1933 MaggioGiugno

Solenne ingresso del nuovo Arciprete

 

Buia nella Domenica 23 aprile u. s. ha festeggiato il solenne ingresso del nuovo Arciprete Don Giovanni Chitussi.  

La dimostrazione  spontanea e plebiscitaria  è riuscita  cosi imponente da restare memoranda nella storia di questa antichissima Pieve.  Perchè il ricordo di questa festa duri perennemente nella storia gloriosa di questo popolo  crediamo opportuno  stampare  questo numero speciale del bollettino parrocchiale.

 Togliamo  dai giornali:

Raramente abbiamo veduto uno folla  cosi straordinaria di  autorità. Rappresentanze e  popolo  attorno al suo Sacerdote, come domenica nell'antico e vasto Comune di Buia, in occasione dell'ingresso dell'Arciprete di quella vetustissima e storica Pieve le cui origini  risalgono per  documenti all'ottavo secolo dopo Cristo.

Ciò dimostra di quanto affetto sia circondato il nuovo Capo spirituale da  quella  popolazione  che ebbe campo di apprezzarne le doti elette in questi  ultimi quattro anni durante i quali D.Giovanni Chitussi fu Vicario.

La solennità fu preceduta da un triduo di predicazione tenuta dal valente oratore, D. Attilio Ostuzzi, che con elevata parola tratteggiò magistralmente della grandezza  del Sacerdozio.

Fino dall'alba il paese, pavesato a festa, dimostrava un animazione insolita. Nel Duomo di S, Stefano alle ore 5 fu celebrata la prima S. Messa con Comunione generale di oltre 1400, in prevalenza uomini e giovani. Il popolo corrispose cosi meravigliosamente a quanto il nuovo Arciprete aveva  chiesto. 

Il novello Arciprete è giunto ai confini della Lieve in località Corno, accompagnato dal Vicario generale dell'Archidiocesi Mons. Comm. Luigi Quargnassi e dall'Ufficiale  di  Curia  avv.   professor Don Aristide Baldassi.

Erano ad attenderlo il Podestà cav. .Nino Barnaba, il Segretario politico del Fascio di Combattimento Sig. Matteo Savonitti, Mons. Molinari dell'Insigne Collegiata di Cividale, Mons. Larice Arciprete di San Daniele, Mons. Beniamino Alessio Arciprete di Nimis, Mons. Monai Arciprete di Gemona, un folto stuolo di sacerdoti e una folla di popolo plaudente.

Notavansi pure: Don Saulle Noacco, D. Igino Fasiolo di Sammardenchia di Tarcento, il dott. Rieppi, chirurgo dell' Ospedale di Gemona, il nostro collaboratore e appassionato cultore di studi storici friulani Pietro Menis, l'avv. Virginio Castellani, il medico comunale dott. Vidoni, il presidente della Congregazione di Carita sig. Riccardo Nicoloso, il segretario comunale sig. Chemello, il farmacista or. Marangoni, il maresciallo dei Carabinieri sig. Maule, il Giudice conciliatore sig. Giorgini, il Sig. Gius. Piemonte « Scoi»,  il sig. Giacomo Savonitti, i fabbricierie  numerose altre personalità del Comune e venute dal di Fuori.

Tagliato dalla Piccola Italiana Maria Luisa Papinutti, il simbolico nastro Tricolore, il Pastore novello pone piede nel suolo della Pieve e gli si fa incontro il Podestà che cinge la fascia tricolore e indossa la Camicia nera. Il Cav. Nino Barnaba porge un nobilissimo  saluto a nome del Comune congratulandosi con Don Chitussi per la nomina ad Arciprete della vetustissima Pieve di Buia. Soggiunge  che molti problemi  importanti urgono per il bene della  popolazione e confida ch'essi saranno rapidamente risolti dal nuovo Pievano con intelligente attività. L'Arciprete  raccoglie il saluto del primo  cittadino di Buia con tutta l'effusione del cuore e con tutta l'anima protesa verso il bene spirituale e morale della popolazione della   Pieve  che vanta  così nobili tradizioni di  fede e  patriottismo. Tanto il Podestà quanto don Chitussi  sono vivamente applauditi.

Si forma quindi un lungo corteo di automobili, oltre una trentina, il quale tra una doppia siepe di popolo e preceduto da una cavalcata di giovani buiesi in costume friulano comandati dal veterinario comunale dott.  Peressoni, giunge a Santo Stefano, davanti al Duomo.

Ovunque per chilometri e chilometri, lungo le strade che allacciano il vastissimo Comune, archi trionfali e scritte inneggianti al novello Arciprete. Dal balcone del palazzo municipale sventola il gonfalone del Comune e sulla facciata del tempio tra festoni e bandiere nazionali e pontificie si legge la seguente epigrafe :

"Buia esultante  saluta il suo novello Pastore — Rev. D. Giovanni Chitussi — A lui che viene Pastore e Padre — cantiamo osanna — Auguriamo — feconda messe, salute e  gloria,.

Alla Pieve in Monte

Dopo breve sosta sul grande piazzale, il corteo di migliaia di persone, attraverso il superbo anfiteatro della vallata e dei monti circostanti, si dirige verso l'antichissima Pieve di S.Lorenzo in Monte. Lo compongono le Autorità, i Prelati e i sacerdoti che hanno in mezzo l'Arciprete.

Ad attendere il corteo presso le prime case di Monte erano convenute tutte le Associazioni Cattoliche con vessilli, guidate dal solerte coop. D. Deau, fa banda cittadina, l'Asilo infantile con le Rev. Suore, le organizzazioni dell'O.N. B., Giovani Fascisti e Militi al comando del Capo Manipolo Sig. Ismaele Barnaba, ed i fanciulli delle scuole.

 

Il presidente del Consiglio Parrocchiale, sig. Angelo Molinari, porge al novello Pastore il saluto dell'Azione Cattolica e di tutta la popolazione. Il festeggiato ringrazia vivamente commosso.

Autorità e invitati, tra cui notiamo i genitori di Don Chitussi, i fratelli, lo zio Antonio ed altri congiunti, prendono posto nel Presbiterio.

Sulla soglia del tempio Don Chitussi bacia il Crocefìsso e, circondato dai Prelati  e sacerdoti sale all'altare maggiore. La Cantoria con accompagnamento di organo e di archi sotto la direzione del M.o Gino Piemonte, intona il «Veni Creator » e quindi l'ufficiale di Curia avv. professore Don Aristide Baldassi da lettura della Bolla pontificia con cui Don Giovanni Chitussi è immesso nel possesso della Pieve di Buia.

 

La parola del Vicario Generale

 

Dopo le Funzioni e le preci di rito il Vicario Generale Mons. commendator Quargnassi pronuncia un elevato discorso dichiarandosi profondamente commosso dalla dimostrazione così simpatica, affettuosa e solenne fatta dalle Autorità e da tutto il popolo della  Pieve al novello Pastore, che  hanno  scortato fino alla Chiesa Matrice.

I buiesi sentono profondamente la Fede per tradizione avita e vedono nel loro Sacerdote il Pastore. Si rallegra con la popolazione tanto più che essa non ha accolto un sacerdote novello, ma  colui che da 4 anni ha veduto all'opera con zelo instancabile e con infinito amore i suoi figli. Non gli resta che formulare  per  il  novello Arciprete i più fervidi auguri per la sua entrata  in possesso della Pieve stessa, fa voti anche per la sua salute corporale perchè egli  ne ha tanto bisogno per adempire il suo dovere in  una pieve così vasta e che accoglie ben 6.000 anime. 

Chiude con i più fervidi voti per un ministero di pace e di carità nella massima concordia ed invitando i Bujesi ad amare il  loro Pastore poiché ben se lo merita.