INDIETRO

di Gian Carlo Menis

 

FOTO 1

FOTO 2

FOTO 3

FOTO 4

FOTO 5

FOTO 6

 

È una storia tutta "bujese" la vicenda umana di Pietro Galina. Storia di un ragazzo istintivamente votato all'arte, che, nella bottega artigiana in cui ha principio la sua dura iniziazione al lavoro, modella figure intagliate furtivamente nel legno. Storia di un emigrante che, aggiungendo al lavoro quotidiano la fatica dell'arte, riesce ad imporsi all'attenzione dei critici con le sue inopinate immagini ed insieme ad affrancarsi dalla mediocrità e dall'indigenza. Storia di un incorreggibile nostalgico che, appena può, ritorna in patria per godersi la sua bella sudata casa friulana.

È una storia tutta personale invece la vicenda artistica di Galina che si caratterizza proprio per una sua imperiosa autonomia stilistica, per una inesausta sperimentazione espressiva, per una innata, ma non conformista, adesione poetica al reale.  L'autonomia stilistica di Galina, se è dovuta per un verso all'assenza di scuola, è per un altro conseguente alla disinibita libertà con cui egli manipola sia i modelli più disparati della cultura figurativa contemporanea (rivissuti principalmente attraverso la mediazione svizzera) sia i materiali e le tecniche più diverse.

Fondamentalmente insoddisfatto dell'opera sua, egli da sempre continua a ricercare nuovi esiti plastici e cromatici, nuovi effetti luministici, utilizzando indifferentemente materiali antichi e nuovi, dal legno al bronzo, alla ceramica, alle materie sintetiche.

Ed è proprio entro il cerchio di questa sfrenata libertà che si esaltano pregi e limiti, invenzione e riflusso, lirismo e impertinenza di questo artista solitario, perennemente teso ad inseguire inediti fantasmi di bellezza. Ma al di là di tutte le sue impetuose ed instabili visioni riemerge sempre la realtà, la figura, teneramente percepita, liricamente amata nella pura linea del suo profilo. Ne Galina si cura di mascherarla, anche nelle più spericolate incursioni nell' area dell' informale. Poiché in questa segreta coerenza si placa alfine l'inquieto repertorio della sua operosità artistica.

 

NOTA BIOGRAFICA
 

Pietro Galina, scultore medaglista è nato a Buia (Udine). Ha frequentato la scuola d'Arte Candoni a Tolmezzo e lo studio dello scultore Franzolini di Udine.

E' autore del monumento donato dagli italiani a Le Locle (Svizzera) e delle formelle per la porta della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Avilla di Buia, l'altare alla chiesa cattolica Le Locle (Svizzera), gli altorilievi in alluminio sbalzato alla nuova chiesa dei Santi Apostoli, Le Locle, il grande pannello nel municipio di Le Locle.

Sue opere figurano al Museo della Medaglia a Parigi e a Berna, al Museo Dantesco a Ravenna, a Le Locle (Svizzera), Wroclaw (Polonia), Museo Civico di Udine, Museo Civico Raccolte Archeologiche e Numismatiche del Castello Sforzesco di Milano, Museo Municipal de Numismatica e Medallistica di Juramento (Buenos Aires), American Numismatic Society Broadway at 155 St. New York, Chateau de Ramezay Antiquarium And Numismatic Society of Montreal, Nicholson Museum of Antiquities University of Sidney, Musée Monetane Hôtel de la Monnaie Quai de Conti Parigi, British Museum Department of Coins and Medals di Londra, in molte collezioni pubbliche e private.

Una delle più recenti opere di Galina, peraltro, è il Cristo crocefisso sito nella Chiesa del Sacro Cuore presso il Centro Anziani di Ursinins Piccolo di Buja, nel quale verrà quest'anno allestita la mostra dedicata all'artista stesso.