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13 maggio 2007

Inciso su bronzo il legame tra Brescia e Buja

Una rassegna di 50 medaglie d’arte per ricordare la tragedia.
Tredici pannelli ripercorrono quei giorni attraverso le pagine 
del giornale e le foto del nostro archivio

di Carlo Muzzi

 

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Un legame forte tra due comunità. Quella di Buja, che trentuno anni fa fu colpita dal terremoto e quella bresciana che, fin dalle prime ore, si mobilitò per soccorrere il piccolo paese in provincia di Udine. E in prima linea sin da subito ci fu il nostro giornale dove confluirono le sottoscrizioni dei bresciani a sostegno della popolazione colpita dal sisma e dal cui piazzale partirono i camion con gli aiuti.

Per ricordare quegli eventi tragici, ma anche di grande solidarietà, ieri pomeriggio in Vanvitelliano è stata inaugurata la mostra «Il sisma cancella, il metallo conserva»» realizzata dal Comune di Brescia e dal Comune di Buja in collaborazione con il Giornale di Brescia.

La mostra sarà aperta da domani a venerdi 18 maggio in Vanvitelliano, tutti i giorni, dalle 9 alle 13. L'esposizione raccoglie 5O medaglie d'arte in bronzo della collezione «Il terremoto nella medaglia • Omaggio al Friuli» realizzate da artisti  incisori friulani e di tutta Italia provenienti dal Museo d'Arte della medaglia di Buja.

Insieme alla collezione di medaglie artistiche, sono stati installati 13 pannelli che espongono riproduzioni delle pagine apparse sul nostre giornale in quei giorni e le fotografie (la maggior parte delle quali, realizzate da Franco Solina) selezionate dal nostro archivio.

Per rendere più marcato il legame tra i momenti del disastro e della ricostruzione con i giorni nostri, alcuni pannelli riproducono le pagine realizzate nell'inserto del giornale apparso l'anno scorso in occasione del trentennale del terribile terremoto che provocò, alle nove di sera del 6 maggio 1976 , mille morti e duemila feriti. Inoltre in Vanvitelliano vengono trasmessi a ciclo continuo una serie di servizi realizzati da Teletutto,

Il direttore del Giornale di Brescia, Giacomo Scanzi, ha sottolineato il legame che negli anni si è cementato tra Buja e Brescia e il nostro giornale. A queste parole si sono aggiunte quelle del sindaco Paolo Corsini: «L'intervento in Friuli da quella tragica data e negli anni a seguire, ha rappresentato per gli Alpini, gli Scout, i gruppi organizzati dei corpi d'intervento e i volontari bresciani, lo stesso nostro maggiore quotidiano, la cifra più autentica e genuina della durata di una feconda tradizione caratterizzata da spontanea generosità e solidarietà operosa».

Il sindaco di Buia ha, invece, sottolineato «il legame d'amicizia che ci lega con Brescia. Ma a fronte della distruzione materiale di quei giorni, dai bresciani è giunto il sostegno morale per affrontare i difficili momenti della ricostruzione».

 L'amministratore delegato dell'Editoriale Bresciana, dott. Francesco Passerini Glazel, ha ricordato la immediata mobilitazione del Giornale. «L'avvocato Pelizzari subito si preoccupò di organizzare la sottoscrizione da Brescia mentre noi ci privammo del nostro direttore della tipografia Franco Maestrini che, per tre mesi rimase a Buja per coordinare i lavori».

Anche Gian Battista Lanzani, per venticinque anni direttore del nostro quotidiano, ha voluto ricordare il poderoso impegno dei bresciani «che per primi arrivarono con gli aiuti sul posto e costruirono il primo villaggio».