C'era una volta il matrimonio di Mario Ragagnin |
La mostra d’arte è la manifestazione che risalta fra le tante in programma per la festa della Madonna di Settembre a Ursinins Grande. È merito di tutta la popolazione; che sostiene gli organizzatori, il Presidente Alvio Piemonte e i suoi collaboratori. Già nelle passate edizioni la rassegna ha centrato i punti essenziali dell’identità locale presa a modello universale. Il tema trattato nel 2002, “C’era un volta il matrimonio”, ha ottenuto un grande successo di partecipanti e visitatori. La rassegna, ideata e allestita da Yvonne Manias, comprendeva fotografie, costumi, fotocopie di documenti e tutto ciò che concerne quel momento impegnativo che è il matrimonio. L’iniziativa ci rivela come la principale opera d’arte stia nella capacità organizzativa. Che mette in rapporto armonioso persone e cose, evidenziando i valori della realtà quotidiana che solitamente ci sfuggono. Un peculiare aspetto della mostra di Ursinins Grande è di aprirsi a tutti e di proporre argomenti che valorizzano i rapporti umani. Le opere d’arte e della cultura avrebbero sempre il dovere di reinserirsi nella vita, a trasformarla. Non dovrebbero limitarsi ad una funzione ornamentale, chiuse in cornici e in attesa di ammirazione, ma rientrare fra le cose a riordinarle. È questo il vero scopo delle creazioni artistiche, non quello di decorare e legittimare la situazione esistente. Che le produce proprio perché ritornino a risolverla. Esse sono l’espressione di ciò che manca e occorre alla vita. L’intenzione dell’animatrice dell’iniziativa è stata di presentare al pubblico un confronto fra generazioni, affinché la nostra, rivivendo quella passata, si proietti alla futura, in una continuità ideale di spiriti. Il ponte fra le generazioni vuole superare il tempo: è una ricerca di immortalità. Che noi realizzeremo pienamente proiettandoci anche alle altre culture e religioni contemporanee. Nell’unità umana scopriremo l’identità comune, che ci immortalerà. Il Friuli è al centro di diverse etnie e civiltà. Il nostro subconscio comprende stratificazioni provenienti da tante epoche e migrazioni. Scopriremo la nostra identità nella capacità di collegarci con gli altri popoli; in cui riconosceremo noi stessi. Grazie ai confronti dei sentimenti riferiti ai momenti fondamentali della vita, comporremo in armonia le nostre idee e consuetudini con quelle degli altri, rilevando analogie e differenze. Gli elementi tratti dalle varie mitologie e provenienze, diversi ma complementari, si arricchiranno e si completeranno a vicenda, richiamando tutti a rivivere pienamente il loro passato di gloria in un futuro unitario. Non cercheremo più le radici dentro i nostri piccoli confini, che ci separano dal mondo. Ma le scopriremo nelle affinità esistenziali, nei comportamenti autentici di tutti gli uomini, rivelantisi nelle tappe della vita. Il significato e il messaggio dunque che proviene dall’iniziativa ci indica la via da seguire nei rapporti umani, che orienteremo a reciproche comprensioni e disponibilità. La vera opera d’arte sarà quella che riordinerà il mondo in unità e in armonia universale. |