2009 Agosto

Storia vera 

di una vocazione sacerdotale 

(di Mons. Goi)

di Dino Bressan

 

 

Cinquatanni fa...

Cosa poteva venire di buono dal "Borc dai Gois"? Era questo l'interrogativo che assillava il gemonese Mons. Londero nella predica della prima Messa del novello sacerdote don Emidio Goi. La classica citazione in latino, tratta dal Salmo 112 ne confermava la tesi: "suscitans a terra inopem et de stercore erigens pauperem" ([Dio], solleva l'indigente dalla polvere, dall'immondizia rialza il povero, v. 7)...

In realtà, lo stesso Salmo nel versetto seguente conclude: "ut collocet eum cum principibus, cum principibus populi sui" (per farlo sedere tra i principi, tra i principi del suo popolo v. 8).

Don Emidio ci ricordava spesso il "solenne" inizio di questa predica... Sì, da un povero borgo (Borc dai

Gois) della Gemona di cinquant'anni fa usciva questo giovane e promettente sacerdote. Da un borgo, in cui si respiravano i profumi campestri e anche quelli delle stalle... usciva un figlio che avrebbe reso onore alla sua amata città, attraverso un ministero santo e profondamente umano. L'ordinazione sacerdotale avvenne il 28 giugno 1959. L'aveva presieduta con solennità nella Cattedrale udinese, il giovane Arcivescovo mons. Giuseppe Zaffonato, giunto a Udine da appena due anni. Dopo otto giorni di attesa e di nascondimento, pre' Midio cantò la sua Prima Messa nel suo amato Duomo di Gemona Domenica 5 luglio 1959. Una comunità intera, si era preparata con grande cura, ad accogliere e far festa al suo novello sacerdote.

Così accadeva nelle nostre parrocchie in occasione delle "Prime Messe": ci si preparava con intensità e attiva partecipazione. I parroci promuovevano un "triduo" di predicazione sul senso del sacerdozio cattolico mentre i fedeli si accostavano alla Confessione per poter beneficiare dell'Indulgenza papale concessa al novello presbitero; la Corale studiava una "Messa" solenne a più voci, da cantare in quella circostanza; i bimbi preparavano una poesia da recitare davanti a lui; si imbandiva "un'accademia", un pomeriggio di festa con scenette, testi recitati, poesie in onore del festeggiato; i borghigiani costruivano gli archi con rami di fronda e fiori per accompagnare il tragitto del neo-consacrato fino alla chiesa...

Quanta festa ieri... Ma quante cose sono cambiate in questi cinquant'anni! Le vocazioni sono rare, come rara è la gioia che la prima Messa porta nella comunità parrocchiale.

Prete per sempre

Don Emidio ricordava spesso a noi seminaristi il triste distacco dalla sua Gemona. Aveva iniziato il Seminario a Castellerio negli anni del dopoguerra, anni di miseria e di sacrifìci notevoli. Aveva dovuto lasciare sua mamma e suo papà per servire il Signore. Ricordava con molto affetto i suoi preti gemonesi che avevano avuto un ruolo così importante nella scoperta della sua vocazione sacerdotale. In particolare ha sempre portato nel cuore l'Arciprete mons. Giovanni Battista Monai e i suoi amati cappellani.

Sacerdote "in Aeternum", don Emidio iniziava la sua avventura ministeriale. Fu subito destinato nel Seminario come docente di letteratura antica (greco, latino, storia, geografia) nel Liceo Classico. Era un professore simpatico, amato dai suoi studenti che lo ricordano con affetto e gratitudine per il bene ricevuto. In contemporanea non gli mancò mai l'impegno pastorale come cappellano festivo prima a Savorgnano del Torre e successivamente a Premariacco. Così dopo un settimana di insegnamento, il sabato e la Domenica poteva "assaggiare" la bellezza e la consolazione della vita pastorale, soprattutto nell'incontro con i ragazzi e i giovani dell'Azione Cattolica

Nel frattempo ebbe l'opportunità di laurearsi a Roma in Sacra Teologia con una tesi ancor oggi famosa per l'approfondimento della sua ricerca storico-critica sulla celebrazione del Battistero ad Aquileia.

Le responsabilità

Nel 1980, iniziò per don Emidio il tempo delle maggiori responsabilità. Fu nominato Rettore del Seminario Arcivescovile di Udine da mons. Alfredo Battisti. 1980-1994: quattordici anni spesi interamente per la "ricostruzione" spirituale del nostro Seminario, dopo gli anni del "terremoto del '68" e quello successivo del '76.

Come suo collaboratore in quegli anni, ed ora come suo successore, posso confermare come egli si sia speso per ridare dignità, stima e apprezzamento all'istituto educativo più importante della Diocesi. Il clero ebbe piena fiducia in lui e nella sua azione educativa. Furono anni segnati anche dal dolore per la perdita della sorella e di due seminaristi morti in un incidente stradale. Un dolore che don Emidio accettò con coraggio e con il conforto di una fede sempre più matura.

Dal 1989, il Seminario si era trasferito da Udine a Castellerio ed egli era divenuto nel frattempo rettore del "Seminario Interdiocesano" per le diocesi di Gorizia, Trieste e Udine. Anche in questo contesto, mons. Emidio seppe dimostrare la sua capacità di guida saggia e prudente, riversando il suo ricco bagaglio culturale e spirituale nella formazione dei preti delle tre diocesi confinanti.

Concluse quest'esperienza nel 1994, assumendo la guida della Parrocchia del Duomo di Udine e di Vicario Urbano della Città fino al 1999. Non furono anni facili. A causa della morte di mons. Aldo Bressani, fu nominato Pievano di san Lorenzo in Buia, che guida dal settembre 1999.

Il "suo" Seminario gli rivolge un grazie di cuore per tutto il bene profuso alle generazioni di seminaristi e preti, e gli augura di continuare a servire la nostra Arcidiocesi con voce schietta e tonante, con cuore ricolmo di gioia e pace, continuando a dare testimonianza convinta del suo sacerdozio.

Don Dino Bressan, rettore del Seminario Interdiocesano