1959 Aprile |
Il restauro della Cappella della Madonna in Monte di Gian Carlo Menis |
Durante la primavera 1957 è stato portato a termine il restauro degli affreschi trecenteschi della Cappellina della Madonna annessa alla Chiesa di Monte, a cura della Soprintendenza ai Monumenti del Friuli, per una spesa complessiva di L. 300.000. Si concludeva così una lunga pratica, iniziata già nel 1952, in favore della quale fu interessato direttamente il Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti. Le superfici affrescate furono completamente ripulite e consolidate; nelle lacune furono rifatti gli intonaci ed i dipinti vennero completati con tinte neutre o con motivi geometrici che riprendono lo schema decorativo originario. Secondo la tecnica più moderna del restauro, si diede così all'ambiente il suo complessivo aspetto primitivo, senza compromettere l'autenticità delle parti originarie superstiti. Fu anche rifatto il pavimento al livello antico, munita la finestrella verso mezzogiorno di nuovo telaio e riparato il tetto. Forse qualcuno si meraviglierà di tante cure rivolte ad una chiesina pressoché abbandonata e quasi sconosciuta agli stessi buiesi. Credo quindi opportuno richiamare alcune notizie relative agli affreschi di Monte che ne segnaleranno la importanza e giustificheranno pienamente l'interesse che essi vanno destando da qualche tempo fra gli studiosi dell'arte friulana. La pittura trecentesca in Friuli, fino a qualche anno addietro, era praticamente sconosciuta. Si conosceva qualche nome, qualche sporadica manifestazione che i manuali s'affrettavano a definire « provincialesca » oppure dovuta alla scuola di Vitale da Bologna che lavorò a Udine verso la metà del secolo. In questo dopoguerra però tornarono alla luce numerosi dipinti che smentirono pienamente quelle vecchie posizioni e permisero d'iniziare un lavoro d'analisi più serio. Si cominciò così ad individuare varie correnti d'influenza, a tentare classificazioni ed a proporre centri di scuola. In questo quadro s'inseriscono con un loro notevole ruolo le pitture di Monte. L'esame attento dei caratteri stilistici denuncia chiaramente la presenza d'un artista che risente sia d'influssi nordici come d'influssi italiani, in particolare della scuola romagnola. Egli tuttavia sa fondere questi apporti in un linguaggio personale, secondo uno spirito che possiamo senz'altro definire soltanto « friulano ». Con ogni probabilità questo pittore fu un certo « Valente di Valcone da Gemona » che, secondo i documenti, dipingeva nella « chiesa di S. Maria di Buia » verso l'anno 1328. Avremmo dunque a Buia una delle più notevoli testimonianze di quella che sempre più insistentemente, sia in Italia come all'estero si va chiamando « scuola friulana ».
Anche sotto l'aspetto iconografico le nostre pitture presentano un notevole valore. Esse infatti conservano l'unico Ciclo completo esistente in Friuli delle storie della Madonna. Il racconto è composto da dieci quadri: 1. Nascita della Vergine ; 2. Presentazione di Maria Bambina al tempio; 3. Soggiorno di Maria bambina al tempio; 4. Miracolo della verga di S. Giuseppe; 5. Sposalizio della Vergine con S. Giuseppe; 6. Annunciazione dell'angelo a Maria; 7. Nascita di Gesù ; 8. Adorazione dei Magi ; 9. Presentazione di Gesù al tempio; 10. Incoronazione della Vergine. Sotto questi quadri c'era la serie dei dodici Apostoli, che però è stata gravemente danneggiata. Le pitture coprono completamente tutta la superficie delle paréti e della volta con un'armonia di composizione ed una sobrietà di toni veramente suggestiva. La schietta semplicità del racconto è fatta per commuovere anche il visitatore più disattento e sprovveduto. Se infine pensiamo che la cappellina è la più antica chiesa di Buia e che i suoi affreschi sono una nobilissima testimonianza di fede e di amore alla Madonna data dai nostri padri, essa ci apparirà come la più preziosa memoria che conservi il cuore della nostra antica religiosa Buia. Gian Carlo Menis |