1988 - Numero Speciale sul Duomo di Santo Stefano di Buja |
Illustrazione tecnica del progetto di ripristino di Alberto Tondolo |
Il Duomo di Buia risale al XVI secolo, costruito in sostituzione di una cappella votiva del XII-XIII secolo. Nei secoli XVII-XIX fu ampliato più volte e nel 1890 fu ritrasformato assumendo, nelle linee generali, l'aspetto attuale. Negli anni 1937-40 fu rifatta l'attuale facciata con il rivestimento in pietra. È opinione che il carattere goticistico derivi dalla volontà degli emigranti buiesi (estremamente numerosi e concentrati in tutte le fornaci di mattoni della Baviera) di ricordare i luoghi dei loro sacrifici riportando nella loro chiesa lo stile (neo-gotico) allora imperante nella zona. Il sisma del 6 maggio 1976 ha lesionato profondamente le strutture del Duomo. Il quadro dei danni si può così riassumere: a) La facciata non ha subito danni strutturali. b) Il corpo absidale ha subito notevolissimi danni provocati soprattutto dalle spinte impresse dal corpo centrale che hanno anche provocato consistenti spostamenti. e) Il corpo centrale, costituito da 6 campate, per la grande labilità degli elementi strutturali ha subito danni notevolissimi e non ripristinabili. d) I bracci trasversali sono parzialmente crollati ed in ogni caso inevitabilmente compromessi. Fu esperita un'indagine tendente ad accertare lo stato delle fondazioni in generale. Si riscontrò, in tale occasione, che le fondazioni della facciata erano pressoché intatte mentre per il resto si riscontrò che erano quasi inesistenti. In particolare le fondazioni del corpo absidale consistevano in un semplice affondamento della muratura di elevazione poggiante su terreno con scarse capacità portanti. Con queste premesse e tenendo presente che il Duomo era l'unico complesso comunitario non ancora crollato e demolito a causa del sisma, si convenne, anche per ragioni di ricordo, di basare l'intervento con il presupposto di riavere il Duomo nella forma e dimensioni ante-sisma. Dall'esame dei danni riportati si basò l'intervento di ripristino mediante i seguenti obiettivi: a) Conservazione integrale della facciata. b) Demolizione e rifacimento con opportuna tecnica, del corpo centrale ed absidale nella stessa forma e dimensione. e) Demolizione dei bracci trasversali e loro rifacimento sulla stessa piantoina di modesta altezza. Per la realizzazione dell'opera furono eseguite le seguenti principali operazioni: 1) Smontaggio e ricupero delle colonne con i relativi basamenti e capitelli, dei portali, degli stipiti e di altri elementi in pietra per essere poi rimontati, una volta eseguitone il loro restauro. 2) Demolizione del corpo centrale, del gruppo absidale e dei bracci trasversali. 3) Costruzione di tutte le fondazioni (escluse quelle di facciata) di opportuna sezione. 4) Costruzione e montaggio di una robusta ossatura in acciaio capace di sostenere tutti i carichi di 5) Costruzione delle murature perimetrali in calcestruzzo scatolare con polistirolo espanso interposto in funzione di alleggerimento e di isolante termico; murature leggerissime ma con grande capacità inerziale. 6) Rifacimento delle coperture con strutture in acciaio, mantellata costituita da pannelli sandwich con poliuretano espanso interposto e manto esterno in 7) Rifacimento delle volte costituenti i controsoffitti con struttura in acciaio, sottomanto in lamiera striata (nervometal) e manto in malta leggerissima (200 kg/mc). 8) Rifacimento degli elementi ornamentali in materiali leggeri. 9) Pavimentazioni in lastre di marmo Aurisina. 10) Completamento delle opere di finitura. Per la realizzazione pratica delle opere il problema più impegnativo era rappresentato dalle difficoltà di identificare una struttura idonea a garantire la massima sicurezza per le persone in caso di sisma. Il problema è stato risolto utilizzando come materiale portante l'acciaio che, come è noto, ha enorme duttilità, requisito primario ed indispensabile per una costruzione antisismica. Alberto Tondolo, architetto |