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 LA BRIGATA ROSSELLI

NEL 50º DLLA  LIBERAZIONE

 

Trascrizione della RELAZIONE GENERALE SULL’ATTIVITÀ DELLA BRIGATA DAL 28/4/ AL 7/5 "45 

firmata dal Comandante della Brigata (Archivio Storico)

C.V.L.                   Brigata Rosselli Comando

RELAZIONE GENERALE SULL’ATTIVITÀ DELLA BRIGATA DAL 28/4/ AL 7/5/45

Alle ore 10 del 28 aprile si iniziavano le azioni militari contro il presi­dio di Buia e il gruppo Speer accantonato nella villa Piemonte ed adia­cenze.

I nostri andavano all’attacco di questa posizione e trovavano modesta resistenza da parte del nemico. L’azione di fuoco durava circa due ore:

alla fine il Comandante del presidio tedesco della Wermacht vista inutile ogni resistenza dava l’ordine di arrendersi.

Tanto gli appartenenti all’esercito e gli appartenenti al gruppo Speer cedevano immediatamente le armi.

Cadevano così in nostre mani 85 prigionieri con relativo armamento ed alcuni automezzi. Un ferito da parte nostra ed un morto e tre feriti da parte nemica.

La Brigata stabiliva immediatamente l’ordine procedendo al concentramento dei prigionieri, all’istituzione di un servizio sanitario ed allo spostamento delle forze sui punti d’importanza tattica.

In seguito alle nostre operazioni d’attacco entravano in azione nelle zone circunvicine, altre formazioni (3ª B.O.F. a Treppo e Colloredo Brigata Silvio Pellico a Maiano Brigata Picelli ad Artegna) alle quali le nostre forze davano valido appoggio. Avevano quindi luogo scontri arma­ti della zona fra Urbignacco ed Artegna con elementi Cosacchi che tenta­vano di infiltrarsi nelle nostre posizioni. Dopo breve scontro di fuoco il nemico batteva in ritirata lasciando in nostre mani una decina di prigio­nieri. Intanto il Battaglione 1. Nievo partecipava attivamente all’assedio delle posizioni nemiche in Colloredo M. A. in collaborazione con la B.O.F. Nello stesso giorno giungevano notizie di spostamenti di truppe cosacche nella zona di Maiano ed Avilla, dove opera la Brigata Silvio Pellico. Si mandano prontamente rinforzi. Alle ore 20 Maiano era com­pletamente libera. Il giorno 29/4, avendo un nostro distaccamento iniziata azione di sorpresa contro automezzi transitanti sulla statale Udine Tarvisio, i tedeschi spostavano ad Aprato di Tarcento, una forza di 400 uomini per proteggere la loro via di ritirata, si profilava quindi una grave minaccia sul nostro lato est, sventata dal pronto invio di contingenti di rinforzi che convincevano il nemico a desistere da quel tentativo. Affluivano durante la giornata numerosi prigionieri e disertori, soprattut­to dal vicino campo di aviazione di Osoppo.

Nello stesso giorno nostri elementi del Btg. Ippolito Nievo entravano di sorpresa a Pagnacco e a Brazzacco. Il nemico disordinato cedeva le armi ed ingente bottino. Prigionieri catturati 80.

La giornata del 30/4 è stata caratterizzata da continue pressioni nemiche aventi lo scopo di forzare la dannosa stretta formata da nostre postazioni avanzate sul fianco ovest della statale all’altezza di Artegna e delle postazioni della Picelli sul lato opposto della strada statale.

Il nemico che subisce non forti ma continue perdite attraversando tale tronco stradale ha più volte durante il giorno e verso sera tentato di allargare la stretta, divergendo dalla nazionale e puntando su Buia per strade secondarie. Ogni tentativo è stato sventato. Le azioni di disturbo e danneggiamento curato da specializzati, hanno fruttato la distruzione di 10 macchine nemiche e molti feriti tedeschi. Da parte nostra due mac­chine sono andate distrutte.

Alle ore 15 nostri parlamentari (1) si portavano, come da ordini superiori, alla roccaforte di Osoppo; e quivi constatavano che il nemico pre­parava la ritirata dal campo di aviazione in seguito alla pressione del nostro 50 Distaccamento dislocato sulla provinciale Casarsa-Gemona. Nei combattimenti che seguirono, il nemico ebbe 11 feriti, nessuna per­dita da parte nostra. Si concludeva così la liberazione di Osoppo la cui popolazione acclamava ai nostri patrioti.

Nella mattinata del 1 maggio una decina di patrioti del 20 Distaccamento Bis venne inviata a Cassacco in soccorso della popolazione minacciata da bande di Cosacchi in fuga. Il gruppo viaggiava su una camionetta scoperta. Giunto nei pressi di Treppo Gr. venne avvistato da un aereo alleato (2) e venne mitragliato. Rimasero uccisi quattro compo­nenti del gruppo (3). Durante la giornata le nostre postazioni resistevano alla pressione di elementi nemici provenienti da varie parti e che tentava­no di impossesarsi di Buia, zona adattissima per azioni nemiche di retro­guardia (4). Nella notte del 2 maggio si verificava la pressione più grave sulle nostre posizioni. Una colonna blindata con elementi autotrasportati sì inoltrava decisa sulla comunale per Buia dal bivio di detta strada con la

statale Udine Tarvisio, portandosi fino a 500 metri da S.Stefano. Poichè la minaccia dei nostri reparti ai lati si faceva sempre più decisa; il nemico riteneva più opportuno ritirarsi dopo aver bersagliato nostri automezzi in movimento con pezzi da 75/mm. Dimostrando sorpresa per la nostra reazione da lui ritenuta opera di ingenti forze autocarrate. Lasciava sul terreno un morto, due automezzi ed una motocicletta.

Alle ore 7 dello stesso giorno si inizia l’azione contro il presidio della cartiera di Osoppo. Quivi l’intimidazione di resa, era stata in precedenza respinta. Nell’azione armata venivano catturati due prigionieri mentre il resto del presidio riusciva a darsi alla fuga. Da parte nostra un ferito.

La tensione continua nei giorni trascorsi, ha un momento di meritato sollievo al giungere delle punte di avanguardia corazzate alleate, che attraversano Buia alle ore 9.15 fra l’entusiasmo di tutti i presenti. In seguito il comando Alleato, di stanza in Artegna che aveva stimato nella giusta misura le capacità militari della Brigata Rosselli, richiedeva il nostro appoggio per una azione contro reparti di SS della zona nord di Madonna. Il nostro pronto intervento, riusciva a respingere il nemico al Bivio Campo Lessi, ove lo stesso veniva ricacciato ulteriormente verso nord.

Inseguito da mezzi corazzati alleati. In questa azione si ebbero a lamentare due dolorose perdite da parte nostra: Un comandante di Distaccamento ed il Vice Comandante del Btg. Cavour ed un ferito che perdette la vista.

Il Comandante la colonna alleata elogiava vivamente i patrioti partecipanti all’azione.

Il giorno 6 il Comando Alleato di Gemona, richiedeva nuovamente il nostro aiuto.

Elementi scelti del Btg. Cavour e dell’I. Nievo, davano il cambio a un distaccamento del Btg. Pre Alpi (Osoppo) alla postazione avanzata di Sella 5. Agnese veniva­no portati in avanti e nostri elementi entravano per primi in Venzone spingendo delle avanguardie fino alla Stazione per la Carnia ove giungeva­no alle ore 18:11 Maggiore Alleato che comandava la colonna di punta ha avuto parole di elogio per l’arditezza dimostrata dai nostri uomini.

Dal complesso delle attività suesposte, risulta chiaramente quale sia stato il contributo della Brigata, alla causa della libertà; il quale contribu­to può essere riassunto nei seguenti dati di fatti liberazione della popola­zione dal nemico e difesa della stessa contro barbare rappresaglie.

Disorganizzazione dei gruppi nemici in ritirata verso nord, che trovarono nella nostra zona un deciso ostacolo alle loro azioni di ripiegamento

con conseguente sbandamento degli stessi.

La formazione di gruppi d’avanguardia giunti alla testa delle truppe Alleate fino alla Stazione della Carnia.

(5)     L’ingente contributo di sangue versato dai nostri Patrioti suggella l’operato della formazione: 11 caduti e 20 feriti per la Patria e per la Libertà nell’ultima azione decisiva, testimoniano il valore e l’abnegazione dimostrata da tutti i componenti la Brigata.

 

Zona Operazioni 7 maggio 1945

IL COMANDANTE LA BRIGATA

f.to E. MIANI MEO

 

Note:

 (1) il comandante del Btg. Cavour “Franco” Diego Franz e due partigiani di cui un interprete

 (2)     Thunderbolt, aereo americano identificato da Nadio Calligaro che si trovava sul campa­nile di Monte.

 (3) e gli altri riportarono ferite.

 (4) Verso sera dello stesso giorno il comandante “Gianni” Fermo Comoretto e altri patrioti, si presentarono presso il comando tedesco della cartiera di Osoppo per intimare la tesa, ma vennero arrestati con la minaccia di morte. Successivamente, i tedeschi, credendo di essere circondati dai partigiani, lasciarono liberi i parlamentari.

 (5) I prigionieri dal 28/4 al 7/5/”45 ascendono a 215 di cui 10 ufficiali compreso un maggiore.

 

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