Lacrime e sangue

di Giovanni Ragagnin

 

Fredda la pioggia frusta le macerie

nella sera che cresce e accende lumi

subito occulti al grido delle ronde

per la città, in echi muore il passo

degli uomini sulle strade popolate

dal vento.

E nulla muta. Si ripete

tutto in un solo cerchio che conclude

entro stupite frane di silenzio

lacrime e sangue, offesa, cupo orrore,

corsa ansimante e irosi spari, lunghe grida

dietro l'urlo dei cani sguinzagliati.

Cerchiamo se del cerchio che ci chiude

ci baleni l'errore che non giunge

gli estremi della curva, il punto fratto:

forse la vita e qui, contro il tuo cuore,

nella forza del sangue e ti batte

al polso e scandisce il tempo all'orologio

che lo cinge.

O nel filo d'erba nuova

che preme tra le mura screpolate

 

Marzo '45