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INDIETRO AD ARTE

Troiano Troiani

un artista bujese in Argentina

di Carla Pauluzzi

 

 

Nell’aprile del 2007 il Comune di Buja ha ricordato, con una mostra ed una pubblicazione, l’artista Troiano Troiani bujese di origine ma argentino di adozione. Nella mostra sono state esposte la quasi totalità delle opere di Troiani presenti in Italia conservate in collezioni private e nel Museo d’Arte della Medaglia e della Città di Buja mentre nel catalogo ne è stata presentata l’opera completa fondendo le ricerche svolte qui in Italia con quelle condotte in Argentina qualche anno fa dalla professoressa Jorgelina Luisa Sara che, giunta appositamente da Buenos Aires ci ha illustrato personalmente il proprio studio.

Il Troiani appartiene alla folta schiera di emigranti che, con tenacia e duro lavoro, hanno trovato fama e successo in terre straniere. La sua carriera artistica, appena cominciata in patria si sviluppò e consolidò in Argentina, paese dove trovò grandi opportunità per la propria crescita artistica.

Nato a Buja nel 1885, dopo aver intrapreso giovanissimo la strada dell’emigrazione in Europa, gli fu concesso di dedicarsi agli amati e agognati studi artistici frequentando, dopo il servizio militare, l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Da qui, nel 1910, partì per il suo primo viaggio oltreoceano. Su sollecitazione di un suo docente che ne aveva intuito le notevoli doti artistiche, il giovane Troiani si iscrisse ad un concorso indetto per reclutare artisti italiani disposti ad emigrare in Argentina per lavorare ai preparativi del centenario dell’indipendenza. Il giovane Troiani vinse sbaragliano tutti e partì per quella terra molto lontana ma ricca di promesse e speranze. Rimase a Buenos Aires per circa un anno, rientrò in Italia per sposare la sua amatissima Eugenia Coletti assieme alla quale ripartì per il Sud America nel 1914 alla vigilia della Grande Guerra, in controtendenza rispetto ai grandi flussi migratori del periodo.

Da qui in poi la carriera del giovane artista prese avvio e crebbe costantemente, partecipò a esposizioni e concorsi artistici importanti, mettendosi in luce per creatività e originalità. I critici allora dissero di lui che “spicca con caratteristiche inconfondibili di originalità, di vigore e più di tutto, per la sincerità della sua arte che dona ai suoi marmi, un prestigio di serenità classica assieme al calore di una vita palpitante” come ad esempio nella scultura intitolata Elegia del 1914. Nel 1916, in collaborazione con il maestro Riganti, realizzò le sculture decorative del Palazzo della Borsa del Commercio di Buenos Aires, ciò gli diede una certa notorietà tanto che da questo momento in poi ricevette numerosi e prestigiosi incarichi sia pubblici che privati anche da parte della numerosa comunità italiana della capitale.

Negli anni Venti realizzò placchette, bassorilievi e medaglie tanto da essere ora annoverato, giustamente, nella famosa schiera di medaglisti bujesi. Creò sculture sia di piccole che di grandi dimensioni, i suoi lavori e la sua fama varcarono i confini argentini, sono infatti del 1922 i gruppi scultorei e i bassorilievi realizzati per il padiglione argentino all’Esposizione Internazionale di Rio de Janeiro e sono del 1927 le grandi sculture esterne ed i rilievi interni che decorano il Banco Tornquist a Buenos Aires. Nel 1925 espose ben 278 sculture nella mostra personale alla Galleria Witcomb, la critica e gli esperti non rimasero indifferenti di fronte a tale esposizione, l’opera più apprezzata e che in seguito vinse anche dei concorsi fu l’Arquero. Sempre di questo periodo sono altre sculture famose e forti nelle forme: El Karma ad esempio con la quale vinse un concorso artistico e il Centauro opera scelta per rappresentare l’Argentina all’Esposizione Internazionale di Filadelfia negli Stati Uniti. Durante questo periodo l’artista si circondò di amici ma nel suo lavoro non accolse né teorie né influenze esterne, egli era alla ricerca di sé stesso e della sua identità artistica e in questa ricerca non accettò alcun dialogo se non con sé stesso.

Nel 1929, dopo 15 anni di permanenza ininterrotta in Argentina, il Troiani adottò la cittadinanza argentina eleggendo così in maniera definitiva questo paese a sua nuova patria, tornò in Europa forse alla fine degli anni Venti per partecipare all’Esposizione Internazionale d’Arte di Parigi e poi nel 1952 quando soggiornò nella nativa Buja.

Parlando di grandi opere, sia dal punto di vista delle misure che dello stile, non si possono dimenticare le dieci sculture in pietra bianca francese del 1931 che abbelliscono il palazzo del consiglio comunale a Buenos Aires (collocate a 45 metri d’altezza pesano circa 5000 kg) all’epoca un lavoro del genere destò non poca ammirazione.

Di questo periodo sono anche i monumenti dedicati a: Thomas Alva Edison, Alberto Solar Dorrego e la magnifica fontana intitolata Fuente del Triton sempre a Buenos Aires. Fra il 1936 ed il 1937 realizzò le sculture e le colonne decorative per il Ministero delle Opere Pubbliche di Buenos Aires, quelle per il Palazzo di Giustizia della città di Cordoba ed anche quelle per il Museo Storico Provinciale di Rosario. Restando in tema di monumenti è doveroso ricordare quello per il 350° anniversario della fondazione della città di Alta Gracia composto da quattro grandi busti dai tratti fermi e decisi raffiguranti El gaucho, El conquistador, El indio e El misionario in un ideale riassunto della storia passata e recente della nazione argentina. In questi anni di intensa attività artistica il Troiani realizza altri monumenti pubblici, placchette bronze per tombe di famiglia e sculture raffiguranti vari soggetti e di diverse dimensioni esposte in mostre personali o concorsi artistici, come, ad esempio, l’opera del 1948 Vibraciones sonoras dalla grande forza espressiva. La sua fama e bravura divennero tali da essere considerato uno degli artisti argentini più conosciuti nelle Americhe. Fu docente di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Buenos Aires ed anche giurato in numerosi ed importanti concorsi artistici. Nel 1949 perse l’amatissima moglie Eugenia, sua musa ispiratrice e sostegno nella vita quotidiana, l’affetto delle due figlie Vanna e Fulvia e l’amore per la sua arte lo aiutarono a superare questo difficile momento. Continuò la sua produzione artistica caratterizzata da una certa inquietudine e necessità di trovare nuove forme espressive, come traspare nell’opera Hacia las estrellas del 1953. Il suo prolifico percorso artistico si concluse solo alla sua morte avvenuta a Buenos Aires nel maggio del 1963.

La professoressa Sara nell’analizzare l’evoluzione artistica del Troiani individua tre grandi momenti: il primo quello giovanile che arriva fino agli anni Trenta circa, seguito dalla maturità artistica dal 1930 al 1950 e da qui fino alla sua morte la fase dell’età avanzata. Questo percorso evolutivo non è rigidamente scandito da tappe e punti fermi ne sono testimoni le sue opere, infatti è facile notare dei ritorni al passato o dei balzi in avanti nella sperimentazione di nuove poetiche espressive.

La sua arte è tutta un protendere ad una continua ricerca di nuove modalità espressive, caratteristica questa che non abbandonò mai l’artista, il suo motto era che nell’arte c’è sempre un al di là, un oltre e ad esso bisogna tendere, tendere sempre senza arrestarsi.


 

Museo di Buja, 2 aprile 2007. Inaugurazione della mostra e presentazione del catalogo dedicati a Troiano Trioiani scultore.

 (foto Riccardo Viola, Mortegliano).