Natale 2008

Scuola Materna Parrocchiale

Anche per me è ritornato il primo anno di "asilo"...

di Chiara Burigotto

 

L'anno scolastico è iniziato da poco e, come per i nuovi bimbi piccoli, anche per me segna l'inizio di una nuova esperienza: sono stata assunta come insegnante nella scuola materna parrocchiale.

Il clima che percepisco e respiro all'interno di questa scuola è paragonabile al clima che si respira in una famiglia: le insegnanti, le cuoche, i genitori e le altre persone che operano all'interno sono tessere indispensabili alla costruzione di un grande puzzle. Ognuno porta il suo contributo e tutti condividiamo gli stessi valori.

Da quello che posso osservare, l'intervento dei genitori (attuali ed ex) è costante, utile ed efficace: un esempio è l'allestimento del presepio che li vede coinvolti già dal mese di ottobre.

L'educazione non è una quantità di cose con le istruzioni per l'uso, ma ritengo voglia dire semplicemente aiutare a crescere non solo per diventare grandi, ma per stupirsi e conoscere. Compito dell'educatore è "estrapolare" ciò che la persona è, e questo avviene in un rapporto. È importante che il bambino cresca con lo stupore, la curiosità e l'interesse verso ciò che lo circonda.

L'imparare, il giocare, il colorare e il disegnare, l'apparecchiare le tavole, il pranzare assieme, il riposare e tutto ciò che serve per "star bene" avviene in compagnia di adulti che seguono con attenzione le grandi scoperte e i grandi passi di tutti i giorni. Noi educhiamo attraverso ciò che insegniamo, sia questo un canto, una preghiera, un racconto o una filastrocca, abilità manuali o regole di convivenza, ma oltre alle parole c'è molto contatto con la realtà. Quando entro a scuola cerco d'incontrare e accogliere i bambini, senza tralasciare i genitori, nel modo che più si addice al loro

stato d'animo e ai loro bisogni: ascoltare quello, che tutto entusiasta desidera, raccontare ciò che gli è accaduto, prendere in braccio quello che entra piangendo (ma che solitamente dopo pochi minuti ha dimenticato i suoi dispiaceri), richiamare quello che fa i dispetti al compagno, sempre nel rispetto della loro unicità.

Tutto ciò che vivo non rappresenta solo una crescita per i bimbi che ho davanti ma anche per me e penso che in futuro conserverò il ricordo della mia prima esperienza d'insegnamento come un qualcosa di splendido e motivante.