Il comune di Treppo Grande - Dicembre 2007

I quaranta anni de "La Cjarande" 1967-2007

di Domenico Zannier

 

 

Tra dibattiti sulla lingua frina concernenti leggi e decisioni politiche regionali e provinciali e dello Stato e attività promozionali, spontanee di singoli o organizzate da gruppi, si è trovato il posto anche per le grafie, ma non si è mai trovato posto per la letteratura di lingua friulana. Ma una lingua è valida agli occhi di una popolazione e soprattutto del mondo e della storia, quando esprime la civiltà di una gente, il suo sentire, le sue idealità, la sua concezione della vita. Una lingua non è soltanto un telaio grammaticale e un complesso fonico. Se rimane solo a questo livello, non ha nulla da dire all'uomo.

Per questo a me sembra che le discussioni e gli obiettivi friulanisti e politici attuali soffrano di mancanza di umanità, siano svuotati di senso antropologico. Ignorano infatti la civiltà letteraria, espressa in tanti secoli, con più o meno elevatezza, dal Friuli. È soprattutto a partire dalla seconda metà dell'Ottocento che si avvia quel processo di sviluppo linguistico e culturale che culminerà nel Novecento e che prosegue agli inizi del terzo millennio. I nomi di Zorutti, della Percoto, del Comelli preludono ai Pellis e ai Fruch, agli Argeo, ai Lorenzoni.

Come la prima guerra mondiale con le sue tragedie sul nostro territorio e la dispersione dei profughi aveva provocato un ritorno alle tradizioni e al focolare, prova ne sia la rinascita delle usanze solstiziali ed epifaniche, così la seconda guerra mondiale, dalla quale il Friuli non fu certo immune, doveva far scaturire una rinascita del sentimento di appartenenza etnica e di autonomia del popolo friulano.

Di questo rinascimento la letteratura friulana porta il marchio di una grande testimonianza. Accanto alla Società Filologica, operante dal 1919 con alterne manifestazioni, si viene a costituire l'Accademia di P.P. Pasolini a Casarsa per una poesia svincolata dallo zoruttismo di maniera. Segue con Virgili, Cantoni, Marchetti e altri la bella stagione di "Risultive". Abbiamo quindi il gruppo del Tesaur fondato da G. D'Aronco. Nel 1966 con M. Argante, Galliano Zof e il sottoscritto si avvia il gruppo letterario de "La Cjarane" e con l'egida della Scuele Libare Furlane, la cui antologia-manifesto appare nel 1967. Appaiono anche negli ultimi decenni circoli e gruppi caratterizzati da particolari visioni settoriali, ma la sostanza storica si concentra nei quattro gruppi che abbiamo citato. Se per l'Accademia Pasoliniana bisognava riandare al Trecento neolatino, per la Risultive valeva un accordo con il passato, liberato però da scorie e residui dialettali. Giuseppe Marchetti con i suoi "Lineamenti di Grammatica Friulana" aveva fissato il modello grafico e lessicale di una Koiné letteraria, alla quale gli autori della Risultive si attenevano, con l'eccezione di Novella Cantarutti la cui varietà friulana rimaneva troppo eccentrica rispetto al friulano più diffuso. Per la Cjarande invece gli autori erano liberi di usare la varietà nativa o la koiné (dal greco "comune").

 Per la grafia si innovava ad libitum con i segni diacritici. Il nome di cjarande (siepe, bosco ceduo) indicava la rinuncia a purismi e regole accademiche e a modelli precostituiti e si accettavano autori eccelsi e meno eccelsi, seppure tutti dignitosi. L'apparizione della raccolta che includeva ben ventidue autori portò un'altra folata di aria nuova nel mondo letterario friulano. Come sempre ci furono critiche, ironie, polemiche, ma oggi nessuno le ricorda. "La Cjarande" offriva poeti già noti e giovani speranze. Un poeta come Valentinis fu lanciato da questa pubblicazione presentata da Carlo Sgorlon in una memorabile serata in sala Brosadola a Udine. Essendo una libera aggregazione la Cjarande assomiglia piuttosto a una famiglia culturale. Per citare solo alcuni ricordiamo pure Nino Rodaro, Gemma Nodale, Mauro Vale, Piera De Crignis, Maria Fanin e in seguito Enzo Driussi, Giovanni Maria Basso, Diego Franzolini, Gianni Cappelletti, Eugenio Pilutti, la simpatizzante Lucina Dorigo, spesso presente al Garbin d'Aur di Pozzuolo del Friuli, Giorgio Jus.

Tra i compianti prematuramente scomparsi ci sovvengono Mario Bon e Alessio Armano. Altro nome noto è quello di Roberto lacovissi. È entrato a far parte della Cjarande anche Luigi Bevilacqua. La porta è aperta a tutti, naturalmente validi. Il gruppo ha celebrato i suoi anniversari decennali in varie località friulane e dato vita a incontri di poesia e di letteratura. L'antologia venne presentata anche a Roma al Palazzo della Regione in Trastevere. I contenuti della Cjarande abbracciano tutte le tematiche umane e recano un soffio di spiritualità e di liricità, testimonianza di una civiltà ancora vitale nonostante i tempi.