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1970 Dicembre |
| La Madonna del rosario di Pietro Menis |
| La festa della Madonna del Rosario è una delle solennità della Pieve più intimamente sentita perché trasmessaci dalle generazioni passate, senza interruzione, da oltre tre secoli. Infatti una Confraternita sotto questo titolo veniva istituita fin dal 1639 che prosperò fiorentissima per moltissimi anni prodigandosi in opere pie e caritative. Soppressa la Confraternita nell'epoca napoleonica per continuare la secolare devozione alla Madonna del Rosario nel 1834 veniva solennemente istituita la processione con la statua della Vergine; in tal modo la festa del Rosario assumeva maggiore solennità e richiamo alle sacre funzioni. Nel 1870 essendo la vecchia statua, di cera e vestita di panni ormai superata si pensò di acquistare una statua moderna, adeguata alla chiesa che l'ospitava. Avremo così la bella statua, dalle forme aggraziate e gentili, che da cento anni si venera nella nostra chiesa e che ogni anno passa trionfalmente attraverso le vie del centro. Venne da Monaco di Baviera nel settembre del '70 — anno di contrasti religiosi e politici — plasmata nell'istituto d'arte sacra Mayer, che allora, mandava le sue produzioni artistiche in tutto il mondo cattolico. Forse, i nostri emigranti, i famosi fornaciai buiesi, che nella capitale bavarese, affollavano le fornaci di laterizi, sono stati quelli che segnalarono al loro Pievano il famoso Istituto. Chissà quante volte essi si saranno indugiati, meravigliati e stupiti, dinanzi alle vetrine che esponevano le belle statue... chissà quante volte avevano pregato nelle grandi chiese della città, dove Madonne e Santi abbondano sugli altari, sulle colonne, sulle pareti, un po' da ovunque!... La nostra venerata immagine venne esposta per prima nella chiesa di Madonna ed il giorno del Rosario, la prima domenica di ottobre, veniva benedetta dall'arciprete di S. Daniele, mons. Filippo Elti e quindi traslata processionalmente nella sua sede di S. Stefano. Da qui ancora nel pomeriggio dello stesso giorno con la partecipazione dell'arciprete di Gemona — allora sede foraniale per Buia — mons. Pietro Capellari, la sacra immagine processionalmente toccava Ursinins Grande e Piccolo e per Camadusso tornare in Duomo. Il sacro corteo sia al mattino che nel pomeriggio era passato sotto innumerevoli archi trionfali mentre dalle alture sparavano i mortaretti in segno di festa. Mons. Venier lasciò scritto che « la festa della Madonna costò mille franchi ». |