2004 Natale |
Una ... lettera per Natale... E' giunta a Donda questa lettera da un ragazzo fuori Buja |
Faccio parte di una famiglia normale: io, figlio di due grandi lavoratori, con una vita borghese, ben visti da tutti nella società. Molti invidiano la nostra "splendida" famiglia: bella casa, fantastica automobile, alcuni viaggi di piacere, casa prima ai monti, ora al mare. Ogni tanto si va anche a Messa. Per tutti siamo una "bella famiglia". Questo dal di fuori. Volete che ve la racconti io la mia famiglia, dal di dentro? Ci alziamo quasi tutti alle 7.00, io e mia sorella per andare a scuola (tutti e due alle superiori, io in 3a, anche se dovrei essere in 4a e mia sorella in 2a); i miei per andare al lavoro. Torno sempre a casa il pomeriggio verso le due e trovo il caldo ambiente familiare: nessuno. Papa e mamma lavorano tutto il giorno, mia sorella fa una scuola che è quasi un collegio. Mangio da solo, tutte robe riscaldate, che ha fatto la colf la mattina o mia mamma la sera prima. Guardo la tv, e se ho voglia faccio i compiti. Molte volte rimango fuori, perché mi fa tristezza tornare a casa. Mia sorella torna dopo le cinque e si mette subito a fare i compiti. Noi due, parliamo molto poco, piuttosto litighiamo spesso. I miei genitori invece arrivano a casa più tardi: mamma alle cinque, talvolta anche alle otto, se si ferma a delle riunioni, o a parlare con qualcuno o a bere qualcosa con le amiche. Papà torna alle otto, tutti e santi i giorni. Non si mangia mai insieme: la sera papà mangia sul divano e non vuole sentire storie; chiede come è andata la giornata, ma tanto non ci ascolta perché pensa ad altro o guarda il tg. Qualche volta è aggressivo, magari nervoso perché pensa al lavoro. Mamma prepara la cena, e intanto mangiucchia qualcosa. E poi non ha mai fame. Mia sorella tende all"anoressico e la sera non mangia mai. Dunque, come al solito, mi ritrovo a mangiare sempre da solo. Certo, ci sono anche delle eccezioni, anche se molto rare. Durante i fine settimana papa e mamma diventano assillanti: vogliono sapere dove vado, con chi vado, a che ora torno. Tanto volendo, potrei raccontargli tante di quelle frottole, perché il sabato sera hanno sempre una cena (con gli amici, coi colleghi, o da soli loro due). Ecco la nostra famiglia normale. Bè, normale per gli altri, perché per me dentro è vuota. Non sento il calore, non mi scalda. Non mi da pace. O meglio, solo qualche volta. Ogni tanto vado in parrocchia, sento parlare del tipo di famiglia che vorrei. Fortunati quelli che ce l'hanno già. Una famiglia accogliente: due genitori che, anche se lavorano, si interessino a me; che si fidino di me; che vivano con me alcuni miei problemi; che parlino con me, ma soprattutto, che ascoltino quello che io ho da dire loro. Che ascoltino il loro cuore. E il mio. Forse, vorrei essere amato un po' di più. Quello che ho scritto non corrisponde tutto a verità nella mia vita, perché voglio rimanere anonimo. Spero però che tutti i papa e le mamme che leggeranno questa lettera, riescano a pensare se anche in casa loro c'è per caso qualcosa che non va. Vorrei dar loro solo un consiglio: ascoltate i vostri figli, e non lasciateli nella loro solitudine. Dimostrate il vostro amore per loro. Ma spero soprattutto che i miei genitori intuiscano che sono stato io a scrivere tutto questo. Papa, mamma, VI VOGLIO BENE. Ma vogliatene anche a me, dimostrandomelo più spesso. E non con regali. Senza accontentarmi in tutto e per tutto. Vorrei solo il vostro affetto, il vostro amore. Questo è il regalo più bello che mi potreste fare per questo Natale. |