CON COERENZA - Capitolo 24
Con coerenza Il Federale Cabai, al tempo dell’occupazione, era intervenuto presso i tedeschi in favore di colui che in Via Spalato ci aveva interrogato. Quando si trovò anche lui di fronte a questa persona gli disse: «Non ho bisogno del suo aiuto, cerchi, invece, di risolvere la situazione di questi due alpini (Viezzi ed io) accusati ingiustamente da una persona che io conosco bene, perciò sono certo della sua falsità» Rientrato in cella il Federale ci disse: «Se quello non è un mascalzone, fra qualche giorno sarete a casa». Passarono, infatti, pochi giorni quando, verso mezzogiorno, sentimmo una voce dallo spioncino della porta che diceva: «Papinutto, Viezzi, Venturini, Ursella, prepararsi a consegnare coperte e vettovaglie ........... si va a casa!!». Abbracciammo tutti i nostri amici, ma mentre ci avviavamo verso l’uscita, qualcuno dagli spioncini delle altre celle intonò un “canto alpino”, tutti gli altri fecero coro, così, quando arrivammo alla porta, avevamo le lacrime agli occhi. Nonostante alcuni fatti spiacevoli, che purtroppo sempre accadono in queste circostanze, sono convinto che moltissimi di noi che hanno scelto di far parte della Repubblica Sociale hanno fatto del bene. Pochi ancora si rendono conto della funzione di ammortizzatore che abbiamo svolto nei confronti degli occupanti tedeschi e in pochissimi quale sia stato il contributo dato da migliaia di soldati dell’RSI in vite umane, dal 1944 al ‘45, ai confini orientali del Friuli per fermare le imponenti formazioni partigiane jugolslave che cercavano di entrare nel nostro territorio. I libri di storia, fatta qualche eccezione, hanno sempre terminato prima, chi l’inchiostro, chi le pagine…….. Arrivato a casa, ho messo una pietra sul passato, senza per questo rinnegarlo. Anche oggi non ho rivalse contro nessuno poichè non ho commesso nulla di cui vergognarmi, in fondo ho sempre cercato di comportarmi con onestà, cercando di rimanere coerente con le mie idee. |