2006 Natale

Diamo ai figli una famiglia

di  Daniele Calligaris

 

 

Si diffonde sempre di più la "moda" di mettere al mondo i figli senza dar loro una famiglia giuridicamente riconosciuta. Non si chiede che tutti abbiano la fede per sposarsi in Chiesa, ma almeno la responsabilità di un matrimonio civile. Non è raro poi il fatto che molti conviventi chiedano il Battesimo per i propri figli. Ma in nome di quali valori, principi e priorità?

Proviamo a metterci dalla parte del figlio.

Prima di tutto il bambino ha diritto ad avere una famiglia stabile, sicura, garantita anche dal punto di vista giuridico. Non si può affidare i propri figli alla buona volontà e alla precarietà intrinseca di una convivenza. Il matrimonio è iscritto nella legge naturale perché il bambino possa nascere e crescere dentro il "grembo" dell'unità e della fedeltà. Questa stabilità deve essere garantita anche dalle leggi. "Ma noi - dice qualcuno - vogliamo bene lo stesso a nostro figlio e faremo di tutto per lui anche nel caso che... Perché lasciarci legare dalla legge?". A volte si ha l'impressione veramente che la causa di questo fenomeno sia la pressione del pensiero debole dominante e così si sente dire anche da cristiani praticanti: "Oggi è così, che cosa si deve fare?".

In nome di uno spirito libero non si vogliono accettare vincoli; ma la legge è un aiuto, è un riferimento, è pedago­gica, è richiamo costante ai propri doveri. Chi non vuol la legge per sentirsi libero dalla legge non ha probabilmente l'umiltà di accettare un sentiero sicuro, oppure ha paura di legarsi a quel "per sempre" indice della maturità della persona e garanzia di crescita per il proprio figlio.

Manca molte volte un serio e sereno confronto con la verità delle cose per togliere quelle specie di anestesia valoriale presente in tante coscienze.