1952 Marzo |
Nel 50° della morie di Mons. Pietro Venier la fondazione del Ricreatorio Festivo di Pietro Menis |
Quest'anno ricorre il 50.mo anniversario della morte di Mons. Pietro Venier, per 38 anni Pievano di Buia. E' una figura nota che il buiese ricorda in tante e nelle più svariate circostanze, sempre con sentimento di gratitudine e di omaggio. Parlare di lui è come toccare un tasto sempre vibrante della vita cittadina. Tuttavia non sarà fuori luogo segnare su questo Bollettino, in attesa di fare più e meglio, alcune delle tappe più salienti del suo provvido governo in Pieve. Nato, a Gradisca di Sedegliano nel 1830, celebrava la sua prima Messa nel 1854, l'« anno dell'Immacolata », e, dopo dieci anni di esperienze pastorali, veniva eletto Pievano di Buia: nel novembre del 1864 prendeva possesso in forma semplice date le circostanze del tempo e particolarmente di Buia. Ma quello di Don Pietro Venier era un ritorno tra noi giacché egli era già stato per due anni in precedenza, in qualità di Cooperatore col Pievano Don Tomaso Bonetti; egli conosceva dunque l'anima del popolo di Buia e forse fin d'allora sognava tutto un programma di riforma religiosa e di costruzioni atte a dare al paese una fisionomia ed una impronta che per il passato non aveva. In quel tempo erano quattordici le chiesette sparse nelle nostre contrade e tutte insufficienti alle necessità spirituali e liturgiche per la vasta Parrocchia, comprendente tutto il territorio comunale. Anche la Pieve era pie-colina : ed ecco che Don Pietro Venier pensa per primo a quella : il paese doveva avere una unità spirituale e la Matrice doveva essere il centro. I lavori cominciano nel 1871 e, proseguono negli autunni e nelle primavere, quando gli uomini erano ritornati dal lavoro stagionale all'estero. Nel 1883 la chiesa era giunta al compimento essenziale. Nel febbraio di quell'anno si dava inizio all'ampliamento di quella di Madonna divenuta insufficiente alle popolazioni del « Quartiere di sopra », come era qualificata in quel tempo tutta la parte superiore del paese. Nel 1889 ha inizio il Duomo che viene ad inserirsi nella vecchia chiesa di Santo Stefano ; si lavora a Madonna e Santo Stefano, sicché le due chiese giungono al traguardo contemporaneamente nel 1896 per essere benedette dall'Arcivescovo, e nel 1899 per porre fine ai lavori di massima: a Santo Stefano mancava la facciata che verrà elevata sette lustri più tardi. Il Pievano, nominato Monsignore in premio di tanta attività, aveva allora 70 anni e non accennava a stanchezza giacché gettava le basi per la costruzione della Canonica. La morte lo coglie così gagliardo di energie fisiche, pieno di attività, il 7 giugno 1902. In questa ricorrenza memoranda Mons. Arciprete ha deciso di intraprendere, con l'aiuto di Dio e la collaborazione del suo popolo, sempre grande e generoso nella erezione di e-difici sacri, la costruzione del Ricreatorio Festivo: questa sarà un'opera grandiosa che, una volta attuata, completerà quella serie di edifici sussidiari che sono indispensabili ad una Parrocchia moderna e tanto più ad una grande Parrocchia come la nostra. Monsignore ha parlato in chiesa, nella solenne ricorrenza della festa del Titolare, Santo Stefano, sull'urgenza e necessità di quest'opera se vogliamo salvare, indirizzare, formare le giovani generazioni, prepararle socialmente e religiosamente alla vita che le attende nel mondo moderno così pieno di tranelli di lusinghe e di inganni. In seguito si è proceduto alla formazione di un Comitato esecutivo per lo studio e vaglio sul da farsi, per la commemorazione di Mons. Venier e per la posa della prima pietra del Ricreatorio nella prossima ricorrenza delle feste di S. Ermacora. Il progetto della nuova fabbrica è stato approntato dall'architetto Za-nini; sottoposto a visione di persone competenti e tecniche, venne trovato non solo di gradimento per i criteri cui si ispira, ma anche per la modernità e comodità dei vani che verranno ricavati a scopo di studio, di lavoro e di ricreazione. Prossimamente Mons. Arciprete illustrerà ai Capi famiglia, alle varie categorie e stati, il progetto e le modalità del finanziamento: l'opera richiederà fatiche e denaro, ma ciò non deve spaventare nessuno: animati di buona volontà, uniti nella preghiera ognuno porterà il suo contributo che, anche piccolo che sia, sarà registrato nel grande libro della beneficenza e della carità che Buia ha scritto attraverso i secoli. P. Menis |