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da Mercedes a Suor Mercedes

di Mario Savonitto

 

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1919-1940/43-2006 Urbignacco di Buja 25 febbraio 2006

un mese dopo il passaggio... all'altra riva ... di MERCEDES SAVONITTO nata a Buja nel 1919, nella "patriarcale" FAMIGLIA "CINAI" (soprannome che... viene da lontano).

La famiglia era diventata "patriarcale" a seguito della numerosa prole che nonno Mattia (cl. 1855) con Caterina Minisini avevano dato alla luce, 12 figli, uno dei quali era Emilio che, con Adele Zanini, aveva pure messo al mondo 12 figli uno dei quali era, appunto, MERCEDES (1919) e un'altro è il sottoscritto MARIO (1920). Non mi dispiace notare che siamo ancora viventi in 3 sorelle e 2 fratelli. E allora capite subito che la qualifica di "patriarcale" ci stava tutta. Mercedes e Mario e altri fratelli e sorelle, dopo le elementari sono stati mandati a scuola nei collegi salesiani di Conegliano, di Tolmezzo e di Rovereto (TN). Anche papa Emilio e i suoi fratelli avevano studiato, in gioventù, dai Salesiani a Mogliano Veneto.

Il 25 gennaio scorso la nostra suor Mercedes si è addormentata nel Signore (a 86 anni) nella Casa Salesiana (opera De Mori) di Vittorio Veneto dove ha trascorso gli ultimi 30 anni della sua vita; MAESTRA in mezzo ai ragazzini; INSEGNANTE EDUCATRICE con gli adolescenti e soprattutto animatrice con le ex allieve, molte già madri di famiglia. Purtroppo 18 anni fa, in una tempestosa serata di marzo, mentre si dirigeva a piedi a visitare un'amica amalata, poco distante dall'Istituto, è stata investita da un'auto, sulle strisce pedonali. Tutti dicevano che era ridotta in fin di vita. Invece, miracolosa, eccezionale, superò tutte le crisi con sofferenze indicibili e riuscì a continuare per un certo tempo, la sua missione apprezzata fra le ex allieve.

Il funerale nel duomo di Vittorio Veneto fu una testimonianza di gratitudine verso l'operosità rivolta agli "altri" di suo Mercedes che aveva saputo mantenere un clima di serenità affettuosa verso tante nuove famiglie che denunciava ammirazione e riconoscenza verso le suore salesiane. Malgrado la giornata invernale ed inclemente la gente in chiesa e nel cimitero è stata molta. I parenti friulani presenti, assieme a noi due fratelli (Matilde e Mario), erano una ventina, malgrado la nevicata mattutina. E' stato commovente e sorprendente sentir intonare dalle consorelle suore, al momento della sepoltura, prima l'Ave Maria di Lourdes e poi "Stelutis Alpinis" che, sul letto della lunga malattia, sr. Mercedes voleva cantare e far cantare, assieme ad altre canzoncine friulane e italiane, imparate dal papà col suo pianoforte in tempi lontani.

Torno a Mercedes, prima mestra diplomata a Treviso nel 1937 in una scuola pubblica a pieni voti. Mercedes maestra non aveva bisogno di trovarsi un posto di lavoro; né di fare concorsi per sfruttare il diploma: il lavoro ce l'aveva pronto in casa...e tanto!

C'erano fratelli e sorelle minori che andavano aiutati a crescere, a fare i compiti di scuola, a controllare la loro pulizia, a pregare insieme, anche con il sottoscritto; c'era un papà, cieco dal 1933, da accompagnare nell'orto a vedere se le piante davano i loro frutti; a fare una passeggiata sui "cucchi" a vedere il panorama e studiare la geografia, nonché la sosta davanti all'ancona del Belvedere "Spes nostra"; accompagnarlo a Messa la domenica e anche spesso nei giorni feriali. Non bisognava neppure trascurare, in Parrocchia di Madonna, l'attività dell'Azione Cattolica.

Lo zio teo, geometra, podestà del Comune di Buja aveva in casa un ufficio, gli occorreva una dattilografa, una che sapesse anche tenere bene la "stecca" e scrivere di penna e di matita. E Mercedes era pronta!!!! Anche gli zii commercianti, avevano necessità di una segretaria con calligrafia prontamente leggibile. Doveva anche accogliere il cliente e servirlo di qua e di là del banco. Nel 1939 anch'io mi sono diplomato in ragioneria e mi son proprio trovato accanto a Lei, la maestra Mercedes, a tener contabilità e "tagliar mortadella" nel negozio alimentari al minuto.

Ma...un giorno di dicembre Mercedes mi disse, in gran confidenza, che nell'indomani "8 dicembre 1940" festa dell'Immacolata, avrebbe dovuto andare con il treno a Conegliano perché la Direttrice del collegio l'attendeva per la festa annuale. Ci salutammo e mi disse:" Ci vediamo lunedì!" Quel "lunedì" non si è mai verificato!! Forse solo la sorella Caterina sapeva che sarebbe stata trattenuta in convento! Da quel lunedì 9 dicembre 1940 si è realizzata la sua "vocazione" per la vita religiosa!! Incominciò il suo "noviziato" che durò tre anni e nel 1943 fece la prima professione con i voti e diventò F.M.A. (Figlia di Maria Ausiliatrice) e di don Bosco, Santo. Aveva abbracciato la causa di don Bosco col suo motto: da mihi animas et coetera tolle mi bastano le anime!

La sorpresa è stata grande per tutti ma sempre devotamente rispettata "la sua vocazione".

E ricordo di aver pensato dopo qualche mese, al fatto evangelico che anche Gesù "dodicenne" ha lasciato in panne i genitori... perché il PADRE (eterno) lo aveva ispirato e chiamato per una strada più importante e perfetta!!!!!!

E a casa nostra è tornata presto la serenità fra tutti al pensiero di aver lasciato partire un operaio in più per la vigna del Signore!

Torno a quello che ha raccontato e commentato alla fine della S. Messa Mons. Arciprete, dopo i voti e dopo la fine della guerra, di Sr Mercedes diventata umile ancella nella casa del Signore. Ricca dello spirito salesiano in famiglia e negli Istituti delle F.M.A. frequentati, insegnò per due anni nella scuola elementare di Lendinara (RO) lasciando un'ottima impronta, tantoché alcuni ex allievi vennero da poco a trovara per ringraziarla.

L'opera Marzotto di Valdagno (VI) la vide impegnata per ben 18 anni nella dedizione alle orfane fino a compromettere la sua salute. Riprese poi la sua attività nei Centri Professionali in cui si abilitò tenendosi sempre aggiornata.

Il Monsignore ricordò anche il terremoto del Friuli che distrusse a Urbginacco la sua casa patriarcale, il suo paese, compresa la chiesa. Partecipò fortemente alla sofferenza del suo amato Friuli seguendo con orgoglio la faticosa ma industriosa ripresa.

La Direttrice della Casa "De Mori" di Vittorio Veneto, prima che si formasse il corteo per il cimitero, salutò Sr. Mercedes anche per tutte le consorelle, lodando l'attaccamento e l'entusiasmo della suora friulana e concludendo che tutti i nostri sentimenti possono incontrarsi in una sola parola GRAZIE!!!!

Ripetendo la conclusione del tuo dire con un "due' in altum"!

Anche la Presidente delle ex allieve, sig.ra Gabriella Zanardo, ha detto le parole del commiato ringraziando Suor Mercedes perché come dote principale ha loro insegnato la "carità reciproca" esaltando i valori umani e spirituali della vita e concludendo:" La porteremo sempre nel cuore! Un arnvederci da noi tutte ex allieve! Grazie."Tutti l'hanno ancora ricordata come l'Apostola della "buona stampa" e per la nascita e la crescita del movimento per la vita!

Il fratello Mario è intervenuto con il saluto a nome anche delle sorelle e dei cugini e nipoti presenti e assenti, alla fine della preghiera dei fedeli.

La S.Messa dei defunti è stata sostenuta devotamente anche dalle note dell'organo e da un coro ben preparato, che qui mi sento in obbligo di ringraziare, assieme a Mons. Arciprete del Duomo.

Un ringraziamento cordiale e del tutto particolare è dovuto anche alle consorelle di Conegliano convenute al rito funebre fino al cimitero con l'Ispettrice rev.da Gianfranca Franceschini che, con le sue suore, in lacrime, si è associata al "Stelutis Alpinis"... mentre la bara scendeva nel suo loculo! Papà Emilio l'ha di certo veduta (non più cieco) e applaudita per primo.... in Paradisum!

Ringrazio infine tutte le consorelle che hanno tenuto compagnia anche con la conversazione o con la lettura, ma soprattutto con la preghiera, INSIEME alla nostra e vostra ammalata, talvolta difficile! In primis la Direttrice suor Regina, sempre sollecita nelle informazioni, e a suor Delfina e suor Teresa, pronte nelle cure. GRAZIE a tutta la comunità di VITTORIO VENETO - SERRAVALLE.