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Museo d’Arte della Medaglia

e della Città di Buja,

 patrimonio collettivo

di Elena Lizzi

 

FOTO

 

Il 6 maggio 2006,  durante le celebrazioni del trentesimo anniversario del terremoto,  è stata aperta la nuova sede del museo nei locali del borgo storico di San Lorenzo, in Monte, oggetto del restauro diretto fedelmente dall’Arch. Roberto Raccanello negli scorsi anni.

Di certo il museo è una realtà diventata, a mio parere (forse non obiettivo) una “dote” di cui i bujesi si fregiano in “patria” e fuori dai confini comunali. Molti lo hanno visitato più volte, portando con sé amici e parenti, altri ancora non lo hanno fatto, ma sono certa che ne avranno voglia e occasioni future. L’istituzione è riconosciuta e nota positivamente anche al di fuori della comunità.

Del progetto museale si parlava (e si scriveva) da tempo; talmente tanto che alcune persone ne narravano le vicende come di un racconto fantastico, a volte di una nobile intenzione persa tra le macerie del terremoto.

Pochi forse erano disposti a credere che sarebbe divenuto realtà! Ma alcuni volonterosi, da decenni, stavano lavorando per raccogliere documenti e testimonianze della nostra storia e della nostra cultura. E questo impegno meritava di essere premiato.

E’ pertanto particolarmente gratificante per me chiudere un periodo amministrativo (il secondo) che ha visto la realizzazione di un’opera di così alto valore culturale per la comunità bujese, attesa, per dirla con le parole del Prof. Giancarlo Menis “da quasi cento anni”.

Di questo vado orgogliosa, fiera e grata. Ringrazio Dio e tutte le persone che mi sono state accanto per aver potuto realizzare il progetto avviato nel 1998.

La realizzazione è stata possibile grazie al lavoro svolto in collaborazione con molte  persone, prime tra tutte i componenti lo staff dell’Assessorato alla Cultura, i dipendenti comunali, i professionisti, gli storici, gli incaricati a vario titolo, ma anche gli artisti, i volontari, le associazioni, le famiglie che ci hanno consegnato alcuni “piccoli tesori”, gli enti pubblici e privati, i colleghi Assessori, i Sindaci Aldo Calligaro e Luca Marcuzzo con tutti i Consiglieri Comunali, che ringrazio per aver condiviso l’impegno ed appoggiato con le loro votazioni le proposte sul merito.

L’Amministrazione Comunale di Buja, sostenuta anche da finanziamenti regionali e provinciali, ha impiegato nella realizzazione del progetto museale notevoli energie e, contestualmente, ha ricevuto numerosissime attestazioni di stima e fiducia. L’atmosfera di partecipazione che ha accompagnato i lavori di restauro e di allestimento interno testimonia l’attesa della comunità per un obiettivo condiviso, sentito, che auspico soddisfacente, anche se solo avviata. Consapevole di aver raggiunto un traguardo importante, ma anche impegnativo per il futuro, spero che i bujesi sentano proprio questo “piccolo gioiello”, come viene stimato dai visitatori, e in futuro lo promuovano e lo proteggano con l’affetto e l’orgoglio che esso merita.

Certo, io non dimenticherò mai questa esperienza, grande in tutti i sensi.                          

Entrando nel merito dei contenuti del museo, la prima doverosa precisazione riguarda il logo utilizzato, ovvero Museo d’Arte della Medaglia e della Città di Buja. Statuto e regolamento, risalenti al 1997 recano la denominazione ufficiale unica di “Museo Cittadino”, comprendente, solo grazie ad una modifica del 2005, la sezione dell’Arte della Medaglia, prima non prevista anche se materialmente già presente. 

Nel logo viene simbolicamente evocato il contenuto espositivo, sia dal punto di vista linguistico che grafico. Il tondo rappresenta la Medaglia d’Arte (abituiamoci a non chiamarla “solo” “medaglia”), all’interno del quale sono rappresentati un colonnato archeologico - con la base di mattoni - simile ad una M di Monte o Museo stilizzata, che richiama anche la B di Buja tesa verso l’alto.

La principale novità sicuramente riguarda lo spostamento del Museo d’Arte della Medaglia ed il suo abbinamento alla nascente esposizione storico-archeologica. Tale decisione, assunta dall’Amministrazione Comunale, sentito il parere della Commissione Museo, del Conservatore, della Commissione Biblioteca, di molti cittadini bujesi, nonché di rappresentanti delle Associazioni, assume particolare rilevanza nel progetto culturale complessivo, che vede nella località di Monte il luogo privilegiato e preferito in quanto centro storico-culturale unitariamente riconosciuto ormai a livello nazionale. Inoltre, dal punto di vista organizzativo ed economico un comune delle dimensioni di quello bujese non può certo permettersi la gestione di due musei. Sacrificare una delle due esposizioni sarebbe stato inopportuno.

Con queste indicazioni fu incaricata per l’allestimento interno l’Arch. Valentina Piccinno, che ha proposto la suddivisione espositiva in senso verticale. In tale modo è stato così possibile creare due percorsi autonomi e complementari, che trasportano magicamente i visitatori attraverso il tempo fino ai giorni nostri, nel mondo artistico speciale della nostra medaglia d’arte. Accompagnate da pannelli didattici illustrati, le bacheche ci offrono circa cinquanta degli oltre 1.300 frammenti di storia, schegge di vita di un tempo per noi molto lontano, ma esistita nei nostri luoghi. Reperti mai esposti a Buja finora. L’esposizione potrà essere rinnovata ogni anno, data la quantità a disposizione.

 

Nella Sala 1

i ritrovamenti di testimonianze abitative di Buja nell’età neolitica (strumenti in selce e quarzite in località Pidicuel riprodotti graficamente) e la localizzazione del possibile castelliere (Vals) consentirebbero di ricostruire lo stile di vita in epoca preistorica e l’importanza difensiva del luogo. Altri reperti si riferiscono alla fortificazione costruita in età romana, tracce della quale sono state individuate durante la campagna di scavi effettuati negli anni 1980-‘81-’87 dall’archeologo Schrieber sotto la direzione del Prof.Giancarlo Menis, allora direttore del Centro Regionale di Catalogazione;

Nella Sala 2

troviamo le tracce longobarde estratte dalla piccola necropoli con tre tombe ritrovata in località Collosomano: è esposto il corredo composto da umbone, imbracciature di scudo e scramasax, cuspidi e fibbie, mentre le crocette auree sono rappresentate da una riproduzione fedele. Il ritrovamento risale al 1880 e fu acquistato dai Civici Musei di Udine.

I diplomi di Carlo Magno e di Ottone II sono riprodotti graficamente, accanto a documentazione dedicata al Patriarcato di Aquileia e alla Serenissima. Risale a questo ultimo periodo medievale il particolare Krautstrunk, bicchiere decorato con applicazioni a gocce. Sono di epoca successiva gli altri oggetti esposti: il prezioso reliquiario in vetro (o calice con coperchio), le graziose ciotole in ceramica rinascimentale e le monete di coniazione imperiale.

Il passaggio dalla sala 2 alla sala 3

accompagna  i visitatori attraverso le vicende delle notevoli trasformazioni dell’Ottocento, per approdare nella piccola sala 3, in cui si affronta con reperti, documenti e materiali video, il tema dell’emigrazione e la storia recente, con cenni ai tremendi conflitti del  Novecento e con il ricordo, più vivo che mai, del sisma del 1976 che ha segnato il cuore dei friulani e cambiato il volto di Buja.

Qui sono esposti anche alcuni dei 48 Mos, i boccali per bere la birra dei fornaciai emigrati pes Gjermanies donati da Andreina Nicoloso Ciceri.

Il terremoto, e la successiva rinascita, introducono alla parte del Museo cittadino dedicato all’Arte della Medaglia, che ha fatto di Buja terra conosciuta e ammirata per la brillante capacità dei maestri incisori e medaglisti tra i più famosi al mondo.

Il Museo d’Arte della Medaglia, attraverso le sue sale espositive, intende rappresentare un tributo all’Arte della Medaglia ed alle sue specifiche forme espressive. Vuole inoltre far conoscere alle nuove generazioni i maestri incisori e medaglisti del Novecento che con le loro opere hanno tramandato un’eredità culturale ricca e preziosa. Il museo collabora con le principali istituzioni nazionali ed estere del settore ed ospita mostre temporanee tematiche.

Nella sala 1

possiamo scoprire, attraverso l’esposizione didattica “Come nasce una medaglia”, con fotografie, disegni, gessi, fusioni e coni, i vari passaggi necessari per coniare una medaglia. La sezione è stata ideata e donata dall’incisore Piero Monassi e dal Circolo Numismatico Monzese.

Nella stessa sala è espostaIl terremoto nella medaglia – omaggio al Friuli, una raccolta tematica, unica nel suo genere, dedicata al sisma che sconvolse il Friuli nel 1976. In essa sono effigiati fatti, emozioni e sentimenti in oltre centoventi opere realizzate e donate da cinquanta artisti italiani. La collezione è stata recentemente esposta a VicenzaNumismatica negli spazi del Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana e a Roma, nella prestigiosa sede della Regione Friuli Venezia Giulia, di fronte a Palazzo Madama. Altre tappe sono previste in primavera, tra cui la sempre generosa Brescia, già protagonista di solidarietà per la ricostruzione bujese.

Di particolare richiamo la sala dedicata alla donazione Pietro Giampaoli, frutto della generosità dei figli, che nel 2005 hanno donato oltre 700 pezzi riguardanti ritratti di famiglia e personaggi bujesi e friulani. Il lascito è composto da gessi, lavori preparatori e opere finite nei diversi periodi e tecniche della vita lavorativa dell’artista. Per tale donazione si è svolta una specifica manifestazione nel corso del 2005 e si attende il 2008 per la ricorrenza del decimo anniversario della scomparsa dell’artista per la realizzazione di un catalogo in collaborazione con la Regione Val d’Aosta e la Biblioteca Apostolica Vaticana, soggetti beneficiari di un’altra parte della donazione.

Nella sala 2

alcuni gessi preparatori ed un angolo dell’incisore (in fase di allestimento)

Nella sala 3,

la collezione dedicata ai “Maestri Incisori Bujesi”, che raccoglie ed espone le opere più interessanti e significative con cui gli artisti  bujesi hanno fondato un patrimonio artistico e culturale che ha assicurato a Buja l’identificazione nella “Città d’Arte della Medaglia”. 

Al fine di coinvolgere più attivamente i visitatori, in questa sezione le bacheche sono dotate di pannelli con brevi descrizioni della vita degli artisti, redatte originariamente dal Prof. Domenico Zannier per il testo edito dal Comune di Buja “I maestri incisori bujesi”, edizione 2003.

In questa sezione espositiva si trovano le opere, esposte a rotazione al fine di risaltarne l’essenza creativa dell’artista, di Troiano Troiani, Pietro Giampaoli, Celestino Giampaoli, Vittorio Giampaoli, Guerrino Mattia Monassi, Enore Pezzetta, Giuseppe Baldassi, Pietro Galina, Arnaldo Baldassi, Piero Monassi, Luigina GIA Osso.

 

Elena Lizzi - Assessore alla Cultura  e Istruzione