Numero Speciale - 1966 Marzo |
I Pievani di Buia |
Come per tutte le Pievi del Friuli anche per la nostra si conosce relativamente tardi la serie cronologica dei Pievani. E' risaputo però che la Pieve di S. Lorenzo di Buia è citata già nel 792, nel documento con cui Carlo Magno la donava al Patriarca S. Paolino. La sua giurisdizione allora comprendeva anche i territori delle moderne parrocchie di Vendoglio, Mels, Pers, Farla e Maiano. Da questo atto fino al 1259, anno in cui viene ricordato il primo Pievano, ci resta il ricordo di soli due sacerdoti buiesi: un Pre' Rozo, che viveva nel 1190, ed un Pre' Armeno vivente nel 1237. 1259 Vicemanno di Flagogna 1310 Manfredo di Miroglio, canonico di Vercelli. 1311 Pietro Cardinale Colonna (ha la Pieve in commenda e l'affitta per 14 marche aquileiesi). 1335 Beltramino di Lecco o di Molteno. (Nel 1338 è dispensato dalla residenza ad istanza del cugino Beltramino vescovo di Chieti). 1349 Federico da Buia, canonico di S. Pietro in Carnia. 1356 Giovanni. 1357 Wenceslao Pievano di Buia e di S. Canciano di Orsinburg, cappellano del patriarca Nicolò. 1357 Giovanni di Stracowiz di Boemia. 1360 Albertino o Albertello da Monza. 1361 Stefano di Nogara Padovana. 1364 Buffino da Bueis di Novara. 1367 P. Leonardo Sotani qm. Stefano Mansionario di Cividale. 1398 D. Jacopino del Torso di Udine, protonotario apostolico. 1409 Cristoforo qm. Tiziano da Ceneda, abitante a S. Daniele, nominato Pievano dal Patriarca Antonio Panciera. 1412 Giovanni Antonio da S. Daniele. 1413 Giovanni di Walchemberg, chierico della Diocesi di Ratisbona. 1417 Pre' Fradone da S. Vito, canonico di Cividale, eletto Pievano da Papa Martino V per morte del predecessore. 1423 Ser Duringussio di Mels qm. Federico, canonico di Aquileia. 1439 Giacomo da Cortivo da Venezia,creato Arcivescovo di Durazzo tenne ugualmente la Pieve di Buia (1457). 1472 Ambrogio da Polcenigo, canonico di Aquileia, già Pievano di Nimis. 1479 Nucio da Beleo napolitano, morto il 30 novembre 1485. .... P. Traiano de Riccardi di Ortona, che rinunciò alla Pieve il l.o maggio 1499. 1499 P. Matteo qm. Antonio de Subitinis da Udine. 1502 D. Nicolo figlio del magnifico Antonio Savorgnano, chierico di Aquileia e poi Decano di Udine. 1512 Luigi d'Aragona Cardinale di S. Maria in Cosmedin (Roma) rinuncia alla Pieve nelle mani di Papa Giulio II0. Leone X° la unisce ed incorpora alla Fabbrica di S. Maria di Udine. Trecento anni più tardi riprende la serie dei Pievani di Buia, a seguito della sentenza emessa dal Serenissimo Senato Veneto, in data 1792, con la quale, accogliendo i ricorsi e le suppliche delle autorità religiose e civili, staccava la nostra Pieve da Udine, ridandole l'antica autonomia. 1815 D. Domenico Minisini da Mels, già Vicario di Madonna. 1823 D. Tommaso Bonetti da S. Vito di Fagagna, già Vicario di Magnano in Riviera. 1864 Mons. Pietro Venier da Gradisca di Sedegliano che rinunciò alla Parrocchia di S. Giorgio di Udine per venire a Buia. Fondatore del Duomo di S. Stefano. Nominato Cameriere Segreto di Sua Santità ad personam. 1902 Mons. Giuseppe Bulfoni da Codroipo. Venuto a Buia di prima destinazione quivi restava per 47 anni consecutivi. Costruì il palazzo arcipretale, fondò la Casa di Riposo. Cameriere Segreto di Sua Santità ad personam. Fu il primo Arciprete (1911) e primo Vicario della Forania di Buia, istituita nel 1912. 1933 Mons. Giovanni Chitussi da Forgaria. Completò il complesso cultuale progettato dai suoi predecessori : la facciata del Duomo (1937), il campanile (1940), il battistero (1945). Godette per primo della dignità di Cameriere Segreto di Sua Santità, titolo concesso ai Pievani-arcipreti di Buia, prò tempore. Rinunciò alla Pieve nel 1946 e fu nominato Canonico della Metropolitana di Udine. 1947 Mons. Ivo Sant da Fraelacco di Tricesimo, già canonico di Udine. Morì repentinamente nel novembre 1949 a soli 50 anni. 1950 Mons. Domenico Urbani da Ospedaletto di Gemona. Ebbe cure particolari per il Duomo che dotò dei fìnestroni istoriati del coro, avanzò il presbiterio sistemando l'interno del tempio alle esigenze della moderna liturgia, dando all'insieme la bellezza e l'austerità che comporta lo stile. 1966 Mons. Angelo Cracina da Campeglio di Faedis, proveniente dalla Parrocchia di S. Leonardo degli Slavi. |