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L A    M O Z I O N E

 

 

Alle On.li Autorità  

del Governo della Repubblica

della Regione Friuli - Venezia Giulia 

della Provincia di Udine  

I sottoscritti sacerdoti dell’Arcidiocesi di Udine in n. di 529, a conoscenza diretta dei disagi economico-sociali della popolazione che vive in zona particolarmente depressa, si permettono di presentare a codeste on.li Autorità alcune istanze vivamente sentite dalle loro genti serie e laboriose. Queste da tanto tempo attendono soluzioni concrete ai loro problemi umani, che sono urgenti e non permettono più oltre dilazioni o vaghe prospettive.

 

MOTIVO RELIGIOSO - PASTORALE E DI SINCERA COLLABORAZIONE

Il   nostro esplicito intervento è dettato da un dovere morale, derivante dal nostro ministero pastorale e dalla consapevolezza che la maggioranza del popolo friulano conserva tuttora la fiducia nei suoi sacerdoti non solo per quanto concerne l’assistenza spirituale, ma anche per quanto riguarda la tutela dei legittimi interessi temporali. Noi riconosciamo i lodevoli sforzi fatti da codeste on.li Autorità e dai Rappresentanti parlamentari per elaborare piani programmatici al fine di allevia­re il disagio di queste popolazioni in terra di confine ed av­viarle a quel benessere raggiunto da una notevole parte dei cittadini italiani; con la presente mozione desideriamo contribuire positivamente all’opera gravosa e responsabile dei pre­posti alla cosa pubblica, come utile indicazione delle aspettati­ve popolari e come amichevole incoraggiamento a superare le difficoltà per soddisfare le giuste esigenze del generoso popolo friulano.

   

EMIGRAZIONE

  E’ notorio che il fenomeno dell’emigrazione forzata della gente friulana rappresenta un triste primato, che oltretutto compromette e dissolve la compagine familiare e costringe le promettenti forze giovanili, in numero sempre crescente, a cercarsi una occupazione fuori della propria terra. A più di vent’anni dalla fine della guerra, il tasso emigratorio del Friuli rimane altissimo, come risulta dalle statistiche e come noi esperimentiamo nella viva realtà di cui siamo testimoni.

 

SERVITU’ MILITARI

Il   secondo grosso problema del Friuli è quello concernente le servitù militari, un pesante gravame esteso su larghissima parte del suo territorio. Non è di nostra competenza entrare nel merito del sistema difensivo adottato, e d’altra parte ci rendiamo conto delle esigenze della necessaria difesa della Nazione nella presente situazione internazionale; tuttavia rileviamo che i vincoli militari esistenti nella maggioranza dei Co­muni friulani sono un grave ostacolo alla naturale espansione economica del Friuli in ogni settore. Prova ne sia l’impossibi­lità d’impiegare in sede locale la cospicua somma dei sudati risparmi dei lavoratori friulani, come risulta dai dati ufficiali per la Provincia di Udine certamente noti a codeste on.li Autorità. Se pertanto le servitù militari sono imposte da un supe­riore dovere di difesa per tutto il Paese, è lecito e giusto che il Friuli invochi una solidarietà nazionale come legittima contropartita al tributo di servizio che rende all’intera comunità italiana.

   

PIANI PROGRAMMATICI

Ci pare inoltre di dover sottolineare che il Friuli, una fra le zone più depresse del Nord Italia, figuri escluso dal piano programmatico dello Stato per l’industrializzazione del Paese e che gli Organi regionali, con i loro soli mezzi non siano in grado di assicurare una soluzione adeguata ai suoi problemi vitali, come si ricava dalla franca esposizione fatta dall’on. Berzanti al presidente del Consiglio dei Ministri on. Moro nella sua recente visita a Udine, e come si può desumere dalle bozze del piano programmatico regionale. Nell’ambito della programmazione, va preso in attento ed approfondito esame il settore agricolo che soffre nel nostro Friuli, più che altrove, di una profonda depressione organizzativa, finalistica e sinda­cale.

 

STUDI UNIVERSITARI

Infine ci sia lecito rilevare come si continui a ostacolare le naturali aspirazioni culturali di Udine, capoluogo e centro morale delle genti friulane, con una popolazione studentesca di gran lunga superiore a città viciniori e con la premente esigenza di facilitare, come vuole la Costituzione, il raggiungimento dei gradi più alti degli studi ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi.

  

LE ISTANZE DEL FRIULI

Pertanto noi sottoscritti sacerdoti, preoccupati della pre­sente situazione e desiderosi di contribuire al bene sociale della popolazione affidata alle nostre cure pastorali, ci facciamo loro voce ed espressione ed a loro nome presentiamo con ri­spetto le seguenti istanze e facciamo voti perchè.

 

    venga elaborato e presentato un concreto progetto di riassor­bimento graduale della emigrazione, che permetta di veder­ne la fine entro un periodo ragionevolmente breve, creando per esempio nella zona montana o pedemontana l’impianto di metallizzazione del minerale di Cave del Predil, installando dei complessi industriali del tipo IRI, dando esecuzione al raddoppio della ferrovia Udine  Tarvisio ed al traforo di Monte Croce Carnico, e con altre iniziative di largo impiego del personale locale, come l’auspicato protosincrotone di Doberdò del Lago;

 

    siano concesse agevolazioni economiche al Friuli quale com­penso dei danni che gli derivano dalle servitù militari per es. riducendo la pressione fiscale e istituendo la Zona franca sul tipo di quella della VaI d’Aosta;

 

    si tengano presenti le linee di sviluppo naturale del Friuli coll’interno della Nazione, con l’Austria e la Jugoslavia, per es. confermando con procedura d’urgenza i lavori dell’autostrada Udine-Tarvisio in modo che possano essere appaltati nei prossimi mesi;

 

4º    si riprendano in esame nella definizione ed approvazione del piano regionale di sviluppo economico i problemi fondamen­tali la cui soluzione dalle bozze pare insufficiente o lascia perplessi a causa di previsioni vaghe e di scarsità di dati; in particolare venga tenuto presente il problema spinoso dell’agricoltura per guarirla in radice dai suoi mali cronici; con strutture e programmi ispirati a modelli di collaudata esperienza;

 

    il recente riconoscimento legale al già formato Consorzio degli Enti locali per l’Università a Udine stimoli i suoi rappresentanti a trattare immediatamente il problema con la necessaria autorità e chiarezza, e siano ascoltati senza inutili ritardi ed esasperanti attese.

 

CONCLUSIONE

  Noi sottoscritti pastori d’anime siamo certi di trovare in codeste on.li Autorità la più benevola comprensione ed il più sollecito impegno per la realizzazione di quanto abbiamo cre­duto opportuno indicare per un ordinato sviluppo sociale del Friuli. 

Deludere le speranze di questa onesta e laboriosa popolazione potrebbe determinare un facile peggioramento di sfiducia sia per quanto si riferisce al sostrato religioso, sia per quanto concerne l’ordinamento democratico faticosamente, ma felicemente, instaurato nel nostro Paese.

Noi riteniamo, infatti, che in una democrazia che voglia ri­spettare la libertà degli individui e delle comunità naturali, al Friuli storico - facente capo a Udine - debba essere riconosciuta la sua particolare fisionomia e la conseguente possibilità di esprimersi e di svilupparsi secondo gli orientamenti e le prospettive della Carta costituzionale, del documento conciliare «Gaudium et Spes» e dell’enciclica «Populorum Progressio».

 

Seguono le fotocopie delle 529 firme dei sacerdoti friulani e l’approvazione dell’Autorità Ecclesiastica Diocesana.