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1848
Venti di indipendenza

Foto di Tessaro Egidio

 

Presentazione Mostra 25-10-2008

Alcune testimonianze documentarie

 

1848 - VENTI DI INDIPENDENZA

Frammenti di storia friulana raccontati attraverso medaglie, monete e altri documenti in collezioni private.

 

 

La mostra si avvale del supporto di testimonianze documentarie giunte fino ai giorni nostri grazie a raccolte di ambito privato e pubblico, attraverso le quali si possono raccontare frammenti di storia locale, eventi mossi da persone semplici o da intellettuali idealisti, da uomini d'arme o da nobili, i quali, accomunati al resto della penisola da un'unica esigenza di indipendenza, per primi dimostrarono quanto l'Italia fosse già un paese unito.

Apre l'esposizione un documento che descrive lo stemma - così come voluto dall'Imperatore d'Austria Francesco I - rappresentativo del Regno Lombardo-Veneto, nato ufficialmente il 7 aprile 1815 a seguito della spartizione del congresso di Vienna. Seguono poi una serie di documenti datati 1848, testimonianti da un lato la debole risposta imperiale di fronte alle tensioni liberali e dall'altro i successivi atti deliberativi dei neocostituiti Governo Provvisorio della Repubblica Veneta e Governo Provvisorio del Friuli. Il primo, presieduto da Daniele Manin, decretò che i colori della Bandiera fossero uguali a quelli di altre bandiere d'Italia, così da cementare l'unità dei vari Governi Provvisori: verde, bianco e rosso.

Adottò inoltre una intestazione unica per i carteggi e un timbro per i principali enti civili e militari; furono coniate monete in metallo ed emessi cartamoneta e buoni a fronte di prestiti volontari e forzosi per il finanziamento dei fabbisogni del Governo stesso. Del Governo Provvisorio del Friuli si possono leggere il proclama costitutivo e numerosi altri promulgazioni e decreti che attestano quanto il Governo fosse prolifico nel determinare gli atti di indirizzo civico, militare, fiscale o economico.

Il percorso prosegue, poi, con gli atti relativi alla resistenza all'invasione austriaca e alla resa all'Impero, e con i provvedimenti restrittivi per mezzo dei quali il feldmaresciallo Radetzky avrebbe voluto portare le aree invase al controllo e alla normalità. Immagini rievocative realizzate da artisti locali, cartoline e pubblicazioni celebrative dell'avvenimento terminano l'itinerario espositivo, che non ha la pretesa di essere esaustivo sotto il profilo documentario, ma vuole dare comunque al fruitore l'opportunità di calarsi nella vicenda storica e viverne, anche se indirettamente, alcuni momenti significativi.