tele di Giacomo Brollo dedicate alla Madonna. In questa occasione però, mi soffermerò su un dipinto “minore” ma non meno interessante dedicato alla Sacra Famiglia e San Francesco. Al momento del sisma del 1976 questo dipinto ad olio su tela era collocato nelle adiacenze delle scale che conducevano alla cripta. In seguito questa tela come pure molte altre opere d’arte del Friuli terremotato venne rimossa e portata al Centro regionale di catalogazione e restauro di Villa Manin di Passariano, dove negli anni seguenti venne conservata e restaurata. Misura 75 x 89,5 cm ed ha in alto l’iscrizione della data 1636; è, a detta degli esperti, di autore ignoto. Con l’intervento di restauro gli esperti di Passariano hanno provveduto a foderare e collocare su un nuovo telaio il dipinto, in seguito è stato pulito dalla patina che il tempo aveva depositato ed infine, poiché il dipinto era rovinato in più punti e presentava delle evidenti lacune, sono state effettuate delle integrazioni pittoriche con verniciatura finale. Nel dipinto è raffigurata la Sacra Famiglia con San Francesco. A sinistra San Giuseppe con mantello color ocra e con mezza figura in ombra è rivolto, quasi chino, verso il Bambino che è in braccio alla Madonna. Quest’ultima figura è al centro della composizione e spicca per il colore rosso della veste ed è collocata su un piano più alto rispetto ai due personaggi laterali. Anche il Bambino che con una mano è in atto di benedire e con l’altra regge una croce di legno, risalta per il colore rosato dell’incarnato. Il volto della Madonna, dallo sguardo tenero e mite, è contornato dal mantello scuro che le copre la testa ed è evidenziato dalla luce chiara e soffusa dell’aureola che contribuisce ad evidenziare la forma della testa e il volto. Infine, a destra San Francesco con indosso la tunica francescana, ha le mani incrociate sul petto in atto di adorazione e la testa china rivolta al Bambino. Sullo sfondo, per tre quarti della composizione lo spazio è occupato da tendaggi alquanto scuri, mentre a sinistra, dietro la figura di S. Giuseppe, c’è un’apertura attraverso la quale si intravede uno squarcio di cielo denso di nubi. Di questo dipinto, durante le mie ricerche d’archivio, non ho trovato alcuna traccia; ritengo sia stato commissionato in occasione di qualche ricorrenza particolare. Neppure fra le cronache delle visite pastorali ho trovato menzione di questa opera. Inoltre, mi sembra strano il fatto che nel quadro compaia San Francesco, infatti questo santo non era particolarmente venerato a Madonna in quell’epoca e neppure nelle successive (si tenga presente che gli altari erano dedicati a S. Maria Maddalena, S. Michele Arcangelo, S. Valentino e a S. Antonio Abate). Avanzo quindi due ipotesi entrambe valide, questo dipinto o è stato commissionato da un fedele devoto alla chiesa della Beata Vergine e a San Francesco oppure è stato realizzato per qualche altra chiesa o cappella privata e poi in un secondo tempo è passato in proprietà alla chiesa di Madonna. Queste sono solo ipotesi poiché dalle carte d’archivio nulla emerge. Certamente autore di questo olio su tela fu un pittore locale. Infatti fra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII la pittura friulana perse consistenza e vitalità. In questa epoca operarono soprattutto artisti locali di scarso peso per cui la pittura friulana anche a causa della grave crisi socio-economica, gradualmente perse la sua identità. Il panorama artistico del Sei e Settecento locale era dominato da personalità provenienti dal vicino Veneto che però non entrarono in contatto direttamente con gli artisti locali apportando innovazioni e aggiornamenti, provocando l’ulteriore isolamento dei pittori friulani. La Sacra Famiglia con San Francesco, quale opera di un artista locale, si inserisce quindi in questo ambiente artistico-culturale di generale mediocrità. Il centro della composizione reso più evidente dalla simmetria delle due figure dei santi, è la Madonna col Bambino e fra questi due protagonisti spicca soprattutto la Madre in virtù del colore della veste e della luminosità che avvolge la figura mariana. Questo quadro è pregevole ma privo di una significativa impronta artistica. Il volto della Madonna ed il Bambino dalle forme rotonde richiamano quasi il gusto rinascimentale mentre le due figure di santi sono più vicine ai tipi seicenteschi. Nel complesso dalla composizione traspare un certo realismo e, a mio avviso, la figura meglio interpretata è senza dubbio quella della Madonna. BIBLIOGRAFIA G.Bergamini - S.Tavano, Storia dell’arte nel Friuli Venezia Giulia, Reana del Rojale 1984. G.C.Menis, Civiltà del Friuli centrocollinare, Pordenone, 1984. A.Rizzi, Storia dell’arte in Friuli. Il Seicento, Udine 1969. Un museo nel terremoto a cura di G.C. Menis (schede di L.Marioni Bros), Udine 1988. |