1960 Febbraio

Restauriamo il nostro Duomo

di Domenico Urbani - Arciprete

 

Carissimi,

come vi ho accennato alla S. Messa il giorno di S. Stefano, ognuno di noi vede che il nostro Duomo ha bisogno di restauri.

Nel 1958 è stato fatto il lavoro esterno di risanamento tutt'intorno, per una spesa complessiva di lire 604. 250.

Ora bisogna provvedere alla restaurazione dell'interno. I lavori più urgenti sono:

1)      portare  avanti  l'Altare  maggiore perché   troppo   oddossato   all'abside e troppo lontano dai fedeli. E dato che l'altare è di stile barocco, si avanza la prospettiva se sia da sostituire con uno di stile gotico come il Duomo;

2)      trasportare   la  cantoria  in  coro, dietro l'altare. E quì viene fuori l'organo a dirci: ho un'anzianità  di   servizio   di   oltre   un   secolo, soffro  dì  insufficienza  cardiaca per il grande Duomo, e quand'è che mi  collocate  in pensione?;

3)      rinnovare  il  pavimento  del  coro ed il tinteggio  delle pareti.

In un secondo tempo si dovrà provvedere alla totale pavimentazione e tinteggio; altari laterali in pietra. E non dimentichiamo il riscaldamento e l'elettrificazione delle campane. Ma intanto vediamo del Coro, che già comporta diversi lavori.

FINANZIAMENTO

I Capifamiglia riuniti in Canonica la sera del 21 dicembre u. s. sono stati d'accordo sulla necessità dei lavori proposti e quindi sul finanziamento dei medesimi.

L'Arciprete deve chiedere il concorso finanziario a tutte le famiglie e per renderlo meno pesante ed anche sicuro, verrà distribuita mensilmente una busta nella quale ogni famiglia riporrà la sua offerta che poi verrà ritirata da persone incaricate. La registrazione delle singole offerte è segreta per il rispetto dovuto ad ogni offerente. Verrà invece pubblicato ogni mese sul Bollettino l'introito complessivo della raccolta, perché la Parrocchia sia al corrente delle  entrale  e  delle  uscite.

Così viene a riprendere la consuetudine dell'offrire per la chiesa, senza pesi gravosi, alla portata di tutti. E si ha una garanzia mensile per i lavori. Supponiamo che le famiglie siano 500 e che ogni famiglia dia in media  L. 500 al mese. Si ha un introito mensile di L. 250 mila ed uno annuale di L. 3 milioni. Se aggiungiamo a queste gli introiti straordinari di pesca di beneficenza, offerte raccolte ai funerali, elargizioni private di emigranti, ecc. possiamo arrivare vicini ai 4 milioni. E con 4 milioni all'anno si possono affrontare con tranquillità i lavori fino al loro termine.

Una Commissione tecnica esaminerà i progetti, ed una Commissione organizzativa sarà di consiglio e di aiuto per l'esecuzione  dei  lavori.

LE OFFERTE CHE SI RACCOLGONO NEI FUNERALI

sono un atto di carità che i fedeli compiono in favore di un'opera pia per ricordare e suffragare (col merito dell'offerta) l'anima del Defunto. Il devolvere tali offerte per i restauri del Duomo è un collocarle nella genuina espressione di opera pia, di ricordo e di suffragio.

A questo scopo l'Arciprete manderà ad ogni funerale gli incaricati per raccogliere le offerte ed i nomi degli offerenti che poi verranno pubblicati sul Bollettino parrocchiale.

CONCLUSIONE,

Quale vanto ed onore deriva ad ogni Bujese dall'avere il campanile che abbiamo ed il grandioso Duomo con la sua ricca facciata di pietra! E senza sacrificio di tutti non si avrebbe  ne  Duomo  ne  campanile.

La presente generazione è chiamata al concorde sacrificio per dare piena funzionalità ed abbellimento artistico all'interno del nostro Duomo.

Impegniamoci volentieri, concordi ed uniti, perché onorando Iddio nel Suo tempio, onoriamo anche noi stessi e la nostra diletta Buja.

aff. mo Sac. Domenico Urbani - Arciprete