Numero speciale Agosto 1969

PIETRO -  ANTONIO BARACCHINI  (Bisèt)

di Pietro Menis

 

Una figura di Sacerdote da non dimenticare

PIETR - ANTONIO BARACCHINI (Bisèt)

Fra la lunga serie di sacerdoti che il «Reparto di Sopramonte», come si chiamava una volta Madonna con Urbignacco, espresse nel corso dei secoli, emerge una figura bella ed interessante, quella di Don Pietr-Antonio Baracchini, nato a Sopramonte nel 1838 e dal 1873 benemerito Pievano di Pasian di Prato.

 

Il Pievano Baracchini fu un uomo all'altezza del tempo in cui visse. Egli seppe affrontare con energia ed estrema apertura, ma con non minore coerenza, situazione difficili in campo politico e sociale.

Erano i suoi tempi, in cui anche sul Friuli gravava dolorosamente il dissidio fra Chiesa e Stato provocato dalle note vicende del processo storico che portò  all'unità  d'Italia  ed   in  particolare,  all'inizio  del suo plebanato, dalle ferite ancora aperte della questione romana.

Inoltre proprio allora il nostro Friuli cominciava ad aprirsi alle nuove esperienze sociali e tecnologiche risentendone, per contraccolpo, profondamente in tutte le sue tradizionali strutture.

Tradotto a livello psicologico, questo dissidio, assumeva spesso carattere di lotta fra progresso e tradizione, e quindi fra liberi pensatori anticlericali e cattolici guidati dai loro preti, qualificati come  paladini  dell'oscurantismo.

Il Pievano Baracchini scompigliò il campo avversario con la sua sconcertante versatilità. Pur essendo schierato su posizioni integraliste sul piano religioso e politico, seppe adeguarsi al progresso, al punto di meritarsi l'ammirazione e la stima degli avversari.

Così scrisse di lui Mons. Rizzi, suo amico: «Dotato di spiccata intelligenza e da un forte zelo pastorale compì la resurrezione del suo popolo. Il paese di Pasiano in quel tempo era senza forno ed il pane che ivi si vendeva era mal lievitato, mal cotto ed a caro prezzo; il vigilante parroco se ne impressionò per le gravi conseguenze igieniche ed economiche e studiò con amore per trovare il rimedio e fu così che concepì il progetto di un forno cooperativo che chiamò rurale. L'iniziativa di don Baracchini trovò subito largo consenso ed approvazione anche dall'autorità civile. L'arcivescovo, persuaso dell'utilità della nuova istituzione, fu a benedire questo primo forno modello...».

Quell'arcivescovo, concittadino del Pievano Baracchini Mons. Andrea Casasola di Buia, che si era recato a Pasiano, «persuaso dell'utilità» di quel forno rurale e Io benediva, era l'uomo che la stampa anticlericale, costantemente indicava quale irriducibile nemico di ogni progresso...

Grazie all'iniziativa di Don Pietr-Antonio Baracchini non solo Pasiano, ma parecchi paesi contermini ebbero tosto, ogni dì, pane fresco, molto buono e a buon prezzo.

«La nuova istituzione del Pievano di Pasiano fu studiata, calcolata favorevolmente e riprodotta in altri paesi; egli si ebbe grandi elogi ed onori».

Gli veniva perfino conferito il cavalierato della corona d'Italia. Ma egli non volle accettare l'onorificenza che gli veniva da un Governo «dichiaratamente anticlericale».

Accettava invece la Croce di Cavaliere della Corona di Romania, Paese dal quale, a quei tempi, veniva importata la maggiore quantità di grano e dove i forni rurali, sull'esempio di quello di Pasiano, erano stati largamente introdotti.

A Pasiano, rimane a perpetua memoria del Pievano Pietr-Antonio Baracchini, il campanile, che egli fece erigere, quale monumento a Cristo Redentore nell'anno centenario  1900.

Anche in questa maestosa costruzione, che svetta come uno stelo fiorito alle porte della città capitale del nostro Friuli, emerge la personalità, il carattere, la fortezza d'animo del Nostro. Il cemento usato per la torre campanaria era il nuovo ritrovato nelle costruzioni edilizie e non aveva ancora dato prova della vera consistenza nel tempo. Ma il Baracchini non frappose indugio, fiducioso, innalzò e portò a compimento il solenne manufatto.

Fu anche parroco consultore e disimpegnò, con intelligenza, acume e prudenza altri vari incarichi presso la Curia arcivescovile. Le sue prediche forbite, istruttive e dottrinali, i suoi catechismi dotti e ricchi di insegnamento erano «ascoltati con avidità», e non solo dai suoi parrocchiani.

Don Pietr-Antonio Baracchini dopo di avere rinunciato alla Pieve di Pasian di Prato si ritirava nella sua casa natale di Sopramonte, per godersi gli ultimi anni in tranquillità e preghiera; ma la morte lo colse dopo pochi mesi, il 16 agosto 1911.

PIETRO MENIS