Antichi santini pasquali della Pieve di S. Lorenzo Martire di Pier Lodovico Ursella | |
In una vecchia cartellina sgualcita, nell’archivio della Pieve di San Lorenzo Martire, è stata ritrovata una cinquantina di santini emessi dai Pievani di Buja in occasione della Comunione pasquale. Questi santini, di diversi formati e colori, venivano distribuiti ai fedeli che si accostavano alla comunione nei giorni di Pasqua. Essi ripercorrono il periodo storico che va dal 1865 al 1920 e riportano brani tratti dal Vangelo, salmi, preghiere, canti o frasi scritte da Santi, Papi e Pievani di Buja. Il santino del 1873 riporta le seguenti parole del Pievano Pietro Venier: “In segno di protesta contro le ereticali bestemmie degli empi”. Quello del 1882 riferisce la frase di S. Girolamo: “Non crederò mai a chi dice di essere uscito senza peccato dai balli e simili spettacoli”. Il santino del 1900, Anno Santo, raffigura il Papa, circondato da vescovi e guardie, mentre apre la porta santa. Nel 1905 e nel 1906 il Pievano Giuseppe Bulfoni fa riferimento ad alcune frasi di S.Paolo che recitano: “Non vi lasciate aggirare da dottrine vaghe e straniere... Anche di mezzo a voi si leveranno su degli uomini a insegnare cose perverse per trarsi dietro dei discepoli; per la qual cosa siate vigilanti, non vi siano scismi tra voi”. Nel santino del 1915 (Prima guerra mondiale) si leggono le parole del Papa Benedetto XV: “Sgomenti dagli orrori di una guerra che travolge popoli e nazioni ci rifugiamo, o Gesù, come a scampo supremo, nel Vostro amatissimo cuore: da Voi, Dio delle misericordie, imploriamo con gemiti la cessazione dell’immane flagello”. In quello del 1916 viene invocata la pace con la seguente preghiera: “O Dio dal quale procedono i santi desideri, i retti consigli e le opere giuste, dona ai tuoi servi quella pace che il mondo non può dare affinché, assoggettati i nostri cuori ai tuoi comandamenti e tolto ogni timore dei nemici, i nostri giorni passino tranquilli sotto la tua protezione." Nell’anno di guerra 1918 non furono stampati santini, ma si riutilizzarono i rimanenti del 1917 correggendo la data e scrivendo a penna le seguenti parole: “Causa il subbuglio per l’occupazione Germano-Austro-Ungarica quest’anno non si poterono stampare i bollettini pasquali”. Terminata la Ia guerra mondiale, nella tessera pasquale del 1919 si legge: “Gloria a Dio nel più alto de’ Cieli e Pace agli uomini di buona volontà”. |