1940 Novembre |
Il campanile di Giovanni Chitussi |
Qual'è l'argomento generale di tutte le conversazioni? Certamente il problema che tutti assilla è la guerra, la pace, il crollo dell'Inghilterra più o meno prossimo con la conseguente sospirata vittoria. * * * * * * * ** * * ** * * ** * * ** * * ** * * ** * * * Altro argomento di stagione oggetto di generale conversazione, dirò meglio, di generale preoccupazione, è il tempo che ostacola la raccolta di quel poco che la campagna ha prodotto, e la semina del frumento. Uomini di poca fede, diceva Nostro Signore ai suoi ascoltatori e così potrebbe dire anche a noi. Nessuno è morto di fame in anni più critici di questo, come durante l'invasione, e vedrete che la Provvidenza di Dio non verrà meno all'opera di Paterna sollecitudine verso noi neanche nell'anno in corso. Anzi se vi fu un tempo in cui si crepava di salute, molti di voi potete ricordarlo, fu appunto l'anno dell'invasione. Prova evidente che un po' di digiuno giova molto alla salute del corpo. È sempre vero il proverbio «Ne uccide più la gola che la spada». Difatti quando venne l'abbondanza, e si volle rifarsi per il tempo in cui si aveva sofferto la fame, la salute pubblica se né risentì in maniera generale. Non vorrei per questo, che vi abbandonaste ad un fatalismo tutt'altro che cristiano; e cioè che diceste: «Se Dio ha stabilito che non moriremo di fame avremo certamente di che sfamarci » oppure «Se è stabilito che moriremo di fame è inutile affannarci a lavorare». Ciò ripeto non è né cristiano né patriottico. Non dobbiamo infatti dimenticare un'altro proverbio: «Aiutati che il ciel t'aiuta». Lavoriamo dunque tutti alacremente e facciamo il nostro dovere accettando con spirito cristiano e patriottico quelle restrizioni che ci verranno imposte per le necessità del momento che attraversiamo, e per il resto abbandoniamoci con fiducia alla Bontà e Provvidenza di Dio sicuri che quando avremo fatto il nostro dovere, non mancherà di provvedere alle nostre necessità, con maggior sollecitudine con cui provvede il cibo agli uccelli dell'aria e il vestito ai gigli del campo. In questa sola maniera potremo godere quella felicità che ci vien concesso di godere in questo mondo. * * * * * * * ** * * ** * * ** * * ** * * ** * * ** * * * Il terzo argomento di generale conversazione per tutti i Parrocchiani è il Campanile. Cresce ogni giorno, cresce bello e snello; d'una bellezza e snellezza meravigliosa che attira gli sguardi e l'ammirazione non solo dei Parrocchiani, ma anche di tutti i forestieri. Ma come si fa ad intraprendere lavori di tale mole e in questi tempi così critici? Questa domanda mi è stata rivolga più volte da parecchie persone parrocchiane e forestiere. La risposta è semplicissima e facilissima. Come abbiamo fatto a costruire l'Artistica ed armonica facciata del Duomo? Quando si è incominciata, più di loro crollavano scetticamente il capo domandandosi se l'Arciprete fosse pazzo per mettersi in un labirinto di spese e di debiti dal quale non ne uscirebbe più. Grazie a Dio sono uscito, e la facciata è là bella a testimoniare la fede e la generosità dei fedeli di Buia. Qualcheduno si domanderà: E il segreto per riuscire? Nessun segreto! Una cosa molto semplice: ho avuto gran fede in Dio e gran fede e stima dei miei parrocchiani. Dio mi ha aiutato ed i miei parrocchiani hanno sempre corrisposto ad ogni mio appello, superando ogni aspettativa. Ecco tutto. La stessa fede in Dio e fiducia nei miei parrocchiani mi ha spinto ad iniziare i lavori per portare a termine il campanile. Da questo capite che se non interverranno impedimenti di forza maggiore, il campanile si finirà presto. Provvisoriamente al finanziamento si è provveduto con un prestito autorizzato dall'Ufficio Amministrativo Diocesano. Non abbiamo noi incominciati i lavori della facciata del Duomo senza un centesimo? In poco più di tre anni si sono realizzate circa L. 200.000 (duecento mila). Ebbene continuando assiduamente con le solite industrie in meno di tre anni noi pagheremo non soltanto il campanile ma finiremo anche di liquidare il debito della facciata del Duomo. Faccio affidamento sulla solita offerta di bozzoli e di latte. Qualche migliaio di lire si raccoglie ogni anno con offerte private, e così il problema finanziario è risolto. Qualcuno è preoccupato per la faccenda del latte e teme che questa divenga un gravame perpetuo assumendo la forma di un legato. Queste preoccupazioni sono fuori luogo. Tutti possono constatare come questa offerta sia completamente libera, e nessuno può affermare d'aver subito qualche costrizione. Perché questa offerta divenga legato è necessario un atto legale che non può essere fatto senza, e tanto meno contro la volontà di tutti i contraenti, cosa che non avverà mai, perché d'altronde non necessaria. A questo proposito tutti possono stare tranquilli. * * * * * * * ** * * ** * * ** * * ** * * ** * * ** * * * Ho detto più sopra che il segreto per riuscire in queste opere l'ho sempre riposto nella fede in Dio, e nella fiducia che la bontà, tradizionale generosità e fedeltà dei miei parrocchiani non verrà mai meno. La fede in Dio non mi è mai mancata, anzi aumenta sempre più, poiché ho avuto agio di esperimentare più volte che la Sua Divina Provvidenza non ha mai meno quando si lavora per LUI. Non mi è venuta mai meno neppure nei miei cari Parrocchiani. I lavori che si sono fatti fino ad oggi, ne sono la prova più eloquente, e sono certo che neppure questa volta resterò deluso. Se abbiamo fatto, tanto belle cose e se le facciamo tuttora, non è colpa mia, poiché non sarebbero state fatte se la vostra bontà e generosità non fosse stata evidente e continua; non siete colpa neppure voi, poiché la bontà e generosità non è una colpa ma un merito. È colpa il Signore che ci ha fatti così. Entro il mese di Novembre faremo un giro per tutte le famiglie della Parrocchia per una speciale, straordinaria offerta per il campanile. Ricordando quello che vi ho or ora detto, spero che di questo non incolperete me o i miei Cooperatori e nemmeno voi stessi, ma unicamente il Signore che ci ha fatti così. Noi pronti a domandare e voi pronti a corrispondere. Ecco io vi presento le mie previsioni chiare e nette: In Parrocchia vi sono 900 famiglie. Se tutte corrispondessero con un'offerta di L. 10 in una volta sola si coprirebbe la settima parte di tutti i debiti. A me sembrerebbe che in ogni famiglia nel bilancio annuale delle spese necessarie e superflue, 10 lire non siano Una somma impossibile a raggiungersi. Riconosco che parecchie famiglie sono nella impossibilità di concorrere pur così modestamente, ma è anche vero che la grandissima maggioranza delle famiglie può, senza sbilanciare la sua economia, supplire anche per quelli che non possono. I momenti sono critici, ma se vogliamo essere sinceri quest'anno tutti hanno lavorato e c'è stato e c'è abbastanza movimento di denaro. Molti anche potrebbero essere, e giustamente, stanchi di essere continuamente seccati. Se volete che ve lo dica chiaro sono stanco anch'io di seccarvi: La facciata è fatta e il campanile sta per ultimarsi; quando saranno pagati questi debiti credo di aver completato il mio programma di lavori e quindi vi prometto categoricamente di lasciarvi in pace. |