Pasqua 1994 |
Continua il restauro della Pieve Sofisticate tecnologie per salvare gli affreschi di Gian Carlo Menis |
Durante i mesi scorsi un altro passo verso il definitivo ripristino della Pieve di San Lorenzo in Monte è stato felicemente realizzato. E' stata in primo luogo ricostruita la facciata, con il suo oculo, il timpano e la finestra rettangolare; con particolare cura è stato ricomposto l'elegante portale scolpito e datato 1518. Sopra di esso ha ripreso il suo posto lo stemma di Buja con il bove «passante» scolpito sulla pietra e recante la data 1711. I muri perimetrali del settore più antico dell'edificio sacro sono stati consolidati ed è stata rinnovata interamente la copertura; sono stati infine stesi gli intonaci sulle pareti esterne con malte lisciate a cazzuola. Intonacata al grezzo è stata invece la cappellina di meridione. All'interno sono stati alfine ripuliti i reperti archeologici messi in luce dai recenti scavi ed è stato sistemato l'intero transetto in forma provvisoria ma tale da poter essere opportunamente utilizzato per celebrazioni liturgiche e assemblee. Anche il sagrato, seppure ancora in forma provvisoria, è stato riordinato. Per il proseguimento dell'opera si attendono ulteriori finanziamenti, che, come ci assicura il Soprintendente Arch. Bocchieri, non verranno a mancare. I prossimi interventi dovranno affrontare il problema delle decorazioni archittettoniche interne, le soffittature e i pavimenti. Solo al termine di queste opere si potrà passare alla ricollocazione dell'arredo immobile (altari, serramenti, vetrate, ecc.) e mobile (quadri, statue, ecc). Attraverso i recenti lavori la Pieve ha ripreso la sua sostanziale fisionomia architettonica ed ambientale, reinserendosi autorevolmente coi suoi valori volumetrici e simbolici nel contesto di quell'incomparabile sito storico paesaggistico che è Monte di Buja, centro ideale di tutta la cittadina e polo di riferimento per tutta l'area centro collinare del Friuli. Ho lasciato per ultimo, ma per poterne parlare con maggiore ampiezza, l'importante e sofisticato intervento che è stato effettuato nelle fondazioni della cappellina annessa alla parete meridionale della Pieve, detta anche «sacrestia vecchia» perché di fatto essa servì per qualche tempo, prima dell'ampliamento ottocentesco, per tale uso. Com'è noto, il piccolo ambiente, di pianta rettangolare e coperto internamente da una severa volta a botte, conserva le più antiche e le più preziose pitture esistenti a Buja. Un patrimonio culturale di eccezionale valore, sia sotto il profilo storico artistico, sia sotto l'aspetto iconografico e religioso. Nonostante le gravissime perdite avvenute attraverso i secoli, causate soprattutto dall'umidità, è possibile ancora ricostruire l'intero ciclo di immagini che copriva integralmente le pareti e la volta. In una sequenza di dieci quadri vi viene narrata la vita della Madonna, dalla sua nascita al suo fidanzamento, allo sposalizio, alla natività, all'adorazione dei Magi, alla presentazione al tempio, alla sua incoronazione. Si tratta dell'unico ciclo di tale soggetto conosciuto in Friuli! Per i suoi caratteri stilistici esso può essere agevolmente attribuito alla scuola gotica friulana previtalesca operante nella seconda metà del secolo XIV. Come s'è accennato, questi affreschi sono stati danneggiati (soprattutto in epoca recente, sia a causa della poca frequentazione della chiesa sia in seguito al terremoto del 1976) dall'umidità ascendente, derivata dall'assorbimento e dalla penetrazione nella muratura per risalita capillare di acqua proveniente dalla falda freatica. Ciò provoca il distacco degli intonaci dal muro, la fioritura di sali, l'alterazione dei pigmenti ed infine la caduta delle superfici affrescate. Si rendeva quindi urgente interrompere tale risalita di acqua per ristabilire una situazione di stabilità idrotermica delle murature, preliminare ad ogni serio intervento restaurativo della pellicola pittorica. A tale fine si è provveduto a praticare uno sbarramento orizzontale mediante taglio meccanico delle murature (subito sotto la quota del pavimento) ed all'inserimento di un foglio di vetroresina bisabbiata idonea a creare una efficace barriera impermeabile. Per garantire la statica del fabbricato sono state inserite nel taglio particolari zeppe di plastica (brevettate con portata di 600 Kg. al cm.2). La saturazione del taglio è stata alfine assicurata attraverso iniezioni di particolari cementi impermeabilizzanti. Ovviamente questo radicale e fondamentale intervento (che favorirà una nuova accurata pulitura delle superfici affrescate ed eventualmente anche una intelligente integrazione che consenta una più facile lettura dei lacerti superstiti) dovrà essere in futuro sempre integrata da normali provvidenze di manutenzione, per evitare soprattutto i fenomeni di condensa ed i conseguenti dissesti igrometrici. Con questi ultimi lavori la Pieve di Buja assicura, dunque, al futuro uno dei suoi tesori più preziosi e riassume con piena dignità quel ruolo di gelosa custode delle memorie più sacre della civiltà locale. 18 marzo 1994 |