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I - Settembre 1943 Lunghi treni di soldati italiani sono diretti in Germania. Confusi insieme soldati e ufficiali superiori sono chiusi in vagoni bestiame: dai portoni chiusi e vegliati dai tedeschi e repubblicani escono gemiti e invocazioni..... sgocciolano orina ed escrementi fetidi..... Le notizie più raccapriccianti si raccontano sulle deportazioni in Germania: quelli che riescono a fuggire ti guardano allucinati: han visto morire dei compagni al loro fianco, ne hanno visti colpiti durante i tentativi di fuga: per le città e per le strade d'Italia si rastrella gioventù e si carica sui treni come torme di mandrie per avviarle al macello... Dove portano questi fratelli? Li catturano come ostaggi? Nelle Stazioni ferroviarie si sono improvvisate squadre femminili di soccorso che offrono generi ed indumenti ai poveri deportati. Una processione commovente va e viene tutto il giorno con carichi, con pacchi, sporte ed involti: son uomini e son donne, son giovani e vecchi, sacerdoti e religiose che portano il loro contributo per alleviare la fame ed i tormenti di quegl’infelici che vanno verso l'inferno aperto dalla Germania nazista. Portano pane, indumenti, frutta, vino, per ristoro, e piccole seghe e martelli e leve perché se possono fuggano da quei vagoni di morte e di tormento. Un giornale affermava e che quei “nostri soldati non sono dai tedeschi considerati come nemici, ma amici, che saranno posti in condizioni di corrispondere con le proprie famiglie”. Il cuore della gente friulana si ribella a tali menzogne e dice col poeta francese: " conosciamo la tua lingua Germania Germania " ripete, come nel lontano 1917-18, " torna nelle tue foreste branco di porci selvaggi! Poiché il solo sentimento di cui meni vanto è l'odio, ed il mondo assetato d'amore ti vomita per sempre ". Giornata di terrore quella di ieri. Solo oggi si possono a grandi linee ricostruire gli avvenimenti, dopo aver udito il racconto di decine di persone. Durante la notte del 20 cominciarono ad affluire delle truppe, le quali sfondata una porticina del Municipio entrarono e si installarono in silenzio..... Quei pochi che si erano accorti della loro presenza restarono chiusi in casa. Come uscire di notte col coprifuoco? Con pattuglie di cosacchi, di tedeschi, di repubblichini che ogni altra notte fanno delle puntate e si portano via sempre qualcuno? Intanto nella notte fonda all'intorno di tutto il territorio comunale, altra truppa si dispone a catena, bloccando strade sentieri, occupando le alture dominanti, seguite da mute di cani poliziotti: questa genia veniva da Udine, Gemona, San Daniele, Tarcento, Osoppo, da Treppo: erano stati svegliati nel primo sonno e fatti marciare a passo forzato verso destinazione ignota..... Così bloccato il paese, reparti speciali penetrano dirigendosi in località predisposte nelle Borgate e nelle strade interne dimodochè alle prime avvisaglie nessuno potesse fuggire... Sulla piazza del Duomo e sul mercato arrivano poi mitraglie pesanti, carri armati leggeri, lanciafiamme, una grande autoambulanza..... Ma ecco che degli scoppi fragorosi si odono su verso le Scuole del Capoluogo dando la sveglia quelli che..... non erano già svegli..... (Un reparto salito dal Cormor per il colle Baldo si era impigliato nei reticolati che avevano posto i tedeschi a protezione delle loro posizioni e scoppiano delle mine..... Due morti giacciono dilaniati sul terreno..... altri sono feriti..... Che sia un agguato dei " ribelli "? Le mitraglie repubblicane vomitano fuoco verso la villa..... si lanciano bombe a mano..... e siccome nessuna risposta viene da lassù si dà l'assalto al "fortino"…. ) Dalle vie che adducono a Buja, nella mattinata cristallina che si innargenta dalla prima luce fredda, si odono dei rombi di motori, si vedono dei fanaloni che avanzano, avanzano come grandi fuochi fatui..... Alle sei tutto il paese era desto e trepidante, in attesa della tempesta. Il rastrellamento temuto ed atteso era in atto.....Non lo avevano detto i repubblicani, fra un sorriso fra il beffardo ed il misterioso, che per Natale sarebbe venuto il bello?..... Gli "specialisti" sotto l'occhio di lampadine tascabili consultano le liste dei predestinati alla cattura..... Ed eccoli al " lavoro "..... Sono tedeschi della SS, cosacchi selvaggi, repubblicani biliosi, qualche donna, cani: circa tremila che scrutano, che fiutano che cercano, che fanno bottino, che cacciano uomini e cose..... Entrano nelle case, salgono nelle stanze, rovistano nei letti, nelle cantine, sui granai, nelle stalle, minacciano con la voce e coi mitra: sfondano porte, spostano mobili, sollevano impiantiti: gridano gli uomini bruti, abbaiano i cani..... Si caccia l'uomo e si riempiono sacchi, zaini, casse di bottino. Nelle case si improvvisano bivacchi, si mangia e si beve anche se lì c'è gente che piange..... Ed ogni qual tratto sulla via passa un gruppetto di gente spaurita con le baionette alle reni..... Dove vanno? Su alla Casa del Fascio e nelle adiacenze dove sono i cosacchi che sorvegliano ed ai quali è inutile chiedere mercè tanto essi non capiscono ..... Duecentottanta persone sono state cacciate e radunate: sono uomini e donne, giovani e vecchi, convalescenti, lattanti, degli svestiti, ammalati: tremano dal freddo: ma che importa se anche morissero! Sanno loro che farne della carogna, forse che questi sarebbero i primi a morire di freddo e d’inedia?..... Ora si interrogano: un paese di partigiani Buja: tanti partigiani: qui c'era il covo, un paese da ardere da capo a fondo, come Nimis, come Forni: ogni altro giorno avevano delle molestie loro tedeschi, i cosacchi, "fattaci" n'erano successi troppi in quest'ultimo tempo, bisognava colpire, togliere di mezzo i "responsabili "..... Nel vespero dorato è freddo una colonna si forma e scende sul piazzale del mercato: 124 persone vengono caricate sui camion e portate via.….. a Udine nella Caserma degli Alpini, anticamera del gran carcere tedesco. Su altri automezzi venne caricato il bottino: biciclette, radio, insaccati, formaggi, vestimenta, damigiane di vino: denaro e preziosi erano custoditi altrimenti, nelle riposte tasche interne dei predoni avidi e brutali..... Quando le prime ombre della sera scendono rapide le ultime carrette sgangherate dei cosacchi ubbriachi lasciano il paese: qualcuno canta una nenia della steppa, altri fa schioccare la frusta, altri spara contro le case e le adiacenze della strada percorsa..... Allora, piano piano le centinaia di persone che si erano nascoste vennero " a rivedere le stelle ": vennero fuori dai canali stradali e dai ponti, dai fienili e dalle cantine, da mille nascondigli improvvisati, dalle campagne e perfino da cloache: altri si erano spinti nei campi nei boschi alle prime avvisaglie del mattino, ed avevano soggiornato sotto mucchi di foglie ed in covoni di canne di granoturco, trepidando e tremando dal freddo. Molti che si erano salvati ora erano angosciati perché al loro posto erano i genitori, la moglie, qualche parente, dei fratelli..... Tutto il giorno gli esercizi pubblici restarono chiusi e la gente tappata nelle case: ora nella via l'oscurità della sera senza luci e movimento pareva di essere in un paese deserto. Sono più tardi qualcuno si è mosso, giacché due gruppi di uomini si incontravano con l'armi imbracciate ed il dito sul grilletto, pronti a scannarsi se occorresse: ma in quella sera, come tante altre sere precedenti, amarono ignorarsi i due gruppi: era la pattuglia tedesca per il solito "giro" l'uno è quello dei "partigiani" l'altro in servizio di "pubblicità": difatti questa mattina la gente si fermava vedere sui muri dei foglietti rettangolari dove è scritto a grandi lettere RAUS, attraverso una serie di croci uncinate e dove è effigiato un alpino che assesta un calcio nel..... sedere ad un tedesco che vola..... in aria. Raus! Fuori dovrà ben andare questo nemico spietato!..... Piove. Alle nove un partigiano fra il giro del centro e ordina la chiusura delle botteghe delle osterie, delle Scuole, degli uffici. Che cosa accade? Sta per scoccare l'ora! Da qualche giorno la Radio trasmette notizie sensazionali: l'Italia è tutta in piedi per liberarsi dal tedesco, dal fascismo che non vuol morire nonostante il coma dell’agonia troppo a lungo protratto..... I partigiani hanno intimata la resa al Presidio tedesco per le dieci. Il Comando ch' era alla villa Barnaba si arrende: alla villa Piemonte invece resiste: quel tenente comandante ci teneva all'onore, lo aveva fatto sapere in precedenza. I partigiani però col loro fazzoletto rosso-verde al collo muovono all'attacco. Circondano il piazzale del mercato dove sostano una trentina di automezzi, circondano la villa, e bloccano le strade e si comincia il fuoco: fucileria, bombe a mano, mitragliatrici. Sotto l'acqua che cade a scrosci la gente attende le sorti della battaglia trepidante...... E se i tedeschi ricevessero rinforzi dal di fuori? I Presidi dei paesi contermini sono ancora efficienti..... (Buja era stata la prima ad insorgere e vincere). Dopo le undici il colonnello che si era arreso scende e intima di cessare il fuoco al suo subalterno. Intanto sul terreno giace morto un maresciallo tedesco e due soldati sono feriti. Si sono arresi! Ma la gente non crede e non osa scendere non osa avvicinarsi al campo di battaglia. Ma ecco un partigiano che sale la china di S. Stefano; è raggiante. La folla lo avvicina gli chiede notizie: "Tutto bene tutto bene. È finita...... Siamo liberi.....". Saliamo in Municipio e dal poggiolo esponiamo il tricolore..... La gente dalla piazza guarda in su come stupita, ha un momento di esitazione poi scoppia in applausi..... piange di commozione. Siamo liberi..... Pare un sogno..... Lontano giù nella bruma della nuvolaglia bassa si odono rombi, scoppi, sordo fragore di battaglia..... Intanto alla villa Piemonte 80 tedeschi usciti dalle terrazze dove si erano appostati, dalle stanze e dai tetti dai quali dovevano resistere all'ultimo assalto, si adunano e consegnano ai patrioti le loro armi. Quelle armi con le quali avevano straziato il mondo e versato fiumi di sangue, che avevano aperto ferite spaventose all'umanità avvilita..... quelle armi che avevano cacciato milioni di uomini e li aveva mandati come torme di bestie oltre i recinti di reticolato dei "lager" a morire di inedia e di tormenti inenarrabili..... quelle armi maledette con cui si aveva voluto togliere alle creature ogni sentimento di Dio..... di fratellanza, di amore..... ecco i tedeschi, gli invincibili soldati che erano corsi come folli, ebbri di vittoria per le contrade di questa povera Europa tutto uno squarcio orribile di rovina, ora le deponeva come cose inutili ..... simboli senza significato La Germania, la potente era caduta..... i suoi tentacoli che come serpi si erano insinuati nelle carni e nelle anime giacevano stroncati..... le barriere insanguinate cadevano infrante e milioni di uomini, i superstiti, cercheranno le vie del ritorno, il volto della Patria, il focolare lontano, i propri cari..... |