INDIETRO

State ascoltando - Brano 2

Pasqua 1993

Dieci anni di ricostruzione

di  Roberto Zontone

 

Si può ben dire che il decennio 1983-93 è stato l'arco di tempo che ha visto rinascere quasi completamente il patrimonio murale della nostra Pieve.

Infatti, senza nulla togliere all'opera di impostazione progettuale e burocratica,  - opera invisibile e discreta, ma pur sempre difficile e impegnativa - precedentemente assolta da Mons. A. Cracina, di v. m., allora Arciprete, unitamente ai suoi collaboratori, nonchè al periodo transitorio abilmente gestito dal Rev. do don G. Nicoletti, a partire dal 1983 con un susseguirsi incalzante vennero ripristinate o ricostruite tutte le opere parrocchiali, siano esse luoghi di culto o di attività pastorale.

La prima costruzione a completarsi  è stata la Casa Canonica con annesse sale di attività pastorale.

Indubbiamente, per chi ha potuto conoscere la vecchia canonica di S. Stefano, il nuovo cdiíìcio può sembrare frutto di un passo indietro e, per certi aspetti, lo è stato. Non possiamo dimenticare però che i tempi sono mutati, le esigenze anche; così al posto della prestigiosa palazzina è sorta una costruzione più modesta come volume, ma più razionale dal punto di vista ricettivo e più funzionale sul piano operativo. Oggi essa si inserisce molto bene nel contesto urbano e possiamo dire che il ricordo del vecchio fabbricato Io abbiamo affidato alla nostra storia senza grandi rimpianti,

Il 1 Dicembre 1985 il Card. Piovanelli, Arcivescovo di Firenze, inaugurò la ripristinata Chiesa di Ursinins Grande, opera realizzata a cura della Soprintendenza di Udine e amorevolmente seguita dal nostro Prof. Gian Carlo Mons. Menis. Tutti possiamo vedere la perfezione e ]a cura del restauro effettuato. La Chiesa è migliore di prima ed i borghigiani di Ursinins Grande possono essere fieri di custodire un luogo sacro così bello e così caro.

Quasi in contemporanea alla Chiesa di Ursinins Grande si procedeva, sempre a cura della Soprintendenza, al recupero staticofunzionale della Chiesa di S. Floreano. Anche qui i lavori consentirono di riportare il fabbricato alla forma originaria con maestria e professionalità. Al recupero della chiesa seguì, quasi immediatamente, il recupero dello storico campanile. Un cenno pure va fatto al restauro dell'altare ligneo di S. Floreano, preziosa opera salvata grazie aH'intervento di una famosa Ditta marchigiana. La Chiesa di S. Floreano, prima di essere inaugurata dal Vescovo ausiliare Mons. P. Brollo nel 1986, ebbe il privilegio di ospitare, il 6 maggio 1984, i bambini della Prima Comunione, Dopo otto anni questi furono i primi fanciulli della nostra parrocchia a ricevere la Prima Comunione in una vera Chiesa!

Mentre venivano riaperte al culto le Chiese filiali gli sforzi e le attenzioni della Parroo chia si concentravano nella ricostruzione del Duomo di S. Stefano,

Dopo anni di estenuanti trattative e diatribe burocratiche, nel 1985 vennero appaltati i lavori di ricostruzione del Tempio,

Tutti abbiamo seguito con attenzione, impazienza e trepidazione le varie fasi della rinascita della principale Chiesa di Buja. I lavori, affidati all'Impresa Furlanis e diretti dall' arch. Tondolo, iniziarono il 14-3-1985 e proseguirono ininterrottamente fino all'88, anno in cui il Duomo venne solennemente consacrato dal nostro Arcivescovo, il 18 giugno, alla presenza di Autorità, Benefattori, Operatori e larga partecipazione dei parrocchiani,

La ricostruzione del Duomo impegnò fortemente l'arciprete e tutti i collaboratori parrocchiali. I problemi inerenti le varie fasi dei lavori, le opere di finitura, il presbiterio. l'arredo. richiesero  costante   attenzione

e notevoli impegni finanziari da parte della Parrocchia. La generosità singola e collettiva ci consentì comunque di inaugurare il Duo mo   completo   di   tutto   l'arredo   essenziale.

Le vetrate istoriate del Coro, il presbiterio in marmo, i banchi, sono solo una parte di quanto si è potuto fare grazie al concorso ai tutta la comunità aiutata in questo anche dalla concreta solidarîetà di Enti esterni alla nostra Parrocchia, tra i quali ricordo con particolare gratitudine l'intervento generoso della Diocesi di Rottemburg.

Quasi di fronte al Duomo, distante ma non tanto, per intelligente iniziativa della Civica Amministrazione risorgeva intanto un'altra Chiesa cara ai Bujesi; mi riferisco alla Chiesa cimiteriale di S. Bartolomeo. sulle volte interne della cupola, completamente rifatta in acciaio e rame, vennero egregiamente ricollocati gli affreschi del nostro pittore Ursella, recuperati e restaurati con un notevole sforzo finanziario del Comune. Il primo decennio di permanenza in mezzo a noi di Mons. A. Bressani si è chiuso con due chiese non ancora completate; esse sono la Chiesa matrice di S. Lorenzo in Monte e la Chiesetta del Sacro Cuore a Ursinins Piccolo. Non per questo detto periodo trascorse improduttivo per queste due costruzioni.

Infatti i lavori di recupero della vetusta Chiesa di Monte, pur proseguiti a fasi alterne o periodi di stasi, sono arrivati a buon punto. Il campanile è stato recuperato totalmente ed è funzionante con campane e orologio; le opere di consolidamento e di rifacimento delle parti murarie sono quasi completate, poi si provvederà alla copertura definitiva.

Esiste l'impegno della Soprintendenza a garantire i finanziamenti.

Ultima fatica, la Chiesetta del Sacro Cuore presso la Casa di Riposo. Questa iniziativa, fortemente voluta da Mons, Bressani, è ben visibile. Tra poco la posa della copertura dovrebbe completare la realizzazione della struttura muraria, compiuta anche grazie all'impegno dell'Amministrazione Comunale. Sono certo che la generosità della gente Bujese e la preziosa dedizione delle suore della Casa di Riposo permetteranno di aprire presto al culto anche questa Chiesa, tanto cara alla nostra popolazione.

Al termine di questa veloce elencazíone delle opere realizzate nel periodo 1983-93, pur riconoscendo il ruolo avuto dalle opportunità legislative e gestionali legate al post-terremoto, non posso dimenticare il continuo e intelligente impegno del nostro Arciprete. Possiamo ben dire che a queste opere Egli ha dedicato anima e corpo.

Grazie Mons. Bressani!