2005 Natale

DUOMO: PRESBITERIO DA COMPLETARE

Ipotesi per una soluzione definitiva

di Roberto Zontone

 

A trent'anni dal terremoto ed a diciassette anni dalla sua ricostruzione, il nostro Duomo non può dirsi completamente terminato. L'argomento, cui mi riferisco in queste righe e sul quale vorrei attirare l'attenzione è il completamento del presbiterio (altare, ambone e sede del celebrante).

Già al momento di ricollocare nell'abside centrale il maestoso altare maggiore, ci si era posti il problema su come impostare il discorso della realizzazione definitiva del presbiterio; la mancanza di mezzi ci semplificò per certi aspetti il problema, adottando una soluzione temporanea "ad esperimentum" con la realizzazione in materiale precario di altare, ambone e sede che tuttora vediamo. Realizzazione ideata ed offerta dal nostro stimatissimo Mons. Gian Carlo Menis.

Più volte durante gli scorsi anni si parlò di questo problema rimasto in sospeso, ma, ogni volta che su di esso si apriva la discussione, veniva rinviata per la molteplicità di obiezioni che le varie proposte sollevavano senza poi dare adeguate risposte.

Al tempo della ricostruzione del Duomo, la perplessità più diffusa era quella se dotare il presbiterio di altare, ambone e sede fissi o realizzarli in modo tale da poterli spostare nei casi in cui fosse opportuno disporre dell'area presbiterale completamente sgombra. A me pare che gli anni trascorsi ci abbiano suggerito che questa "amovibilità" non è mai stata utilizzata e, quindi, oggi possiamo affermare che, pur con qualche piccolo ritocco nella collocazione, altare e ambone possono essere realizzati tranquillamente con caratteristiche di stabilità.

La sistemazione della sede invece, penso, non possa ritenersi altrettanto scontata. La sua attuale collocazione solleva qualche perplessità sia di ordine liturgico sia di opportuno rispetto verso gli altri elementi presenti in presbiterio. Oggi, per chi assiste alle celebrazioni dai banchi situati nella navata centrale del Duomo, buona parte della sede è coperta dall'altare; nella versione definitiva, per dare maggiore visibilità del celebrante, sarebbe opportuno alzare il suo piano di calpestio di uno o, meglio, due gradini. Ciò però andrebbe ancor più a limitare la visuale prospettica dell'altare maggiore situato dietro.

E qui si tocca il punto più delicato di tutto il problema. Se il vecchio altare maggiore fosse stato, a suo tempo, ridotto a semplice elemento architettonico, oggi il problema non esisterebbe. Invece tutti gli addetti ai lavori compreso chi scrive, forse ancora condizionati dalla memoria del presbiterio preesistente e più ancora dalle precedenti celebrazioni liturgiche, decisero che l'altare maggiore doveva restare efficiente a tutti gli effetti e mantenere al suo posto il Tabernacolo. Allora tutti eravamo convinti della bontà della scelta fatta; ora, personalmente e con il senno di poi, ritengo che abbiamo commesso un errore.

Nello studiare ora la sistemazione definitiva, per rispettare giustamente la scala dei valori, non possiamo disinvoltamente interrompere la linea visuale che unisce i fedeli al Tabernacolo frapponendo un elemento liturgico pur importante come la sede, costringendo così il celebrante a dare le spalle al SS. Sacramento.

Fatta questa considerazione ritengo che con il prezioso contributo di idee di esperti in materia e sentimentalmente distaccati dalla nostra realtà, potremo trovare una soluzione.

Al solo fine di aprire in Parrocchia un dibattito sereno e costruttivo sull'argomento, mi permetto di esporre il mio parere. Di soluzioni adottabili ne prevedo due:

a) realizzare in marmo e quindi rendere definitiva l'attuale sistemazione provvisoria spostando lateralmente la cattedra e orientare la stessa sulla diagonale del presbiterio;

b)ridurre a semplice elemento decorativo il vecchio altare maggiore togliendo da esso il Tabernacolo e la mensa; realizzare in marmo nell'attuale posizione ambone, altare e cattedra utilizzando per il nuovo altare il paliotto recuperato ed elevando la cattedra di due gradini. Il Tabernacolo potrebbe trovare degna collocazione in una delle due absidi laterali.

La prima soluzione è di facile attuazione; la seconda, senz'altro più onerosa, eliminerebbe radicalmente quel dualismo, determinato dalla compresenza di due altari ritenuti parimenti importanti.

Voglio sognare che nel 30° del terremoto la nostra parrocchia, per il tramite dei suoi organismi istituzionali, possa e sappia avviare a definitiva soluzione la sistemazione del presbiterio del nostro Duomo. Sogno splendido e significativo che per divenire realtà, ha bisogno di coraggio e volontà di fare.

GRAZIE ANTICIPATE A QUANTI FARANNO L'OFFERTA NATALIZIA ALLA NOSTRA CHIESA