206 Pasqua |
A tu per tu con il Diacono rumeno don Rafael di Lorenzo Fornasiero |
Dalla fine di novembre abbiamo a Buja un giovane Diacono che presto diverrà sacerdote. Sperando che il Vescovo decida di lasciarlo a sostegno delle nostre Parrocchie cerchiamo di conoscerlo meglio, porgendogli alcune domande. Da quale zona vieni e come si vive in Romania? Vengo dal nord-est della Romania, da un piccolo paese nei pressi di Roman. Dal punto di vista economico, politico e sociale ci sono stati dei cambiamenti, oserei dire radicali, dopo la caduta della dittatura del comunismo del dicembre del 1989. Questi cambiamenti hanno avuto delle ripercussioni anche nell'ambito religioso. Posso dire che a livello di esperienza religiosa c'è una ricerca libera di un rapporto sincero con Dio che si concretizza anche nel rapporto interpersonale. Parlaci un po' di te, della tua famiglia, dei tuoi studi, dei tuoi hobby? Nato in una famiglia con 10 figli, ho avuto la possibilità di studiare come tutti gli altri fratelli. Terminate le elementari e le medie nel paesino natio, ho scelto di intraprendere il Seminario minore (le superiori) e successivamente ho frequentato i primi 2 anni di filosofia nel Seminario maggiore di lasi. Da piccolo mi è piaciuto giocare a calcio ed altri tipi di sport. Prediligo anche una passione per gli scacchi. La mia prima scacchiera è stata portata da uno dei miei fratelli. Da quel giorno, durante le vacanze, cominciammo ad organizzare tornei di scacchi, dama, carte, in famiglia. Nutro anche una forte passione per la musica classica e per la letteratura russa ed indiana. Hai imparato in fretta a parlare l'italiano, conosci altre lingue? Ho imparato preparando tesine durante i primi due anni di filosofia al Seminario maggiore leggendo e traducendo dall'italiano, dal francese e dal tedesco. Dopodiché ho fatto una bella esperienza in una casa salesiana della durata di tre mesi, dove ho sentito ed ho cominciato a parlare l'italiano. Penso che una lingua si impari facendo esperienza diretta con le persone che la parlano. Quando e come hai deciso di scegliere la strada del sacerdozio, quanti anni avevi quando hai scelto questa strada e dove hai cominciato gli studi? Sono entrato nel Seminario minore a 14 anni, dopo aver fatto per parecchi anni il chierichetto. La figura del parroco mi aveva colpito da ragazzino per cui ho seguito le sue orme. Comunque la vocazione al sacerdozio è maturata durante gli anni di Seminario e soprattutto durante i 4 anni che ho passato a Castellerio. Difficoltà, fatiche, momenti belli e colmi di gioia hanno accompagnato la mia ricerca personale di Dio, della mia realizzazione, del senso della vita. Credo che qualsiasi scelta di vita comporti dei momenti belli e meno, ma l'importante è non perdere di vista il punto di riferimento o la meta. Dove pensi ti condurrà questa strada? Bello...vorrei saperlo anch'io! Sono consapevole che seguendo questa strada dell'annuncio di Gesù devo essere pronto in qualsiasi momento a servire Dio ed il prossimo in qualsiasi comunità dove l'Arcivescovo mi manderà. Qual è stato l'impatto con la gente di Buja? Sono contento di aver avuto la possibilità di conoscere una nuova comunità piena di speranze, che deve costantemente superare con coraggio le prove della vita. Ormai sono passati tre mesi e sto imparando lo stile, la vita, di questa comunità e le sue peculiarità. Come ti sei trovato di fronte alla nuova realtà italiana? Quali difficoltà e diversità hai incontrato? La conoscenza, l'incontro, il dialogo interpersonale penso che sia alla base di ogni società. Le diversità culturali e le tradizioni differenti dalle mie hanno fatto crescere dentro di me una voglia, il coraggio di far conoscere la bellezza dello stesso Vangelo nella realtà friulana di oggi. Credo che ci siano modi diversi di vivere la fede; dalle mie parti c'è ancora un società molto praticante, a differenza di qua dove la fede è più personale e più interiorizzata. Cosa ne pensi dell'attuale situazione mondiale e degli scontri tra le religioni? lo credo nel dialogo tra le religioni; ma come realizzare questo dialogo? Penso si debba partire dal basso, da un rapporto umano, da una conoscenza reciproca nella verità, da un rispetto reciproco, da una condivisione di ideali. Certo ci vorrà del tempo per la maturazione del dialogo. In conclusione, credo che scegliere la strada dell'annuncio del Vangelo, del Diacono e poi del Sacerdote, sia, in questo momento, un grande dono ed una grande opportunità. E in questa avventura posso contare sul sostegno dello Spirito Santo e della preghiera di tutta la comunità cristiana. |