2005 Pasqua |
A spasso nell'Arte e nella Storia di Elisabetta Venturini |
Nei precedenti appuntamenti del nostro bollettino abbiamo voluto testimoniare i momenti di festa celebrati in occasione dei primi 60 anni della nostra parrocchia. Concordi nel fatto che più importante di tutto fosse da descrivere la crescita della comunità che si manifesta nella voglia di vivere come tale e quindi nelle attività e proposte varie organizzate, anche per quell'appuntamento, non possiamo di certo dimenticare quel luogo che è punto di ritrovo settimanale della comunità e suo simbolo per eccellenza che esprime in se il sacrificio e la fede di un popolo. La chiesa di "Cristo Re" infatti, oltre che essere vivo luogo di fede, è anche memoria di tutto questo, che ancora oggi possiamo ammirare nelle splendide espressioni artistiche, cui vogliamo dedicare appunto questo spazio. La scelta per la decorazione della chiesa cadde, all'epoca della sua costruzione, sulla tecnica del mosaico (tecnica artistica già presente nell'antichità, che si avvale di un semplice procedimento in sé di composizione ma contemporaneamente impegnativo per il tempo e la precisione che richiede), la cui esecuzione venne affidata al professor Pittino, della scuola mosaici di Spilimbergo. Primo fra tutti venne elaborato il mosaico di "Cristo Re" che campeggia nell'abside e che costituisce punto centrale attorno al quale sono state costruite tutte le altre parti della chiesa. Di certo la scelta della decorazione è correlata a quella della dedicazione e così entrando in chiesa anche l'occhio più estraneo non può di certo non notare il magnifico mosaico che trova appunto collocazione nell'abside. Centrale è la figura del Cristo Risorto, Cristo Re, seduto sul suo trono con le braccia aperte che mostra sulle mani i segni dei chiodi della crocifissione. Ai lati le due raffigurazioni di Davide, capostipite della famiglia di Gesù e salmista, ed Isaia, profeta che annuncia la nascita di Gesù stesso. Sopra due angeli nell'atto di porgere a Cristo Risorto la corona e lo scettro di Re dell'Universo. Sullo sfondo appare la città di Gerusalemme e ai piedi delle due figure veterotestamentarie e del Cristo le due scritte latine "Tecum principium in die virtutis tuae in splendoribus sanctorum " - a te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori (sal 110,3) - "Puernatus est nobis etfiluis datus est nobis princeps pacis pater futuri sempre'' - un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio, principe della pace padre per sempre (ts. 9,5). Da cornice dodici figure di Santi. Anche in questo caso la scelta non è casuale, ma vuole proporre vari esempi di vite vissute in riferimento a Cristo che richiamano molteplici aspetti e modi di essere del nostro quotidiano. Anche la loro collocazione, sotto la figura centrale del Cristo, può sottolineare il ruolo di modello che per il credente assume la figura del Santo, che va a porsi quindi, in quanto modello, sulla strada per giungere a Cristo stesso: S. Giovanni Evangelista: primo Cantore della Regalità; S. Agnese: protettrice delle fanciulle; S. Francesco d'Assisi: araldo del gran Re; S. Rita da Cascia: esemplare delle spose e madri; S. Giovanni Bosco: protettore dei giovani; Contardo Ferrini: modello degli uomini; S. Giuseppe: protettore della chiesa universale; S. Maria Maddalena: modello delle anime penitenti; S. Sebastiano: protettore della gioventù maschile; S. Tarcisio: protettore e modello dei fanciulli; S Teresa del bambino Gesù: modello di semplicità ed infanzia evangelica; Pio X: Papa dell'Eucaristia. Elisabetta Venturini |