1965 Dicembre

L' Arciprete ha lasciato Buia

La sua precaria salute - Coraggio di una decisione - L'addio

Oggi scendo dalla nave

di Domenico Urbani

 

State ascoltando Mons. Domenico Urbani
(matrimonio di Midena Dino e Baldassi Antonietta - 21-4-1960)

Il 28 novembre scorso, alla Messa delle 10. 30 monsignore salutava dal pulpito i suoi fedeli. Noi, come ci è possibile, riportiamo le Sue parole almeno per quanto riguarda i brani più importanti.

« Dovrei chiedervi di dire con me un " Gloria" alla SS. ma Trinità in ringraziamento, perchè oggi io scendo dalla nave, da quella nave che il capitano ha portato attraverso i mari e, dalla quale, al termine del viaggio, scende. Ed io ringrazio la Ss. ma Trinità che ini concedo di scendere e lasciare tra voi, circondato da voi, la nave del mio Sacerdozio (speso nell'apostolato), in servizio ed in favore dei fratelli; dalla montagna alla pianura, dalla vita in diocesi alla missione svolta tra i soldati in tempo di guerra ed in prigionia.

Oggi le condizioni fisiche mi dicono che Iddio — Padre celeste — mi congeda dalla nave e da tutto l'equipaggio, per un lavoro più limitato. Tutte le disposizioni di Dio sono per noi l'invito cordiale del Padre ad abbracciare generosamente la sua volontà adorabile.

Grazie a voi che salutate questa mia discesa con un segno di affezione.

Il primo grazie all'autorità che onora di propria presenza questo saluto, in modo particolare per tutta la cordialità, comprensione, collaborazione per il lavoro fatto per il bene di voi tutti, persone, cristiani, fedeli e cittadini. In particolare al sig. Sindaco e, nella sua persona, a coloro che hanno rivestito questa carica da 15 anni a questa parte.
Il secondo grazie ai parroci di Buia che sono stati aiuto, sostegno, collaboratori.
Il terzo grazio ai miei collaboratori che hanno lavorato con me... (omissis)... ed a coloro elio li hanno preceduti nel lavoro parrocchiale.

Ed ora permettete che rivolga il mio pensiero a due istituzioni. La Casa di Riposo venuta da un atto di carità a cui è stato vicino il mio predecessore mons. Bulfoni. (Ricordiamo infatti che mons. Bulfoni allora diede 5. 000 lire per contribuire all'acquisto dello stabile che sarebbe diventato poi Casa di riposo). L'altra istituzione: l'Asilo. Viene da un calvario, da una sofferenza fortificata. (L'asilo infatti fu fatto costruire dalla sig. ra Furchir in memoria del figlio Andrea caduto in guerra). Ed anche la sua pensione di guerra la devolve per l'Asilo... (omissis)... ». Da qui concluse come l'interessamento per l'Asilo fosse la risposta migliore ad un sacrificio così grande.

« Porgo il saluto più sincero agli ammalati, ai sofferenti, agli anziani, a tutte le famiglie che vorrei salutare una ad una, ma che non posso salutare perché le condizioni di tempo e di salute non me lo permettono... (omissis)... Le saluto qui, dall'altare, dove si fondono i nostri sacrifici.

Saluto i cari emigranti lontani... sarebbe stato mio desiderio venire a trovarli tutti tutti sul loro posto (di lavoro).

Saluto le varie Associazioni Cattoliche che mi sono state tanto vicine nel mio lavoro apostolico.

Saluto voi e vi ringrazio per tutto l'aiuto che mi avete dato. Non dite: mons. Urbani ha fatto questo lavoro, ha fatto quello... Non ho fatto io, avete fatto voi, con il vostro sacrificio, la vostra offerta. Oggi noi, qui dentro stiamo bene, perché c'è il riscaldamento. Non avrei dovuto farlo " per timore di lasciare debiti a quello che viene " ma mi avevate dato già due milioni e mezzo. Avrei potuto dire: Non faccio l'inverno a Buia. Ma io non faccio mai queste cose, io non tradisco mai la popolazione, preferisco morire...

Resta il debito, ma restano i vostri cuori, la vostra generosità... (omissis). Vi dico una sola cosa: Restate sempre uniti. L'unione crea una concordia, una collaborazione. Non fate mai distinzione tra le varie borgate. C'è il capo e sono le membra... (omissis). Qui (nel capo, nella chiesa parrocchiale simbolo di unione) c'incontreremo sempre.

Io parto. Ma partendo rivolgo al Signore una preghiera così fatta: che mi dia un posticino vicino a S. Pietro, fino a quando sono sulla terra quelli che Lui mi ha affidato. Poi entrerò con l'ultimo in Paradiso. (Dopo di me verrà un altro... )... Il mio successore circondatelo di affetto come avete fatto per me.

Vi benedica il Signore ».