Aprile 1998 |
Mons Saverio Beinat Una pagina di storia della parrocchia di AviIla di Mirella Comino Osso |
Ha certamente lasciato un vuoto profondo nella parrocchia di Avilla la scomparsa di mons. Saverio Beinat, avvenuta il 18 settembre scorso dopo un lungo alternarsi di momenti più o meno difficili nello stato di salute. Oltre cinquant'anni di presenza attiva e forte nella comunità hanno scritto una vera e propria pagina di storia nelle case e nella anime dei Bujesi di Avilla, Tonzolano, Sottocolle ed Andreuzza e non possono non lasciare cordoglio e smarrimento. Don Saverio, nato nel 1912, era infatti giunto ad Avilla nel 1942, dopo essere stato ordinato sacerdote dall'Arcivescovo Giuseppe Nogara e dopo un periodo passato a Majano, come cappellano. La parrocchia, proprio in quegli anni costituita in forma autonoma, aveva subito impegnato il suo interesse e le sue capacità organizzative, che dimostrò di possedere in notevole misura nelle più diverse situazioni. Oltre all'attività pastorale, di cui i parrocchiani conservano memoria nell'intimità delle loro esperienze personali, fu soprattutto l'amore per la chiesa, intesa come casa di Dio, degna di ogni bellezza e luogo di partecipazione alla pratica religiosa, ad occupare il suo impegno. La parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo fu da lui ampliata e ristrutturata nei primi anni '50 con la costruzione di una nuova facciata e del campanile, poi abbellita con opere di altissimo valore artistico, donate dai più grandi scultori e pittori italiani. Prima fra le chiese parrocchiali della diocesi colpite dal terremoto, fu quindi ricostruita con nuovo progetto e con il contributo di solidarietà che mons. Saverio riuscì a promuovere presso diverse comunità vicine e lontane. Fu poi impreziosita di altri capolavori d'arte, non solo contemporanea. Altrettanta sollecitudine hanno ricevuto la chiesetta di Andreuzza, intitolata a S. Andrea, e la nuova cappella di San Rocco, costruita di recente nella frazione di Tonzolano a ricordo di una preesistente ancona distrutta dal sisma. Anche nelle cappelle, come già nella chiesa principale, sono custodite preziose opere dell'arte popolare o d'autore: tele ottocentesche per la Via Crucis di Andreuzza ed opere dello scultore bujese Troiano Trojani per la cappella di Tonzolano. L'attenzione per l'arte e per la cultura è infatti una costante della lunga, infaticabile attività di mons. Beinat. Oltre ad aver promosso ed ottenuto, negli anni '50, la donazione di 14 pannelli in bronzo, raffiguranti la Via Crucis, da parte di altrettanti insigni artisti di fama internazionale, ha continuamente saputo accogliere e valorizzare nuove donazioni artistiche a soggetto religioso, come le vetrate di A. Ricardi di Netro, dipinti di Cesare Sofianopulo e di Enrico Ursella, maioliche di Carlo Sbisà, formelle in bronzo di Pietro Galina, Guerrino Mattia Monassi ed Enore Pezzetta poi, nella chiesa ricostruita, i bassorilievi in pietra di Edoardo Alfieri, e, nella Cappella feriale, la recente esposizione permanente delle medaglie a soggetto religioso, opera dei Maestri incisori bujesi e di altre opere di autori cari all'arte friulana, come Dree Molinaro o Giovanni Patat. Significativo anche il dono di Papa Giovanni Paolo II: un dipinto di Carlo Maratta, della scuola romana del XVIII secolo, con il quale il Pontefice ha inteso benedire col suo augurio il Friuli colpito dal terremoto. Quanto alla cultura, l'impegno di mons. Beinat si è rivolto con grande passione alla valorizzazione della storia e della lingua locale, espressione di una friulanità cui egli attribuiva il raggiungimento di altissimi livelli di civiltà soprattutto sotto la Chiesa del Patriarcato di Aquileja. Quell'impegno egli testimoniò partecipando ad iniziative come la "Mozion dai Predis furlans" che nel 1967, animata dal compianto pre Checo Placereani si proponeva lo sviluppo sociale del Friuli. Ma non è tutto: articoli, libretti e ricerche di carattere storico o artistico, insieme con una costante attenzione allo studio ed all'analisi dei problemi locali ed insieme alle omelie rigorosamente proposte ai fedeli in lingua friulana completano il quadro di una vita in cui le scelte di carattere culturale sono state segno di appassionata presenza nella realtà circostante. La figura che, però, fu certamente dominante nell'attività di mons. Beinat è quella della Vergine Maria, venerata ad Avilla come Madonna della Salute e Patrona della Ricostruzione e ad Andreuzza come Madonna delle Acque. In particolare, le interminabili processioni di popolo con cui il 21 novembre di ogni anno viene salutata la statua che, sotto il nome di Madonna dei Fornaciai, fu realizzata alla fine del secolo scorso dalla devozione degli emigranti bujesi in Baviera, testimoniano che la Vergine è stata per don Saverio ed è ancor oggi per la popolazione di tutta Buja un punto di riferimento cui sono indirizzate la fede e le speranze della nostra fragilità umana. |