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Natale 1994

"Rinascono gli affreschi a 
San Lorenzo in Monte"

di Gian Carlo Menis

 

FOTO

 

Il restauro della Pieve di San Lorenzo in Monte è pressoché ultimato al grezzo. Sono rinati gli affreschi trecenteschi di scuola post-giottesca della cappella sud-est della Chiesa, ad opera di Renzo Lizzi restauratore di Artegna. Tra qualche giorno riprenderanno i lavori per il completo rifacimento della Pieve.

Il recente restauro degli affreschi gotici che ornano la cappella della Vergine nella Pieve di Monte ha ridato a Buja il suo monumento storico artistico più antico e più venerando. Già fortemente compromessi nella loro consistenza materiale ed estetica a causa degli agenti ambientali e dell'incuria, i dipinti erano stati sottoposti ad un primo intervento restaurativo da parte della Soprintendenza nel 1957. In seguito, tuttavia, l'umidità sia per condensa sia per risalita aveva nuovamente aggredito gli intonaci ad il loro pigmento policromo causando nuove gravissime cadute. Il terremoto del '76, infine, accentuò il processo di degrado, facendo temere ormai prossima la perdita definitiva dell'opera.

Fortunatamente il nostro grido d'allarme fu raccolto dall'attuale Soprintendente prof. Bocchieri che predispose una urgente sequenza di provvidenze.

Dapprima furono risanate le fondazioni isolandole dalle strutture in alzato attraverso l'inserimento orizzontale di fogli di vetroresina che crearono uno sbarramento invalicabile all'acqua. Furono, quindi, consolidati gli intonaci e le superfici pittoriche. Si passò, infine, alla pulitura e all'integrazione estetica delle iconografie superstiti. Uno dei beni culturali più preziosi della cittadina collinare è stato così messo in grado di sopravvivere e di continuare ad offrire allo spettatore il suo suggestivo messaggio d'arte e di religiosità.

Com'è noto, l'episodio pittorico della Pieve di Buja tramanda l'unico ciclo completo della vita della Madonna esistente in Friuli.

Nonostante le perdite subite, il piano iconografico è ancora chiaramente riconoscibile.

Esso era composto da dieci scene così disposte  in  logica  successione.   Sulla  parete

Nord era raffigurata la «Nascita di Maria» (si intravedono pochi lacerti); sulla parete orientale si possono ancora ammirare la «Presentazione di Maria bambina al tempio»

il «Suo soggiorno nel tempio» (scena contratta), il «Miracolo della verga di San Giuseppe» e lo «Sposalizio della Vergine»; sulla parete Sud è riprodotta 1' «Annunciazione dell'Angelo a Maria, (molto danneggiata); sulla fronte occidentale sono dipinti la «Natività di Gesù, l'«Adorazione dei Magi» e la «Presentazione di Gesù al tempio»; al centro della volta a botte è, infine, rappresentata l' « Incoronazione della Vergine ». Nel registro inferiore erano raffigurati i dodici Apostoli, ma le loro immagini sono andate quasi interamente perdute.

Il testo figurato bujese costituisce una eccezionale testimonianza di pietà mariana medioevale, ispirata sia dai libri canonici sia da quelli apocrifi più vicini al mondo fantastico ed emotivo popolare.

Si tratta di una vera «biblia pauperum» riproducente attraverso immagini di facile lettura gli stessi temi di contemplazione religiosa che venivano proposti dalla catechesi orale.

Sotto il profilo storico-artistico gli affreschi della Pieve di Buja si collocano nel contesto della fioritura post-giottesca che si afferma in Friuli nel corso del Trecento. L'ignoto artista è sicuramente un epigono della scuola friulana formatasi nella prima metà del secolo e tributaria di diverse correnti artistiche sia risalenti dal centro Italia sia provenienti d'oltralpe. Insensibile alla moda vitalesca dominante nella seconda metà del Trecento, egli perpetua non senza una sua personale vivezza creativa moduli consolidati d'antica tradizione.