Movimento di Liberazione a Buja di Piemonte Eligio (Ciro) |
|
Il Movimento della Resistenza sorse come movimento di opposizione politica e militare contro gli occupanti tedeschi ed i loro collaboratori e si sviluppò in tutti i Paesi europei sottomessi al dominio nazi-fascista nella seconda guerra mondiale. In Italia la Resistenza ebbe inizio nel 1943 in seguito alla crisi interna del regime fascista ed allo sfasciarsi dell’esercito regolare dopo le vicende dell’armistizio dell’8 settembre. I primi “partigiani” furono appunto i soldati di reparti dell’esercito disgregato che si diedero strutture autonome per iniziare la guerriglia in opposizione alle forze militari tedesche che occupavano il nostro territorio. Più tardi il movimento partigiano ebbe legittimità con la costituzione di un governo italiano libero (sostenuto dagli Alleati) e la costituzione del Comitato di Liberazione Nazionale (C.L.N. Alta Italia) che riuniva i partiti politici antifascisti. Il movimento si strutturò in una rete militare-politica con brigate e divisioni autonome che si richiamavano alle forze politiche. In Friuli operavano le divisioni “Garibaldi” e “Osoppo”. A Buja il movimento partigiano, caldeggiato da personalità quali il dott. Vidoni e mons. Chitussi, ebbe molti aderenti che confluivano in entrambe le divisioni. Per evitare contrasti ideologici fra le formazioni garibaldine ed osovane, che avrebbero portato a conflitti interni distogliendo dagli obiettivi comuni quali la conquista della libertà e la difesa del territorio. Si addivenne alla costituzione di un unico battaglione che venne chiamato «Cavour» ed in seguito, nella zona di Colloredo, nacque il battaglione «Ippolito Nievo». Quindi, in considerazione del numero sempre crescente di patrioti entrati a far parte dei due battaglioni, venne deciso di formare una brigata. Il nome “Rosselli” le venne dato dal sottotenente Gianandrea Gropplero di Troppenburg (Freccia) giunto da Monopoli (BA) insieme a Paola Del Din (Renata) ed al radio telegrafista Dumas Poli (Secondo), paracadutati presso Lauzzana-Moruzzo da un aereo alleato il 9 aprile 1945. Un comitato di esponenti delle due organizzazioni elaborò lo statuto. Questi in sintesi i punti principali: 1) La Brigata “Rosselli” è autonoma ma nel campo militare dipenderà dal Gruppo OsoppoFriuli. 2) La zona di azione comprende i comuni di Buja, Artegna, Colloredo di Monte Albano. 3) La formazione dei reparti è strettamente militare, è apolitica in riguardo alla lotta di partito. 4) Si adotta come divisa il fazzoletto rosso e verde (mezzo rosso della «Garibaldi» e mezzo verde dell’ «Osoppo») 5) Ogni aderente alla Brigata «Rosselli» sarà fornito di un tesserino di riconoscimento. La forza della “Rosselli” contò 183 volontari alla data del 15 aprile 1945. Molte furono le azioni di sabotaggio compiute a danno delle forze militari tedesche e le azioni di difesa del territorio dalle bande cosacche. La liberazione di Buja avvenne il 28 aprile 1945 alle ore 10. Nello stesso giorno, sempre per l’intervento della “Rosselli”, vennero liberati i comuni di Treppo Grande, Majano, Colloredo di Monte Albano, Pagnacco. Il giorno 30, alle ore 15, venne liberata Osoppo e una formazione di gruppi di avanguardia, alla testa delle truppe alleate, si spinse fino alla Stazione per la Carnia. Il contributo in vite umane fu di 54 caduti, di cui 17 deportati, 24 combattenti e 13 civili. Dopo la fine delle ostilità gli aderenti alla Brigata “Rosselli” si posero al servizio del C.L.N. provinciale e comunale convinti di aver operato per la libertà e la nascita della democrazia.
|