1974 Aprile |
La parola dei Vescovi sul Referendum |
II consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, in coerenza con quanto i vescovi italiani hanno sempre unanimemente affermato, ritiene suo dovere dare, a quanti vogliono vivere nello spirito del Vangelo le attuali vicende del nostro paese, un orientamento dottrinale e una direttiva pastorale circa l'unità della famiglia e l'indissolubilità del matrimonio. IL MATRIMONIO E' DI SUA NATURA INDISSOLUBILE — Alla luce della Parola di Dio, la Chiesa ha costantemente insegnato che il matrimonio è indissolubile, non soltanto come sacramento, ma anche come istituto naturale. Solo infatti una mutua donazione personale e perenne dei coniugi garantisce alla famiglia il raggiungimento della sua interiore pienezza e l'adempimento della sua interiore pienezza e l'adempimento della sua funzione sociale, soprattutto educativa. LA FAMIGLIA UNITA E' NECESSARIA AL BENE DELLA SOCIETÀ' — La fedeltà dei coniugi al loro impegno di amore reciproco e di dedizione ai figli è un bene irrinunciabile della convivenza umana e costituisce una espressione autentica di libera scelta e di civiltà. Per questo il Concilio Vaticano II, che ha fatto un coraggioso confronto del messaggio evangelico con le culture dei popoli e le esperienze delle nazioni moderne, non ha esitato a denunciare il divorzio come « una piaga » sociale per le sue rovinose conseguenze nei riguardi del matrimonio, della famiglia e della società (cfr. « Gaudium et Spes », 47). IL CRISTIANO, COME CITTADINO, HA IL DOVERE DI PROPORRE E DIFENDERE IL SUO MODELLO DI FAMIGLIA — II cristiano, come tutti gli altri cittadini, deve partecipare responsabilmente alla costruzione di un retto ordine civile e « impegnarsi perché le leggi corrispondano ai precetti morali e al bene comune» (decreto « Apostolicam Actuositatem », 14). Questa partecipazione necessaria sempre, diventa più urgente quando i valori fondamentali della famiglia sono insidiati da una legge permissiva che, di fatto, giunge a favorire il coniuge colpevole e non tutela adeguatamente i diritti dei figli, degli innocenti, dei deboli. In così grave circostanza nessuno può stupirsi se i pastori adempiono la loro missione di illuminare le coscienze dei fedeli e se questi, consapevoli dei loro diritto-dovere, difendono la unità della famiglia e l'indissolubilità del matrimonio servendosi dello strumento costituzionale del referendum. CONFRONTO CIVILE E IMPEGNO PERMANENTE — Un leale confronto i idee sui principi e sui valori della famiglia non può per nessuno diventare pretesto di una guerra di religione. I vescovi, anche per il quotidiano contatto con le loro popolazioni, non ignorano le crescenti difficoltà che oggi si pongono a molti e sanno che il referendum da solo non può risolvere i problemi della famiglia italiana. Per questo ritengono urgente che tutti gli uomini di buona volontà si accordino per una saggia riforma del diritto di famiglia e per tutelare il bene della famiglia stessa, mediante il risanamento dei costumi e una organica politica sociale. Nell'ambito dell'azione pastorale, i vescovi si impegnano insieme con le loro comunità a promuovere gli autentici valori del matrimonio come comunità di vita e di amore, per rafforzare così, soprattutto dall'interno, l'istituto familiare. |