2009 Agosto

Felice coincidenza di anniversari 

per la nostra pieve arcipretale

di Roberto  Zontone

 

 

Se è vero che il corrente anno è particolarmente signifîcativo per la nostra comunità parrocchiale in quanto possiamo felicemente celebrare il cinquantesimo di sacerdozio del nostro Arciprete, mons Emidio Goi, nonché il decimo anniversario della sua venuta a Buja come nostro Pastore, è doveroso ricordare altresì che in questo 2009 ricorrono altri quattro anniversari legati alla vita o alla morte di altrettanti sacerdoti che hanno esercitato la loro missione pastorale anche a servizio della nostra comunità.

Trattasi delle seguenti ricorrenze: 16 novembre, 6oº della morte di mons. Ivo Sant; 23 ottobre, 500 della morte di mons. Giovanni Chitussi; 4 giugno, centenario della nascita di don Fulvio Colitti; 16 aprile, centenario della nascita di mons. Angelo Cracina.

 

Mons· Ivo Sant

Nato a Fraelacco (Tricesimo) il 14 marzo 1900, fu ordinato sacerdote nel 1927; da subito insegnò nel seminario arcivescovile di Castellerio fino al 1940 per poi passare nel seminario maggiore di Udine. Nel 1941 venne nominato prevosto di Rivignano, quindi nel 1943 ritornò a Udine

come canonico del Capitolo della Cattedrale e insegnante del seminario. A seguito della rinuncia di mons. Giovanni Chitussi, il 3 gennaio 1947 venne nominato arciprete della Pieve di S. Lorenzo M. di Buja dove si insediò la vigilia della Epifania.

Persona schiva da ogni protagonismo, mons. Sant resse la Pieve in un momento non facile per la comunità bujese da poco uscita dalla guerra e, negli animi, non ancora completamente pacificata. Dotato di ottima cultura, sensibile alle esigenze dei più deboli, nel breve arco di tempo trascorso a Buja, divenne amico dei poveri e degli ammalati che visitava regolarmente senza badare alle fatiche e ai disagi. Al suo nome va legato il concerto di campane del duomo di S. Stefano, inaugurato nell'ottobre del 1949 e realizzato nonostante il difficile momento economico (di tale concerto è ancora attiva la campana minore). Morì improvvisamente la mattina del 16 novembre 1949 lasciando tra la gente un ottimo ricordo di sé.

 

Mons. Giovannì Chitussi

Nato a Forgaria il 26 giugno 1895, venne ordinato sacerdote nel 1920. Fu cappellano e poi vicario di S. Rocco di Forgaria fino al 1927 quando venne nominato vicario di Pradielis. Arrivò a Buja nell'aprile del 1929 come cooperatore vicario dell'arciprete mons. Bulfoni. Si distinse subito come persona schietta di parola e ferma di carattere.

Nel settembre del 1932, alla morte di mons. Bulfoni, gli subentrò prima come economo spirituale poi, il 23 aprile dell'anno successivo, come arciprete della Pieve. Dinamico e creativo, spiccò come impareggiabile costruttore di opere: sostanzialmente in poco più di dieci anni portò a termine il campanile di S. Stefano, diede al Duomo la magnifica facciata che ancora ammiriamo e uno splendido battistero (distrutto poi dal terremoto e non più ricostruito), edificò per la Casa di Ricovero la chiesa del Sacro Cuore, promosse e sostenne la fusione di un nuovo concerto di campane per la Pieve di Monte. Il tutto senza dimenticare quanto fatto da mons. Chitussi per dotare lo stesso duomo di S. Stefano di un importante corredo di paramenti e suppellettili sacri.

Attraversato il doloroso e sacrificato periodo della guerra, inaugurate tutte le opere realizzate, quando avrebbe potuto giustamente beneficiare di un meritato periodo di soddisfazioni, a soli cinquantadue anni non compiuti, mons Chitussi rinunciò alla Pieve e si ritirò a Udine come canonico della Metropolitana. Dal 1949 e fino alla morte, avvenuta il 23 ottobre 1959, dedicò le ultime energie all'assistenza dei reclusi come cappellano delle carceri di Udine. A Buja rimase profondamente legato: volentieri accoglieva l'invito di mons. Urbani a presiedere le celebrazioni nelle festività di S. Ermacora, della Madonna del Rosario e di S. Stefano, ma sopratutto volle ritornare definitivamente per riposare "all'ombra della cupola di S. Bartolomeo". Curiosa coincidenza storica: mons. Chitussi, come canonico, prestava assistenza al trono dell'Arcivescovo durante le celebrazioni pontificali in Cattedrale. Orbene, una delle ultime celebrazioni cui partecipò fu quella svoltasi il 28 giugno 1959 durante la quale fu ordinato sacerdote il nostro arciprete, mons Emidio Goi.

 

Don Fulvio Colitti

Questo sacerdote, originario di Cassacco dove nacque il 4 giugno 1909, passò tutta la sua vita in mezzo ai giovani come insegnante. Nel dopo guerra, dopo aver prestato servizio in diversi collegi, approdò all'istituto arcivescovile "Bertoni" di Udine dove rimase sino alla pensione come insegnante di inglese. A Buja arrivò nel 1955, come cappellano festivo quando i cappellani residenziali nella canonica di S. Stefano passarono da tre a due e vi rimase per ben venticinque anni. Don Fulvio abitava a Cassacco ma aveva una camera anche in canonica e spesse volte rimaneva a Buja dove era possibile vederlo durante la settimana.

Solitamente celebrava la così detta "Messa ultima", ovvero quella delle ore 11.30 e a questa Messa rimase fedele fino alla sua quasi improvvisa scomparsa avvenuta il 5 novembre 1980. Sacerdote colto e pragmatico, nel lungo periodo trascorso a Buja, fu consigliere prezioso per molti studenti, per tante famiglie che avevano figli studenti e altre ancora. Dotato di grande equilibrio, don Fulvio sapeva sempre indicare la strada giusta per uscire dalle difficoltà della vita. Dopo il terremoto, mentre tutti noi freneticamente ci illudevamo di rifare il paese nel giro di qualche anno, egli, senza giri di parole, ci richiamò alla dura realtà preconizzandoci 15/20 anni di lavoro per completare la ricostruzione. Ed effettivamente ebbe ragione.

 

Mons. Angelo Cracina

Nacque a Raschiacco di Faedis il 16 aprile 1909, fu ordinato sacerdote nel 1933. Dopo aver iniziato l'attività pastorale come cooperatore nelle parrocchie di Paularo e di Gemona, nel 1937 venne inviato a Vernassino come cappellano curato.

Nel 1939 fu nominato economo spirituale di S. Leonardo,

dopo alcuni mesi divenne vicario curato della parrocchia medesima. Il19 marzo 1966 venne nominato arciprete di Buja, succedendo a mons. Urbani che qualche mese prima aveva rinunciato alla parrocchia per motivi di salute. Persona di forte carattere, dopo alcune difficoltà di ambientamento, si affezionò alla gente bujese divenendo specialmente amico dei piccoli della scuola materna e delle persone semplici; difensore della dottrina e della tradizione, non aveva paura a far sentire la sua voce quando nella comunità a lui affidata potevano sorgere pericoli per la morale o per la dottrina.

Fiero di essere arciprete di Buja, ne difese il ruolo e diede nuovo impulso anche alla vetusta Pieve di S. Lorenzo. II terremoto, mettendo in ginocchio la parrocchia nel suo complesso, incise anche sulla forte fibra di mons. Cracina. Non di meno si prodigò per i bisogni della nostra comunità e riuscì in breve tempo a realizzare, con la solidarietà di tanti, quel minimo di strutture prowisorie necessarie per ridare vita alle attività pastorali. Nel luglio del 1982, rinunciò alla parrocchia e venne nominato canonico residenziale della Collegiata di Cividale. Morì nella città ducale il 20 settembre 1992. Possiamo dire che, nella sostanza, mons. Angelo Cracina chiuse la serie (e ciò che essa ha rappresentato) dei Pievani di Buja aperta da mons Pietro Venier: complici le implicanze e gli sconvolgimenti, anche etici, legati al terremoto, chi è venuto dopo di lui, ha trovato una comunità ben diversa non solo nelle case ma soprattutto nella mentalità e nelle coscienze ed ha dato inizio ad una nuova fase della nostra storia.