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di Mario Ragagnin

 

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Nel marzo '96 Arnaldo Baldassi ha esposto le sue opere figurative in una mostra organizzata da Chei di Ursinins Pizzul. Si è presentato così nuovamente ai suoi concittadini dopo la esposizione del luglio '92 tenuta a S. Stefano.

Egli sta attuando i sogni giovanili e li valorizza con le capacità tecniche della maturità. E' la sintesi del lavoro appassionato di una vita che egli ci propone. Si tratta di rassegne antologiche di pitture e di incisioni, create nei lunghi anni della sua prestigiosa attività artistica.

Partito giovane da Buja, è vissuto a Torino ed in altre città d'Italia. Ha iniziato come fotografo; è poi passato alla miniatura, ed è infine approdato alla pittura. Recentemente si è impegnato nella incisione. Ha esposto diverse medaglie, raffiguranti persone e simbologie di vario genere.

Ha raffinato la sua capacità tecnica in una costante rielaborazione dei risultati ottenuti. Non si sente mai soddisfatto dei traguardi raggiunti. La necessità di comunicare lo spinge ad aprirsi sempre a nuove dimensioni.

La sua continua ricerca spazia in numerosi settori. Le espressioni più recenti si uniscono alle antiche, tutte originali ed autentiche, rivelazioni di un'esigenza esistenziale. Egli è paesaggista e realista. Però nelle sue opere si nota sia la tecnica impressionista e sia la capacità espressionista, di trasmettere gli stati d'animo dall'inquadratura del paesaggio.

Sa dominare la materia, tela legno argilla; riesce sempre a piegarla all'ispirazione del momento. Che è prevalentemente naturalistica. Ma egli trasfigura la natura, e ce la rende in modi che noi non avremmo percepito se l'avessimo colta direttamente con i nostri occhi. Ce la restituisce integra e completa. Noi possiamo più goderla dalla sua creazione che dal vivo e dal vero.

Le tematiche ricorrenti prediligono paesaggi idilliaci, figure rasserenanti, scene di vecchi borghi. Egli è l'interprete sensibile e fantasioso di mondi umani e naturali ispirati ad una poesia visualizzata. Risolve la realtà in giochi di luci e di colori. Sa trasfondere gli stati d'animo nelle atmosfere dei paesaggi incantati. Ci offre le favole delle montagne innevate, le armonie di scorci misteriosi da cui si irradia una magica luminosità, che anima di colori suggestivi il mondo circostante. È il mistero dell'arte che si esprime attraverso la sua opera.

Baldassi ha conseguito ambiti riconoscimenti a Udine, a Venezia e a Roma. Gli sono stati conferiti diversi primi premi: della Città di Udine, della Biennale del Friuli-Venezia Giulia e il G. B. Tiepolo. Ha partecipato a mostre individuali e collettive in molte città, sempre ottenendo i più felici successi.

Ma l'occasione di apprezzarlo compiutamente ci è stata offerta dall'Associazione Chei di Ursinins Pizzul. Che si sono sempre distinti per la connotazione culturale dei festeggiamenti di S. Giuseppe. Pubblicano una rivista, organizzano mostre; valorizzano l'arte e l'artigianato bujesi.

C'è un'arte nell'organizzare, di importanza pari all'arte tradizionale. Che è un tentativo di armonizzare il mondo; è una concentrazione in certe opere del progetto di riordinare questo mondo disordinato.
Ma altri lo fanno nei rapporti fra gli uomini, e proprio partendo da queste occasioni di cultura.
I due filoni, della cultura e della vita pratica, viaggiano separati, vanno ognuno per proprio conto. Mentre dovrebbero integrarsi. 

La vita di ogni giorno non deve credere di poter andare avanti senza l'arte e la cultura.
Noi ringraziamo Arnaldo Baldassi che ha espresso le sue armonie in opere che abbiamo vivamente ammirate. Ringraziamo Chei di Ursinins Pizzul che si sono resi promotori dell'iniziativa di avvicinare l'arte alla vita quotidiana, e sono di esempio in questa direzione.

Tutti coloro che apprezzano tali iniziative si proporranno il problema, dal loro versante e secondo le proprie competenze, di come inserire questi modelli di vita nella vita, questi progetti di armonizzazione del mondo nel mondo reale.