Un illustre bujese dimenticato

Cavalier don Pietro Baracchini “Bizet”

di PierLodovico Ursella

 

 

Pietro Baracchini nacque ad Avilla di Buja il 5 dicembre 1838 da Giobatta e Maria Maddalena Calligaro. In seguito, la famiglia con dieci figli, si trasferì a Sopramonte.

Pietro,  dopo gli studi nel seminario, fu ordinato sacerdote e il 15 marzo 1873 fu nominato Parroco di Pasian di Prato dall’Arcivescovo di Udine. Qui rimase in servizio fino ai primi di luglio del 1911. Questo valente sacerdote si rese protagonista di due importanti iniziative: la prima fu l’apertura, in tempi di carestia e con la popolazione debilitata e colpita dalla pellagra, di un forno rurale che funzionò per diversi anni e rappresentò il primo tentativo di dotare il paese di uno spaccio indipendente con prezzi accessibili a tutti. Questo fu il primo esperimento di forno rurale destinato alla produzione di pane di frumento, essendo scientificamente provato che tale cereale contiene una buona quantità di vitamina PP. L’inaugurazione ebbe luogo il 26 luglio 1883 con una cerimonia alla quale intervennero il Prefetto, l’Arcivescovo Mons. Emanuele Lodi, il Presidente del Consiglio Provinciale, il Presidente dell’Ospedale Civile, il Colonnello Comandante del Distretto Militare, il Maggiore dei Carabinieri e i Consiglieri Comunali. Alla festa parteciparono dodicimila persone venute dai paesi limitrofi.

La seconda iniziativa importante riguardò l’edificazione del grande campanile che ancora oggi domina la piazza della chiesa di Pasian di Prato. Tale opera, iniziata nel 1900, fu inaugurata il 17 luglio 1910. La torre, alta ben 62 metri, termina con una lanterna ottagonale ed una cuspide a forma di piramide che sostiene la gigantesca statua del Redentore in rame.

Dopo una vita interamente dedicata ai suoi parrocchiani, morì il 16 agosto 1911 nella casa paterna di Sopramonte di Buja all’età di 72 anni. Fu sepolto nel cimitero di Madonna.

Si riportano due articoli apparsi su giornali dell’epoca riguardanti la figura di don Pietro Baracchini.

DA  “LA NOSTRA BANDIERA” - Udine, 9 luglio 1911

 

Il Cavalier don Baracchini si ritira a vita privata

Si ritira a vita privata nella sua patria a Madonna di Buja il Cav. Baracchini parroco di Pasian di Prato dal 15 marzo 1873.

I numerosi suoi amici mentre gli presentano voti ed auguri, non possono non ricordarlo nell’attuale momento, perché meritatamente era considerato da tutti un’arca di scienza e con stupore da lui se ne partivano le persone intellettuali stesse.

Primo istitutore dei forni rurali in Italia, si fece grandemente stimare anche all’estero. Il primo medico di Corte di Romania Neagoe Ioan incaricato di fare gli studi in Europa per combattere la pellagra che infieriva in quel regno, dopo aver girato per la Germania e l’Austria, venne anche a Udine.

Il dottor Frattini, medico provinciale, appena sentito di che si trattava, lo accompagnò a Pasian di Prato e  don Baracchini  minutamente gli spiegava le cause di tal malattia in quei paesi  e ne additava il sicuro rimedio. Il Neagoe se ne ritornava soddisfatto e faceva adottare le norme apprese; in poco più di due anni perciò scompariva la pellagra. In seguito agli splendidi risultati ottenuti, Leopoldo II trattava col Governo italiano ed otteneva il permesso di poter decorare il prete Baracchini suddito italiano delle insegne del Cavalierato di Romania e gli avrebbe dato una maggiore onorificenza se prima fosse stato decorato di altra. I giornali di Romania apprendendo il suo ritiro scriveranno: un grande italiano si ritira a vita privata.

Il deputato Bertani Agostino che voleva cancellato il primo articolo dello Statuto venne a Pasian di Prato preparato a tutte le obiezioni e accompagnato dagli stenografi che minutamente annotarono il lungo colloquio, e se ne andò persuaso dal Baracchini e ammirato dal suo profondo sapere. Don Pietro fu maestro nello sciogliere questioni difficili e per questo motivo fu eletto arbitro con Mons. Noacco dall’Arciv. Zamburlini nella vertenza giuridica tra il parroco Silvestri di S. Nicolò ed il Capitolo di Udine.

Egli parla a lungo di tutte le arti, di tutti i mestieri, ed attualmente gli amici che lo visitano a letto, li intrattiene per delle ore sulla storia romana, greca, universale, patria, citando epoche e nomi a bizzeffe; di scienze ecclesiastiche dei concilii, geologia, e con somma minutezza della geografia di ogni singolo paese e città, egli che non fu mai neppure a Venezia. Non solo uomo di scienze, ma dotato altresì di quella avvedutezza e calma penetrazione di cose nel buon governo, possiede anche quella che si chiama pastorale che talvolta vediamo mancare in qualche scienziato specialista. Ma quanto versato in ogni umano scibile altrettanto umile, non volle mai sapere di abbandonare la sua Parrocchia. Ed ora a lui che si ritira facciamo i più ardenti voti.

 DA “LA PATRIA DEL FRIULI” - venerdì 18 agosto 1911

 

Buja - La morte di un ottimo parroco

Abbiamo appreso con tristezza profonda, ieri pomeriggio, la morte del sacerdote Cav. Pietro Baracchini, già Parroco di Pasian di Prato, e che ultimamente, in seguito a lunga e grave malattia dalla quale pareva uscito con discrete forze per vivere ancora qualche anno, si era ritirato nel paese natio, a Madonna di Buja, dove spirò per paralisi cardiaca. Fu il parroco Baracchini, l’uomo del Vangelo: dedito soltanto agli uffici del suo ministero che richiedono spirito di bontà e di sacrificio. Bramoso di venire in aiuto anche materiale al popolo affidato alle sue cure spirituali, fondò il primo forno rurale “ente autonomo”  come si chiamavano allora.

Fu in corrispondenza con uomini illustri, fra cui ricorderemo Agostino Bertani. Anima candida, ebbe la stima e la venerazione di quanti lo conobbero. La vita sua resterà ad esempio per i sacerdoti che assumono e considerano il ministero come una missione d’amore e di pace, non come un gradino per dominare.

 

 

Informazioni tratte da:

-  Archivio della Pieve di S. Lorenzo martire di Buja

- “Pasian di Prato e S. Caterina”, Franco Sguerzi,1996

- “Il campanile”,  Parrocchia di S. Giacomo apostolo Pasian di Prato, 1898-1987