Settembre 1999

Ricordo di Don Valerio Zamparo

di Emidio Goi

 

State ascoltando - Brano 3

"Apuestul di Crist

tal pandi veretât e caritât 

tai momenz di pâs e di torment, 

simpri dongje a duc', e pari 

tal spiri di tante nestre žoventût"

Con questa eloquente e profonda motivazione don Valerio ricevette nel 1996 il "Premi Nadâl Furlan" che lui stesso aveva cooperato a far nascere a Buja nel 1979 per premiare persone che si fossero distinte nei vari campi culturali con l'impronta tipicamente friulana e soprattutto evangelica e cristiana. "Don Valerio apostolo di Cristo nel predicare verità e carità nei momenti di pace e di sofferenza , sempre vicino a tutti; padre spirituale di tanta nostra gioventù". Questa è la sintesi lapidaria della vita e dell'opera del sacerdote don Valerio Zamparo, a Socchieve, a Buja e a Povoletto.

I dati biografici: nasce a Togliano di Torreano il 10 luglio 1933; viene consacrato sacerdote il 29 giugno 1960. Dal 1960 al '64 cappellano a Socchieve in Carnia. Dal 1964 al 1982 prezioso ed ottimo cappellano di Mons. Angelo Cracina a Buja. In quell'anno lascia, per modo di dire, il nostro paese, diventa parroco di Povoletto fino alla morte avvenuta ad Udine in ospedale il 16 agosto 2005.

Era anche Monsignore e Canonico del Duomo di Cividale. Il nostro ricordo di lui si concentra nei 18 anni di lavoro apostolico a Buja. Dall'arciprete gli sono stati affidati i ragazzi e i giovani e lui diventa il loro animatore e il loro educatore. Coinvolge il mondo giovanile nelle attività religiose, nei giochi, in discipline sportive e culturali;

ha avvicinato i giovani bujesi aiutandoli a 

superare l'atavico campanilismo locale. Per i giovani ha ideato e costruito, anche con astuti metodi, la Casa della Gioventù. Don-Va, così lo chiamavano i ragazzi, ha operato instancabile nella scuola, personalmente ha avvicinato ragazzi e famiglie per risolvere tanti problemi. Don Valerio si è dedicato anche con particolare cura e sensibilità agli anziani della Casa di Riposo, per i quali dava vita a varie iniziative nei diversi momenti dell'anno liturgico e agli ammalati della nostra comunità che visitava di frequente.

La sera del 6 maggio 1976 con il disastroso terremoto ha cambiato la vita di Buja per tutti. Don-Va allora ha dimostrato tutto il suo ardore apostolico di sacerdote per gli altri, la sua attività ha raggiunto il suo apice. Per giorni e giorni ha percorso instancabile le strade del paese ancora piene di macerie su un vecchio furgoncino blu, sempre pronto a portare aiuti materiali e morali a tutti.

Questa esperienza indimenticabile don Valerio ce l'ha lasciata scritta nel 1996 in un'opera preziosa "Un testimone della solidarietà a Buja... a vent'anni dal terremoto". Ma quello che non è scritto, sulla carta, resta scritto nel ricordo indelebile di tanti, ora papa di famiglia che devono far tesoro di tanto insegnamento cristiano che Don-Va ha seminato a larghe mani nei suoi anni di apostolato in quel di Buja.

Ora se n'è andato, dopo aver sofferto tanto anche nel suo fisico; a Lui la riconoscenza di tutta Buja e il perenne ricordo di Lui resterà nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di fare un tratto della loro vita assieme all'indimenticabile Don-Va.