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Mestri 'Zuan Tove

(1830-1911)

di Gemma Minisini Monassi

 

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Nell'anno 1854. alli 15 di Giugno alle ore 8 antemeridiane la festa del Corpus Domini Giovanni di Mattia Monassi di Tove fece questa memoria in un foglio unico.

tempi di Guere è di Rebilioni dellanno 1848. tutta la Italia è la Ongaria In Rebilione volevano aver Rebbublica come per antico sotto Sani Marco, sono arivati da parar via tutti li Todeschi della Italia è della Ongaria, è poi sono venuti li Russi in aiuto dei Todeschi anno tornato a trovare tutte le Città e le fortece. Osopo è stato ablocato dei todeschi 8 mesi. Il Todesco poi a asiliati tutti li principali della Replublica parati fuori tutti del Regno questi anno fatto promuovere tuta la francia la giltera la Spagna la piemonte finalmente tutte le potenze della europa. Il principale è il turco tutti contro la Russia, anno principiato dellano 1854 è Laustria il Todesco non è dichiarato ancora di qual partito a da essere, ma si dubita con la Russia del partito della Russia.

In adesso faccia sempre conscrizioni una dimani anno da tirare la sorta tutto il cantone di Gemona assieme, cioè tutte le comune assieme, non è stato mai così, la tiravano tempore comune per comune questo è un principio da parar avanti tutti, adesso facino quelli di diciotto anni, e quelli di 19 anni ma fati questa primavera ma le comune di separare quà a Buia ano fati 13 conscriti questa primavera è in adesso non si sà quanti ano da fare, questi anni pasati come per antico facevano sempre 4 e anche 5 il più a Buia per anno, così o fatta questa memoria io Giovanni Monassi e chi la trova questa vi racomando un deprofundis è un requie per memoria mia, e vilascio a chi trova questa, vilascio una carta cioè un Banconoto di Venete Lire n° 704 che e di valore per Lire setecento e catro voglio Lasciare questa memoria sono figlio unico e aspetto di andare in guerra è non lascio alcun Erede la roba Lascio a miei zii e li Denari li io voglio portarli con mi fuorche questo banconoto, che è in questa scatola se mai io torno della guerra e se mai mi faccia di Bisogno, io so dove che le ai scuinduto e se mai io non torno disfortuna mia è fortuna di quelli che la trovano e si vederemo in Paradiso.

Giovanni Monassi, o meglio 'Zuan Tove come tutti in paese lo chiamavano, era nato sotto una buona stella, infatti non ha mai dovuto lasciare la casa di Avilla per indossare la divisa militare. La sua «memoria di fortuna», scritta con linguaggio semplice, ma efficace, è rimasta, però, nascosta nell'intercapedine di un muro fino a non molti anni fa. Il foglietto, sgualcito e macchiato, era dentro una piccola scatola, ma del Banconoto di venete Lire n° 704, nessuna traccia..... evidentemente gli ha fatto di Bisogno, forse quando nel 1856 ha sposato Tonino Marianna dalla quale ha avuto ben otto figli.

Una famiglia numerosa la sua, ma Lucia, Lucia Fedele e Giovanni Battista sono morti in tenera età, Maria è andata ben presto sposa a Minisini Anselmo, mentre Barbara Teresa, ancora giovanissima, è convolata a giuste nozze con Nicoloso Luigi Carie, sono rimasti così in casa solo Mattia, Leonardo e Giacomo Edoardo.

'Zuan faceva il sarto, mestiere che già suo padre, suo nonno e suo bisnonno avevano esercitato nella stanza in fondo al cortile, verso l'orto.....

Te buteghe, 'Zuan cuciva soprattutto pantaloni e Gilè, ma anche Giachete alla Milanesa, alla Piemontesa, alla Gregha, Giachetoni, camisole di flanella, chiacciatorie, Mudande, Vestiti Noviziali, non disdegnava poi di ripezzare, fondelare, tirare, governare e voltare abiti usati da tempo.

Faceva anche coltre, pajarizi e letti per gli sposi e, poiché sapeva abbastanza scrivere, stendeva loro anche l'inventario dotale. I suoi clienti erano per lo più di Buja, ma anche di Majano e di Ragogna. Quasi tutti saldavano il conto andando a giornata nei suoi campi: a rompere la medica, a segare la mangiatura, a svangiare con la palla, ad arrare con le armente, a mettere in jeche, a grapare, a solzare, a scarpir le viti del Bearzo, a mettere venchi nella Spelonga, a schiapare gli Olmi.

C'era chi col carro menava fuori la coltura nei campi, chi portava nel cortile di casa Monassi la torba del paluto DAvilla, il fien della rivatta o del prato del mulino, il sorgo della Riola, il cinquantino del Nasozo o gli arbori del Bosco, chi, dopo aver strenta una sempla, tirava due podine in caratelo. Altri preferivano sdebitarsi portando Gesti di ravi, onde di sponga, qualche staio di Biava a misura ài San Daniele, libbre di formaggio, di semola, di patate, tochi di Budeli pel porco, un carateluto di vino, addirittura una testa di vitello e 2 libbre e oncie 5 di detto vitello.

Quando il conto veniva apareggiato, nel registro di dare ed avere in cui 'Zuan scriveva in modo dettagliato ogni cosa, con mano ferma aggiungeva: Siamo pace.

Nella bottega, oltre ai pezzi di velluto, bambagia, regadino, mezzalana, su una mensola facevano bella mostra di sè anche alcuni rasoi, dei pennelli da barba, una ciotola per la schiuma da sapone, forbici per tagliare i capelli, alcuni pettini e degli asciugamani. 'Zuan, infatti, a tempo perso faceva anche il barbiere, tra i suoi clienti più affezionati parecchi soldati austriaci di stanza a Buja, che apprezzavano particolarmente il suo taglio ed il tocco leggero della sua mano.

Maria Forte in CJA' FORS, così scrive di lui: «Ma la sô vere passion 'e jere la glesie e lis cjampanis.....Al jere un artist tal savê dâur vôs di vaî o di ligrie secont ch'al coventave, tal dâ onde largje e timp just a ogni sglongjade».

L'altare maggiore, che dal 1843 faceva più bella la chiesa di San Pietro Apostolo di Avilla, anche se non era di vero marmo, era oggetto di cure particolari da parte di 'Zuan. Amava ornare con fiori raccolti nel proprio orto soprattutto la piccola statua di cera della Madonna che, seduta teneva in grembo Gesù, ma anche l'altare con la pala di San Filippo, inginocchiato davanti alla Vergine e al Bambino in un tripudio di Angeli e Santi, non era mai senza un fiore fresco.

Dal 1865, 'Zuan Tove, teneva scrupolosamente registrato anche tutto ciò che riguardava l'amministrazione della «sua» Chiesa.

Quando la Madonna di cera venne sostituita con la bella statua in terracotta che alcuni fornaciai di Buja avevano portato dalla Baviera e fu necessario ampliare la nicchia, nei suoi appunti si legge:

1876 - In marzo pagato per la suaza e la tendina dell'Arca della Madonna L. 70
Io detto consegno al muratore Pietro Moschetin per ingrandire l'Arca  L. 6
In maggio spese per il vetro dell'Arca   L.50
Per ridurlo in lavoro L. 5
Vagato il marangone a fare la suaza  L.39
Pagato fattura al fabbro e ferro per la medesima L. 5,30
Per due vasi per la Madonna L. 4

Tot.

 L. 179,30

 

       Le pagine dei registri scritte da 'Zuan con mano sempre più tremante, hanno il sapore di un affresco in cui, attraverso un velo di nostalgia, rivivono memorie lontane, persone e cose colte nella vita semplice e faticosa del tempo passato. Sono un documento di mirabile freschezza e ingenuità d'accenti, sono la testimonianza commovente di un'operosa solidarietà.