Casa della Gioventú

di Angelo Cracina

 

A Santo Stefano di Buia c'era aria di gran festa. L'inaugurazione della casa della gioventù (un moderno, funzionale e spazioso centro culturale - sportivo - ricreativo) aveva attirato una gran folla con rappresentanze religiose, civili e culturali dell'intera regione e della provincia. Dopo la cresima, impartita in duomo, dall'arcivescovo Zaffonato a un centinaio di bambini, all'ingresso del nuovo locale l'assessore regionale Romano ha effettuato il taglio del rituale nastro.

Quindi l'arcivescovo ha benedetto il locale pronunciando alcune parole di  compiacimento e di augurio.

All'interno dell'ampia sala-teatro, mons. Cracina ha fatto una cronistoria sull'ideazione, progettazione e costruzione dell'imponente edificio tanto desiderato dal suo predecessore, mons. Urbani, rilevando le varie e inevitabili difficoltà finanziarie e burocratiche incontrate. Quindi ha ringraziato gli assessori regionali Varisco e Romano e il consigliere  regionale  Martinis,    presenti, per il loro sollecito interessamento.

II nuovo sindaco, maestro Eddi Giacomini, porta il saluto a tutte le autorità, ha colto l'occasione per presentare ufficialmente il programma dell'amministrazione alla cittadinanza buiese, ripromettendosi di assolvere nel migliore dei modi il suo mandato. Quindi ha preso la parola il vice sindaco prof. Ragagnin che ha espresso un caloroso riconoscimento all'attività di mons. Cracina, augurandosi che dall'incontro e dal confronto fra tutte le associazioni culturali, artistiche, sportive e ricreative, possa scaturire un'iniziativa concreta che l'inserisca nella cultura regionale. L'assessore regionale Romano si è complimentato con i buiesi per la realizzazione dell'opera. E' seguita una bicchierata.

La successiva manifestazione sportiva di karaté degli atleti udinesi ha fatto decisamente presa  sui   numerosi   giovani,  entusiasmati da questo genere di sport.

La serata artistico-culturale nella grande sala-teatro (che offre oltre 500 posti a sedere), stipata fino all'inverosimile, ê stata la fase culminante dell'intera manifestazione. Applauditissima la nuova banda di Buia (rinata dalla fusione di quelle di Santo Stefano e di Madonna) che ha eseguito pezzi classici di Latan, Lohman, Lehar e di Verdi. Briosa la compagnia di Urbignacco nell'operetta «Lo scherzo dei veleni di Mondo» e insuperabile la collaudata compagnia del teatro sperimentale di Avilla nell'atto di Feruglio «Lis Cjchis dal papà»; ben affiatati piu che mai i Balarins di Buje nei ritmici e suggestivi balli carinziani, stiriani e friulani.

II coro, tralasciando il consueto repertorio, ha interpretato magistralmente pezzi classici verdiani con accompagnamento d'orchestra. II tutto é stato ottimamente coordinato dal presentatore Edi Bortolussi.

 

La Comunità Parrocchiale di S. Lorenzo M. di Buia mi ha affidato il gradito compito di illustrare alle Autorità ed ai cittadini buiesi la Casa della Gioventú.

Vi presento prima di tutto il fabbricato. E' un locale, come vedete, di stile moderno, costruito con pezzi prefabbricati di calcestruzzo: non poteva essere altrimenti nell'era del cemento... Misura metri 60x15x8, ha tre vani molto ampi, uno per la palestra, l'altro per la sala di cultura, il terzo (l'interrato) per la scuola di catechismo.

Esso sorge su fondo di proprietà della Chiesa, ma la gestione è affidata al Consiglio Amministrativo della Parrocchia.

E' stato progettato dall'Architetto buiese dott. Alberto Tondolo, la cui fama in questo

campo, ha ormai varcato i confini della nostra Piccola Patria. Lo ha costruito la rinomata impresa Piemontese Adolfo e Luigi e vi hanno collaborato per la parte di loro competenza le ditte, Aita, Barnaba, Copetti, Fabbro, Forma Uno, Lucardi, Mattiussi, Persello, Pezzetta, Santi, Sordo e Ursella (vogliatemi scusare se inavvertitamente mi sfuggono altri nomi). I lavori cominciarono il 10 agosto 1970, sotto gli auspici di S. Lorenzo, titolare della nostra vetusta Pieve. L'opera costerà complessivamente 65 milioni.

Quando e nata quest'opera. L'idea di avere una Casa della Gioventú qui nel Capoluogo, é di ieri, esisteva già al tempo dell'indimenticabile e dinamico Arciprete Mons. Giovanni Chitussi. Ma poté maturare solo più tardi. Si può dire che questa Casa é venuta al mondo la sera del 9 dicembre 1968. Quando una rappresentanza di capifamiglia della Pieve, riunita in Assemblea nel locale della Scuola Materna, deliberarono di dare il via alle pratiche per la sua realizzazione.

Fu una data memoranda! Ricordo che un'ondata di entusiasmo invase tutti i presenti, qualcuno ne fu commosso fino alle lacrime. E si diffuse poi rapidamente per tutta la Parrocchia. Io la sento vibrare ancora particolarmente in questa sera. E ne sono felice fiero soprattutto perchè da tutti è stato individuato e approvato lo scopo di questa opera. Ma non vi annoiate se lo ripeto.

Quale dunque lo scopo di questa opera? Ricreare, educare ed istruire i giovani in particolare ma anche gli anziani: compito eminentemente sacerdotale, pastorale, suggerito dall'amore sincero per i fratelli.

Signori, credetemi, qui non c'é neppur l'ombra di un interesse finanziario.

E poichè l'amore cristiano, diciamo meglio la carità, é diffusivo e comunitario, questa opera vuole avere una dimensione che oltrepassi l'ambito della Parrocchia, vuole essere al servizio di tutta Buia e ricondurre i Buiesi tutti ad una unità d'intento per il bene comune. Secondo lo spirito del Concilio Vaticano II così bene capito dalla generazione attuale. Peró, beninteso, senza pregiudizio delle circoscrizioni giuridiche e delle rispettive mansioni.

Se ora mi chiedete come si é giunti alla realizzazione di questo nobile proposito (che è evidente nell'opera e nell'intenzione di coloro che l'hanno voluta) vi elencherò semplicemente i principali fattori: a) la alienazione di oltre la metà dei terreni della Chiesa; b) l'accensione di un prestito di 20 milioni da pagarsi in 20 anni con la Cassa di Risparmio di Udine sotto la garanzia della Regione; c) la concessione di un contributo di 17 milioni dall'Assessorato Regionale allo Sport (10 ricevuti, 7 promessi); d) le oblazioni spontanee di Enti e di Privati in Parrocchia e fuori; e) le offerte ripetute dei nostri capifamiglia.

Con tutto ciò rimangono scoperti ancora 12 milioni: ma noi confidiamo nella comprensione e nella benevolenza di tutti quelli che ci hanno aiutato finora e di altri ancora.

Ho finito.

Osservando stasera questo bel locale, sfavillante di luce e gremito di personalità e di cittadini festanti mi scaturiscono spontanei nel cuore due sentimenti: uno di soddisfazione l'altro di gratitudine. Sono contento di constatare che questa Chiesa locale come la Chiesa universale persegue il duplice fine di giovare alle anime ed ai corpi, al fine eterno ed a quello temporale degli uomini (penso infatti che quest'opera ne sia una prova) e che la Chiesa (la piccola e la grande) si aggiorna, cammina con i tempi.

Sono contento di vedere Buia sempre all'altezza della sua fama d'intraprendente, fedele e generosa. E poi dico grazie a Vostra Eccellenza prima di tutto che é salita quassù a consacrare un centinaio di nuovi testimoni di Cristo (e Dio voglia che lo siano sempre!) E poi a tutti quelli che hanno collaborato alla nascita di questa Casa dal nome così simpatico e dal compito così importante.