marzo 1974 |
La visita pastorale di Luigi Pellizzo nella Diocesi di Padova (1912-1921) di Domenico Zannier |
E' uscito sul finire del 1973, nella collezione «Thesaurus Ecclesiarum Italiae Recentioris Aevi », il poderoso volume curato da Antonio Laz-zarini su « La visita pastorale di Luigi Pellizzo nella diocesi di Padova » per le « Edizioni di Storia e Letteratura » di Roma. Il volume consta di oltre seicento pagine e rileva l'opera pastorale del grande vescovo friulano nella diocesi padovana in un periodo denso di avvenimenti per la nostra Patria, dal 1912 al 1921. Nel libro Antonio Lazzari-ni premette un ampio studio biografico e critico, lumeggiando la figura di Luigi Pellizzo, che agli inizi del secolo per la sua cultura, la sua pietà, la sua attività instancabile e la sua fermezza di carattere e di propositi, unita a una indubbia intelligenza, campeggiò nella Diocesi udinese. Siamo condotti a seguire l'ascesa di questo vescovo, dai natali sulla nostra povera pedemontana, una frazioncina in Comune di Fae-dis, fino al sacerdozio e alla laurea in Roma, all'Episcopato. E' logico e naturale che un torrente come Pellizzo doveva sconvolgere i sonni di tante acque stagnanti e creare in un'epoca di massiccio anticlericalismo una serie di polemiche e di diatribe a non finire. Ma egli aveva colto nel segno. Sapeva che gli interessi privati avrebbero sempre cozzato (e non solo ai tempi suoi) contro il bene comune nella maggior parte dei casi. Non per questo si arrese. Il seminario di Cividale con cinquecento alunni e una moderna fattoria a suo sostegno, la tipografia da cui prendono inizio quelle che saranno poi le Arti Grafiche Friulane, la fondazione del quotidiano cattolico « Il Crociato » danno, fra tante altre iniziative, la dimensione della sua capacità e del suo zelo. La stampa clericale non poteva perdonargli una simile incidenza nella vita sociale e cercò a più riprese di sminuirlo, di attaccarlo, di calunniarlo. Quando divenne vescovo di Padova, nonostante le tante remore poste all'« Exequatur » regio, l'Asino di lui diceva: « Questo prete che ha un passato non onorevole è ora il capo riconosciuto e temuto delle bande clericali spadroneggianti la Vandea d'Italia » e più avanti lo definiva « vescovo demagogo ». Il foglio anticlericale riconosceva, pur insultandolo, la influenza e l'ascendente di Mons. Pellizzo sulla sua diocesi patavina, sia sul clero sia sui fedeli. Il volume riporta la relazione della visita pastorale di Luigi Pellizzo parrocchia per parrocchia, raggruppando i paesi nelle rispettive circoscrizioni foraniali e vicariati foranei. Sono relazioni che scendono fino ai minimi particolari, dallo stato della Fede praticata dal popolo alla condotta del clero, dalla stampa, alla frequenza sacramentale e catechistica, dalle associazioni cattoliche allo stato di conservazione delle chiese e delle loro suppellettili. Della seconda visita pastorale, ancora meglio condotta, iniziata nei primi anni postbellici e improvvisamente troncata per la partenza del vescovo per Roma, il Lazzarini accenna nel suo studio introduttivo. In che cosa consista la grandezza e la novità di Mons. Luigi Pellizzo lo si può apprendere da questo libro, corredato da note e riferimenti esplicativi ad ogni passo. Il presule friulano si trova a svolgere la cura episcopale in un territorio che presenta marcate differenze: il mondo industriale in crescendo, le zone rurali di pianura, la montagna dell'altopiano di Asiago. E ogni zona ha problemi specifici di apostolato e di tematiche pastorali. I fedeli cominciano a vedere in automobile il loro vescovo, che ha licenziato stallieri, cocchiere, cavalli e non mette più a disagio i parroci con un numeroso seguito. Se non va l'automobile perché c'è un guasto, il vescovo prosegue ugualmente a piedi o con mezzi di fortuna. Vuole che i sacerdoti escano dalle sacrestie e portino i fermenti cristiani nella società e stimola i credenti alla attività sociale e politica, li organizza, dà loro coraggio. Le campagne contro il vescovo da parte di giornali e da parte delle organizzazioni radicali e socialiste si infrangono davanti a un fronte compatto. Si presenta dove si forgia la cultura e si amministra civicamente la città: alla università e in municipio. Scandalo, reazione e fischi dapprima, ma voi la figura del vescovo è accettata e i rapporti si normalizzano. Esorta i cristiani ad essere buoni cittadini. Ma gli sta a cuore la formazione dei giovani, lo preoccupa l'emigrazione, non lo trovano impreparato le trasformazioni innovatrici che stanno alla base anche della nascente crisi religiosa. Un altro lato, che noi oggi chiameremmo trionfalistico, era la sua predilezione o, meglio, l'accondiscendenza verso le grandi feste diocesane con cortei, sfilate, funzioni solenni, dato che egli svolgeva un'azione di massa e voleva conciliare alla chiesa l'appoggio delle moltitudini. In proposito il Rocco nella sua opera « Il seminario di Udine » osserva che Pellizzo sapeva che bisognava « colpire la fantasia del popolo fanciullo ». Oggi i tempi parrebbero diversi ma è chiaro che non si deve parlare soltanto alla pura intelligenza dell'uomo, ma anche al suo cuore e alla sua fantasia, seppure in forme differenti. Fatte poche eccezioni il vescovo ebbe nelle sue visite pastorali un'ottima e trionfale accoglienza e provvide a riorganizzare la diocesi. E' passato mezzo secolo da quando Mons. Luigi Pellizzo, figlio di stirpe contadina friulana, membro del clero udinese, lasciò le redini della diocesi patavina. Proprio allo scadere dei dieci lustri la diocesi di Padova ci ha dato come vescovo uno dei suoi figli Mons. Alfredo Battisti. Il dono è stato ricambiato rendendo le due diocesi ancor più sorelle nella Fede e nella Carità. Entrambi laureati in diritto canonico, uno si trovò e l'altro si trova alle prese con un mondo pieno di fermenti e di crisi sociologiche ed ecclesiali. E' auspicio nostro che il figlio della diocesi di Padova possa incidere nella Chiesa u-dinese e friulana con altrettanto zelo e pietà, pur con diverso carattere e in tempi assai mutati da allora. Ma per questo è necessario che da parte del clero e dei fedeli non manchino mai collaborazione e comprensione, preghiera e aiuto fraterno nell'unico servizio del Cristo. |