Natale 1987 |
Il Cav. Don Pietro Baracchini |
Fra i compaesani che hanno dato lustro alla nostra Parrocchia, per il loro spirito di iniziativa e per la loro grande umanità, vogliamo proporvi la figura del Cav. Don Pietro Baracchini, riportando alcuni stralci dei giornali dell'epoca. Da "La nostra bandiera" Udine, 9 luglio 1911 Si ritira a vita privata nella sua patria a Madonna di Buia il Cav. Baracchini parroco di Pasian di Prato dal 15 agosto 1873. I numerosi suoi amici mentre gli presentano voti ed auguri, non possono non ricordarlo nell'attuale momento, perché meritatamente era considerato da tutti un'arca di scienza e con stupore da lui se ne partivano le persone intellettuali stesse. Primo istitutore dei forni rurali in Italia si fece grandemente stimare anche all'estero. Il primo medico di corte di Romania Neagoe Ioan incaricato di fare degli studi in Europa per combattere la pellagra che inferiva in quel regno, dopo aver girato per la Germania e l'Austria venne anche a Udine. Il dott. Frattini medico prov. appena sentito di che si trattava lo accompagnò a Pasian di Prato de Baracchini minutamente gli spiegava le cause di tal malattia in quei paesi e ne additava il sicuro rimedio. Il Neàgoe se ne ritornava soddisfatto e faceva adottare le norme apprese; in poco più di due anni perciò scompariva la pellagra. In seguito agli splendidi risultati Leopoldo II trattava col Governo italiano ed otteneva il permesso di poter decorare il prete Baracchini suddito italiano delle insegne del Cavalierato di Romania, e gli avrebbe dato una maggiore onorificenza se prima fosse stato decorato di altra. I giornali di Romania apprendendo il suo ritiro scriveranno: un grande italiano si ritira a vita privata. Il deputato Bertoni Agostino che voleva cancellato il primo articolo dello Statuto venne a Pasian di Prato preparato a tutte le obbiezioni e accompagnato dagli stenografici che minutamente annotarono il lungo colloquio, e se ne andò persuaso dal Baracchini e ammirato del suo profondo sapere. Avvenne che andasse a visitarlo anche Podrecca diretto dell'Asino", ed a quello dimostrò filosoficamente che col suo giornale era un propagatore dei dieci comandamenti di Dio contandoli uno per uno sopra le' dita Maestro nel sciogliere questioni difficili venne anche eletto arbitro con Mons. Noacco dall'Arciv. Zamburlini nella vertenza giuridica tra il parroco Silvestri di S. Nicolò ed il Capitolo di Udine. Egli vi parla a lungo di tutte le arti, di tutti i mestieri, ed attualmente gli amici che lo visitano a letto li intrattiene per delle ore sulla storia romana, greca, universale, patria, citando epoche e nomi a bizzeffe; di scienze ecclesiastiche dei concili, cosmogonia mosaica, geologia e con somma minutezza della geografia di ogni singolo paese e città, egli che non fu mai neppure a Venezia. Non solo uomo di scienze, ma dotato altresì di quella avvedutezza e calma penetrazione di cose nel buon governo, possiede anche quella che si chiama pastorale, che talvolta vediamo mancare in qualche scienziato specialista. Al Redentore, di cui parla con tanta larghezza, volle erigere un monumento imperituro a Pasian di Prato, e così egli stesso dettò l'epigrafe: "Iesu Christo homini Deo, XX saeculi. Redemptoris dicti monumentum, pietate populi Paseani de Prato, anno MCMX completum". Ma quanto versato in ogni umano scibile altrettanto umile non volle mai sapere di abbandonare la sua parrocchia. Ed ora a lui che si ritira facciamo i più ardenti voti Da "La Patria del Friuli" Buia - La morte di un ottimo parroco venerdì 18 agosto 1911 Abbiamo appreso con tristezza profonda, ieri pomeriggio, la morte del sacerdote cav. Pietro Baracchini, già Parroco di Pasian di Prato, e che ultimamente, in seguito a lunga e grave malattia dalla quale pareva uscito con discrete forze per vivere qualche anno, si era ritirato nel paese natio, a Madonna di Buia, dove spirò per paralisi cardiaca. Fu il Parroco Baracchini, l'uomo del Vangelo: dedito soltanto agli uffici del suo ministero, che richiedono spirito di bontà e di sacrificio. Bramoso di venire in aiuto anche materialmente al popolo affidato alle sue cure spirituali, fondò il primo forno rurale "ente autonomo", come si chiamavano allora; egli dedicò, amorevole e paziente il tempo e l'intelligenza, per difficoltà che si rinnovano e ch'egli vinceva per il suo spirito di abnegazione. Fu in corrispondenza con uomini illustri, fra cui ricorderemo Agostino Bertani. Anima candida, ebbe la stima, la venerazione di quanti lo conobbero. La vita sua resterà un esempio dei sacerdoti che assumono e considerano il ministero come una missione di amore e di pace, non come un gradino per dominare. |